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Strade con la polvere... (bianca)
Strage del pullman turistico dei carabinieri in A13: l’autista era drogato (cocaina)
Lo schianto che il 5 maggio 2012 causò cinque morti e 17 feriti: il pm chiede il rinvio a giudizio per il conducente per omicidio colposo plurimo

Ma chi fa i controlli antidroga ai conducenti in Italia? Nessuno! Mancano i precursori, la norma è confusa.
I controlli si fanno solo dopo gli schianti!

(ASAPS) Prima che leggiate l'articolo che segue, dissipatore di molti dubbi sorti dopo il tragico incidente del 5 maggio scorso quando un pullman di carabinieri in congedo, diretto al raduno dell'Arma a Jesolo,  andò diritto fuori strada da solo e causò una strage con 5 morti e 17 ferit,i alcune riflessioni.
A distanza di un anno, emerge che il conducente era in stato di alterazione psichica per l'assunzione di sostanze stupefacenti.

 

La notizia ci stupisce ma fino ad un certo punto. Se per il contrasto all'alcol siamo arrivati vicino a 2 milioni di controlli l'anno con l'etilometro (ma nerl 2012 ci siamo fermati lì !) per i controlli antidroga ai conducenti di veicoli siamo a quota qualche migliaio.
In realtà la polizia in Italia non è dotata di narcotest ritenuti efficaci a prova di giudizio  e comunque anche quando fossero ritenuti tali costano troppo e tranne qualche comando illuminato, quasi tutte le divise non sanno neppure come siano fatti.

 

Ecco questi sono i risultati. I test si fanno, ma dopo... in ospedale a tragedia ormai consumata. E' giusto continuare così? Come mai da anni si aspetta una modifica legislativa chiara e un corredo di narcotest efficaci e si trovano mille difficoltà?
Non è che qualcuno questi controlli anti droga su strada non li vuole?
Intanto archiviamo anche questo omicidio plurimo fra le possibili ipotesi di un futuro Omicidio stradale, poi siamo curiosi di vedere come andrà a finire il procedimento penale.
Sì le strade oltre che piene di buche sono anche molto piene di polvere... bianca.


 
Giordano Biserni
Presidente ASAPS

 


 

Strage del pullman dei carabinieri in A13: l’autista era drogato

Lo schianto che il 5 maggio 2012 causò cinque morti e 17 feriti: il pm chiede il rinvio a giudizio per il conducente per omicidio colposo plurimo

>FOTO - Le immagini della corriera e della tragedia
> Il fatto: schianto all'alba, andavano al raduno dell'Arma a Jesolo

PADOVA. Né guasto meccanico, né colpo di sonno o disattenzione. Era drogato Lorenzo Ottaviani, 39 anni di Ardea (Roma), eppure si era messo al volante della corriera che, partita da Aprilia nella notte, avrebbe dovuto arrivare a Jesolo la mattina successiva per il tradizionale raduno nazionale dell'Arma dei carabinieri. Uno stato di alterazione psicofisica provocata dall'assunzione di sostanze stupefacenti: ecco ciò che ha pesato - e forse determinato - il tragico incidente avvenuto all'alba del 5 maggio dell'anno scorso e costato la vita a cinque passeggeri mentre altre 17 persone erano rimaste ferite più o meno gravemente.

Il pubblico ministero padovano Emma Ferrero ha chiesto il processo per l'autista del pullman sbandato lungo l'autostrada A 13 nel territorio del Comune di Ponte San Nicolò e finito in una scarpata.

L'autista - contitolare della ditta di trasporti Ottaviani - aveva raccontato che viaggiava a 80, 85 chilometri orari alla guida del mezzo, revisionato nel settembre del 2011 e acquistato nel 2009: "Ero perfettamente vigile, tutto andava bene fino a un secondo prima, quando ho perso il controllo del pullman, ho cercato di evitare il guard rail... Alla fine ricordo l'impatto e l'acqua... Dovevo morire anch'io in questo maledetto incidente".

La procura contesta a Ottaviani l'omicidio colposo plurimo che prevede una pena fino a 12 anni e le lesioni colpose aggravate dall'assunzione di sostanze psicotrope e dall'aver omesso di rispettare i turni di riposo e le pause imposte dalla normativa nonché la guida in stato di alterazione psicofica dall'uso di cocaina. L'udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 10 ottobre. Spetterà al gup Domenica Gambardella pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio, sempreché Ottaviani non chieda un rito alternativo per beneficiare della riduzione di un terzo della pena prevista dalla legge.



di Cristina Genesin
da mattinopadova.gelocal.it

 


 

Venerdì, 19 Aprile 2013
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