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Rassegna stampa alcol e guida del 4 agosto 2006

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (BARI)
Un programma della direzione della casa circondariale 

E da settembre un aiuto per i carcerati tossicodipendenti

«Ordinaria riabilitazione». Si chiama così il progetto che a settembre sarà attuato nel carcere di Bari: prevenzione su droga e alcol e interventi su chi è già nel tunnel delle dipendenze. Nulla di sensazionale. E proprio per questo vale. Riabilitazione. Roba che dovrebbe essere garantita normalmente. Ma chi conosce come funziona un carcere, sa bene che dietro le sbarre nulla è scontato. Ed è per questo che «l’ordinaria» riabilitazione ha molto di straordinario: anche un servizio minimo, uno di quelli che in gergo si chiamano trattamentali (cioè riguardano il trattamenti dei detenuti) è sempre una conquista. A settembre è previsto l’avvio. Il progetto è stato presentato dalla direzione della casa circondariale ed è stato finanziato dal ministero grazie a una convenzione tra l’Amministrazione penitenziaria e il dipartimento nazionale per le politiche antidroga della Presidenza del consiglio. Ammonta a 300mila euro il finanziamento: 125 mila euro - e anche questo è un valore aggiunto del progetto - serviranno a ristrutturare e allestire un’aula al primo piano del reparto formazione professionale del carcere che diverrà aula -ambulatorio psico sociale nella quale gli operatori del Sert della Ausl Bari 4 incontreranno gruppi ristretti o allargati di detenuti destinatari del progetto individuati da una commissione. Tanti i temi sui quali verteranno gli incontri: da una informazione-formazione su prevenzione, cura e diagnosi di malattie infettive dalle epatiti B e C all’Hiv ai trattamenti disintossicanti e riabilitanti per chi dipende da droga e alcol. Ma si punterà anche a creare gruppi di autoaiuto. Per capire che di «un’ordinaria riabilitazione» c’ assoluto bisogno basta dare una sbirciatina ai dati forniti dal direttore reggente del carcere barese, Antonio Fullone: a fronte di una media di 600 detenuti (40 donne) la presenza media giornaliera di tossicodipendenti è di 170, oltre il 25% della popolazione trattenuta (5 le donne). L’età media è di 33 anni, il livello di istruzione è basso e la tipologia dei reati è relativa alla violazione della legge sugli stupefacenti e ai reati collegati alla droga, rapina, furto, molto spesso nei confronti dei familiari. E ancora: la percentuale di recidiva carceraria in un anno è intorno al 10%, la presenza annuali di persone affette da Hiv è di 50 persone; 350 i detenuti con epatiti croniche B e C e 5.475 i detenuti sottoposti a trattamento sostitutivo. Quasta basta per dire che il progetto avrà efficace eccome. L’obiettivo prioritario è «creare uno spazio d’intervento in cui il soggetto tossicodipendente possa sperimentare modelli di vita di relazione diversi da quelli usuali, rendendo la carcerazione un momento della catena terapeutica» è scritto nel progetto. Ma il direttore reggente dell’istituto penitenziario, Antonio Fullone sottolinea anche il secondo obiettivo: rendere gli interventi del progetto «azioni di sistema». E cioè fare in modo che la riabilitazione duri nel tempo, e cioè sia davvero «ordinaria». Ed è questa la sfida più grossa, più volte persa se si guarda alle altre iniziative fatte in carcere. Ma vincerla significa rompere l’isolamento all’esterno e chiamare «il territorio». Ecco perché Fullone ha scritto al presidente della Provincia per richiedere «il patrocinio senza oneri». È «fondamentale conseguire la finalità di maggiore integrazione tra sistema carcere e sistema territorio del quale la Provincia può essere certamente fulcro», scrive Fullone. Detto, fatto. Anche perché come si fa dire di «noA visto che il «sì» è a costo zero? Il neoassessore alla Solidarietà sociale, Antonello Zaza ha portato in giunta la delibera di adesione al progetto, delibera approvata dalla giunta Divella la scorsa settimana. In pratica l’assessore farà parte di un gruppo di lavoro stabile che seguirà l’andamento del progetto. Proprio perché diventi ordinario. E non rimanga una piccola medaglia da scucire tra un anno. Gianluigi De Vito

Finanziamento da 300mila euro: 125 mila serviranno ad allestire un’aula che diverrà ambulatorio psico sociale. Qui lavoreranno gli operatori del Sert della Ausl Bari 4


 
IL GAZZETTINO (VICENZA)

Inaugurato l’altra notte: polizia comunale in azione per due ore in più (fino alle 2) 

E il turno serale dà subito risultati

(r.c.) «Il problema del chiasso notturno in centro storico? Esiste e interessa soprattutto la zona attorno alla Basilica Palladiana. Con il nuovo turno serale ci saranno tre pattuglie che cercheranno di tenere sotto controllo il fenomeno anche in periferia».

È stato inaugurato l’altra notte. All’interno della Polizia locale di Vicenza è scattato il turno serale allungato di due ore, da mezzanotte alle due. Un servizio che ha mandato in pensione, almeno fino al prossimo 31 ottobre, il turno nutturno da mezzanotte alle sette di mattina. Verrà espletato da tre pattuglie composte di due agenti (più due al Comando di contra’ Soccorso Soccorsetto) per quattro notti, dal mercoledì al sabato, con l’opzione di una quinta notte. Al "battesimo" era presente anche il comandante Cristiano Rosini. «Forse a causa della pioggia non abbiamo ricevuto segnalazioni relative al chiasso - sottolinea - Abbiamo tra l’altro fermato una persona che guidava in stato di ebbrezza e un’altra che viaggiava a velocità elevata. Complessivamente sono state elevate una quindicina di contravvenzioni per sosta irregolare».
Sulla questione rumori notturni, il comandante assicura che i controlli come al solito non mancheranno. In periferia invece la questione schiamazzzi, come dimostrano le telefonate che arrivano alla Polizia Locale, riguarda i giovani che di sera si fermano davanti alla parrocchia o a qualche centro giovanile.
«Quello degli orari è un tema delicato - precisa il vicesindaco e assessore alla Pubblica Sicurezza Valerio Sorrentino - Chiudere i locali anzitempo? Non sta a me pronunciarmi. Alla base di tutto serve sempre il rispetto». La quinta notte di controlli sarà a discrezione del comando e del Comune e potrà essere cumulata. Quest’anno Palazzo Trissino prevede di assumere 8 nuovi agenti.


IL SECOLO XIX

Controlli anti-alcol alle sagre 

Alle feste di Toirano, Ranzi e Bardineto uno psicologo e un assistente sociale effettuano il test con l’etilometro ai volontari

Le compagnie di ragazzi si rivolgono allo stand dell’Asl per sapere chi può guidare 

Sagre come laboratorio della Asl contro gli abusi di alcolici. Tra test, questionari, prevenzione degli incidenti stradali. Il tutto come in un gioco con finalità serie e con la possibilità per i più fortunati di vincere simpatici gadget.
Si comincia oggi con la Festa dei gunbi di Toirano che si concluderà domenica, poi si passerà alla Sagra del nostralino di Ranzi di Pietra Ligure tra il 10 e il 14 agosto, e infine alla Festa nazionale del fungo che si svolgerà il 15 e 16 settembre a Bardineto in Alta Valbormida.
In tutti e tre gli appuntamenti gastronomici sarà presente il personale della Asl, uno psicologo, un assistente sociale e volontari, del progetto di prevenzione degli abusi alcolici con l’unità mobile dotata di etilometro. Chi lo desideri potrà conoscere senza affanni il proprio tasso alcolico. Prima delle prova con il "palloncino" alle persone viene proposta la compilazione di un questionario anonimo mirato all’approfondimento dell’atteggiamento nel consumo di bevande alcoliche. A fine serata, con la chiusura dei vari stand, lo staff della Asl si sposterà fuori del perimetro della sagra in modo da offrire, a chi si presenti spontaneamente, la possibilità di misurare il proprio tasso alcolico immediatamente prima di mettersi alla guida per rincasare.
«Fra i rischi legati all’eventuale abuso alcolico - spiega Biagio Spolitu, responsabile del progetto - c’è quello della guida in stato di ebbrezza. Nel nostro Paese, chi è al volante non può superare la concentrazione di 0,5 grammi. Il nostro intervento è quello di rendere chi guida un’auto più consapevole rispetto al proprio tasso alcolemico del momento, per responsabilizzare maggiormente tutti».
Il progetto-sagre si è già sviluppato per tre anni. Questo è il quarto. Come può considerarsi il bilancio complessivo?
«Positivo e preoccupante allo stesso tempo. Positivo perchè l’interesse per il test è crescente e il livello di attenzione sull’alcol si è alzato, negativo perchè il 60 per cento di chi si sottopone all’etilometro risulta avere superare il limite consentito».
Diamo qualche dato. «Solo nel 2005 abbiamo fatto quasi tremila test, l’80 per cento dei quali su giovani fino ai 30 anni di età. In molti hanno fatto la coda anche per venti minuti. Prima avevamo dei collaboratori che invitavano la gente tra i tavoli. Ora si presentano spontaneamente a fare il test. Mi sembra un bel passo in avanti, almeno dal nostro punto di vista. Proprio alla Festa dei gumbi, l’anno scorso un gruppo di ragazzi provenienti dall’entroterra che prevedevano di divertirsi fino a tardi, hanno affittato un pullman per la serata, proprio per evitare di dover guidare le auto in condizioni pericolose».
Com’è cambiato il vostro lavoro? «Prima arrivava qualcuno per curiosità, ora si presentano in tanti perchè debbono guidare. E scelgono chi deve mettersi al volante tra chi ha bevuto meno».

Angelo Verrando


IL SECOLO XIX

Distribuito un questionario per l’identikit del bevitore 

L’indagine 

Settemila questionari sull’alcol compilati e consegnati alla Asl in quattro anni dai frequentatori di sagre e feste. Una montagna di dati in via di elaborazione per tracciare un identikit del consumatore di alcolici. Quanto tempo è passato dall’ultimo bicchiere?, è una delle domande. Ma il quiz messo a punto dalla Asl in collaborazione con l’Ala è approfondito. Chiede se ha la patente di guida, se deve mettersi al volante dopo il test, qual è il veicolo. Si passa poi al motivo per il quale l’interessato prova l’etilometro e qual è il dato che pensa uscirà dal test. A seguire la richiesta se il proprio comportamento con l’altro sesso sia migliore, normale o peggiore, in che modo il soggetto è in grado di muoversi, concentrarsi e guidare in quelle condizioni. Il questionario si sposta poi sui danni dell’alcool, quanto tempo occorra per smaltire due bicchieri di vino dal corpo e cosa favorisce l’eliminazione dell’alcool dall’organismo.


IL SECOLO XIX

«Stava gareggiando con un’auto» Testimone incastra l’investitore 

Tragedia in corso saffi Si aggrava la posizione del bancario che, in stato di ebbrezza, ha provocato la morte di due persone 

«Ho visto quel fuoristrada andare a zig-zag. In particolare mi è sembrato che gareggiasse con una macchina, una cabriolet, forse una "Porsche"». Ha nella mente alcuni fotogrammi, i ricordi di pochi istanti, la sequenza dell’incidente nel quale martedì sera un sorpasso sciagurato ha portato alla morte di due persone e al ferimento di altre sei.
Per il massacro di corso Saffi c’è un supertestimone. E’ un maritto di quarant’anni. Era in auto sullo sfondo della tregedia. Stava per arrivare e solo il destino ha voluto che la sua macchina incrociasse quel tratto di asfalto all’incrocio con via Rivoli un momento dopo.
Il suo racconto è stato acquisito ieri dagli esperti della sezione infortunistica della polizia municipale. E il verbale della testimonianza è stato consegnato al sostituto procuratore Biagio Mazzeo, che conduce l’inchiesta. Per giustificarsi Cesare Martelli, l’ex impiegato di banca di 55 anni, residente in via Imperiale a San Fruttuoso, ha detto di aver scansato qualcosa a terra. Una versione che agli occhi degli inquirenti pareva da subito poco credibile. Proprio come quella dell’attraversamento improvviso di un cane, come la causa della brusca deviazione nella carreggiata opposta. Gli unici due cani coinvolti nell’incidente sono quelli rimasti imprigionati nell’auto distrutta, la "Peugeot 106" nella quale viaggiavano le due vittime, Domenico Bruzzese, l’ex pugile di 44 anni, residente in via San Giorgio nel centro storico, il suocero Giuseppe Ruello, 59 anni, elettricista in pensione residente con la famiglia in via dei Cinque Santi a Oregina; e i familiari, la compagna di Bruzzese, Monica Ruello, 30 anni, la figlia di cinque anni e la suocera Anna Quattrocchi. Le due donne e la bambina, ancora ricoverate, sono state giudicate dai medici fuori pericolo proprio come gli occupanti della terza auto coinvolta, la "Renault Clio" e lo stesso Martelli.
Il conducente del fuoristrada è indagato per omicidio colposo plurimo e guida in stato di ebrezza. Si è rifiutato di sottoporsi all’esame del sangue. Ma ha ammesso di aver bevuto un paio di birre e di aver assunto un antidepressivo prima di mettersi al volante.
«Darei la mia vita per fare in modo che tutto questo non fosse successo», sono state le parole del conducente della jeep all’indirizzo della famiglia delle vittime. Sulla gara tra auto che avrebbe portato all’incidente mortale l’uomo non ha chiarito alcunché: «Non facevo nessuna gara. Sì, avrò superato qualche auto...». La testimonianza del marittimo va in un’altra direzione, indicando ai vigili dell’infortunistica anche il modello dell’auto con la quale stavano avvenendo le schermaglie in corso Saffi. Una cabriolet, forse una Porsche. Troppo poco al momento per chiarire il giallo.


IN VIA BELLUNO

Ambulanza e carabinieri per un ubriaco

Non è passato inosservato l’intervento di una pattuglia dei Carabinieri e di un’ambulanza del Pronto soccorso dell’ospedale di Feltre con i lampeggianti accesi ieri intorno alle 21.30 nei pressi del negozio "Pneus Market" in via Belluno: sanitari e militari sono stati fatti intervenire per la presenza di un uomo che aveva alzato un po’ troppo il gomito. Caricato sull’ambulanza è stato trasferito al Pronto soccorso dove i medici hanno confermato un forte stato etilico.


IL GAZZETTINO (TREVISO)

Conegliano

Un 68enne residente ...

Un 68enne residente a San Fior, che era stato dimesso dalla divisione di psichiatria l’altro ieri mattina, poche ore dopo aver lasciato l’ospedale, ha iniziato a dare in escandescenze. L’uomo, L.G., ha iniziato a prendere a calci e pugni dei cartelloni e appariva ai passanti in stato di ebbrezza: chiesto l’intervento della polizia, l’uomo è stato portato al Pronto soccorso e, successivamente, per lui è scattato un nuovo ricovero in psichiatria.


IL GAZZETTINO

Pordenone

NOSTRA REDAZIONE

Grazie ...

Grazie all’indulto era uscito dal carcere di Udine, dove stava scontando una condanna per resistenza (ma noto ai tutori della legge per vicende di ricettazioni e droga), nel tardo pomeriggio di martedì, ma ha potuto gustarsi la libertà solo per poche ore Youssef Kachaf, 35 anni, originario del Marocco, ma domiciliato a Pordenone (dove vivono alcuni amici). Dopo circa 24 ore è nuovamente caduto in "tentazione": è stato infatti arrestato dai carabinieri della Stazione di Pordenone che gli hanno contestato l’ipotesi d’accusa di violenza sessuale.
In pieno centro della città del Noncello - da quanto riferito dai testimoni - avrebbe infatti abusato di una donna, 39 anni, utilizzando la forza e la violenza per palparla ripetutamente nelle parti intime del corpo. Le carezze proibite - da quanto emerso - sono avvenute in mezzo alla strada, scatenando la rabbia del compagno della donna e di alcuni passanti che avrebbero provato a farsi giustizia, costringendo il magrebino a scappare a gambe levate. Solo il tempestivo intervento di una pattuglia dei carabinieri, impegnata in un controllo di routine, ha evitato il peggio. I militari dell’Arma, bloccato il fuggiasco e calmata la folla, hanno ricostruito la verità. Dopo aver sentito il pm Piera De Stefani, hanno proceduto all’arresto dello straniero.
Mancavano pochi minuti alle 20, mercoledì, quando i passanti in piazza Duca d’Aosta, in pieno centro a Pordenone, hanno udito le grida della donna, seguite dalle minacce rabbiose del compagno. Immediata la solidarietà alla coppia da parte di alcuni passanti che avevano assisto all’abuso sessuale. La rabbia è montata in fretta e Kachaf, nonostante fosse malfermo sulle gambe perché annebbiato dall’alcol, si è dato precipitosamente alla fuga, finendo però con l’andare a sbattere contro una pattuglia dei carabinieri.
Lo straniero - da quanto si è appreso - avrebbe scambiato la donna per una vecchia fidanzata. Avrebbe così perso la testa e, reso spavaldo dall’alcol, si sarebbe spinto fino alla violenza sessuale. Il risultato? Il ritorno dietro a quelle sbarre che aveva lasciato 24 ore prima grazie all’indulto.
Oggi ci sarà l’udienza di convalida davanti al giudice Patrizia Botteri. «Ho parlato con il cliente - ha spiegato l’avvocato Pierluigi Del Col, che in passato aveva già assistito il nordafricano nel corso di un’inchiesta su una seri di episodi di ricettazione -. Ha fornito una ricostruzione dei fatti diversa da quella raccolta dagli inquirenti. Ha smentito qualsiasi approccio a sfondo sessuale, facendo riferimento ad un abbraccio alla donna con la quale, in passato, avrebbe avuto una relazione. Oggi potrò finalmente vedere le prove in mano agli inquirenti - ha concluso il legale - e solo in quel momento deciderò se mantenere la difesa. Se le testimonianze dovessero essere credibili potrei rinunciare al mandato».

Roberto Ortolan


 

IL GAZZETTINO (PORDENONE)

CURIOSITÀ

Ciclista ubriaco cade e si addormenta

Il personale del "118", ieri sera, ha soccorso un pensionato che era caduta dalla bicicletta a Porcia. L’uomo era stato notato esanime da un automobilista che, temendo il peggio, aveva lanciato l’allarme. Si è così scoperto che l’uomo, avendo bevuto qualche bicchiere di troppo, era caduto dalla bicicletta, addormentandosi nel fossato. Dopo le cure del "118" il pensionato si è ripreso e, inforcata la bicicletta, ha raggiunto rapidamente casa in cerca di una dormita ristoratrice.


IL GAZZETTINO (PORDENONE)

Chiasso, litigi, ubriachi che sporcano, auto che bloccano l’accesso ai garage: sono alcune lamentele di chi vive e lavora nella strada del centro 

Viale Trento, i residenti raccontano le loro odissee

Non ci stanno i residenti e i commercianti del centralissimo viale Trento a vivere in quella che definiscono «una situazione di completo degrado che va via via peggiorando». Raccontano di una strada dove un tempo si stava benissimo e che ora è diventata un’altra terra di nessuno. Il loro sfogo è corale: rumori fino alle 2, 3 di notte; passi carrai costantemente bloccati dalle auto dei clienti del negozio, gestito da una ganese, che si affaccia sulla piazzetta del condominio Italia; sporcizia e urinatoi a cielo aperto; bottiglie di birra e di vino lasciate ogni dove; pianerottoli e ascensori scambiati per gabinetti. L’elenco delle lamentele è lungo, e, dicono, «guai a protestare perchè si rischia di essere malmenati». Un fatto già accaduto, per esempio, a uno dei residenti che, dopo essersi lamentato per le bottiglie abbandonate nello scantinato, è stato pesantemente insultato e quindi colpito al petto da una testata che lo ha fatto finire a terra. Poi è dovuto ricorrere alle cure dei medici del Pronto soccorso. «La piazzetta è frequentata da giovani con i cani, da tossicodipendenti e da extracomunitari - spiega una donna (tutti hanno chiesto di rimanere anonimi ndr) - soprattutto da quando ha aperto il negozio che vive soprattutto vendendo alcolici. Poi si ubriacano e vomitano dappertutto: sulle auto e sulle piante... addirittura sulle vetrine dei negozi se protestiamo. C’è un ubriaco che si addormenta regolarmente su una scrivania dell’agenzia viaggi ed è un’impresa cacciarlo via». La donna è una commerciante, da 40 anni lavora in viale Trento e dice che ora il lavoro ne risente, che le sue clienti sono preoccupate. E non è tutto, come spiega uno dei residenti. «Sono spuntate anche delle prostitute, sembrano brasiliane. L’altra sera era in auto con mio suocero e sono stato avvicinato. Mi hanno proposto.... Ci mancano solo loro».
Le lettere e le telefonate alla Polizia municipale, al Comune e alle Forze dell’ordine non si contano. Controlli ce ne sono, sì. Ma non quanti ne servirebbero, secondo residenti e commercianti. Le multe alle auto che bloccano l’ingresso nei garage sono una chimera, anche perchè, è stato riferito loro da un Vigile urbano, «se gliele mettiamo tanto non le pagano».

Susanna Salvador


IL GAZZETTINO (VENEZIA)

BIBIONE 

Aggrediscono due ragazzi In tre finiscono in carcere

(M.C.) Cinque giovani sono finiti in carcere. L’altra notte verso mezzanotte in via della Luna a Bibione, una pattuglia ha sorpreso e subiro bloccato tre ragazzi che stavano picchiando due giovani connazionali. Dagli accertamenti è emerso che i fratelli H.Q e H., rispettivamente di 28 e 31 anni di origini russe ma da tempo in Germania, con l’amico C.H., 35enne tedesco, avevano aggredito i due giovani perchè avrebbero tentato l’approccio con le loro fidanzate. I tre agressori, tutti alticci, sono stati arrestati per rissa aggravata e trasferiti in carcere a Venezia.

(…)


IL GIORNALE DI VICENZA.IT

Ieri ha chiesto perdono
«Botte e ingiurie alla madre» Resta in carcere

«Se bevo non mi controllo»

«Chiedo perdono a voi e soprattutto a mia madre, che non merita questo mio comportamento. Purtroppo, quando bevo perdo la testa e non mi controllo più». Fabio Testolin, 42 anni, operaio residente in città in via Turcato, resta in carcere. Lo ha deciso il gip Eloisa Pesenti, che lo ha interrogato ieri mattina al S. Pio X e che ha convalidato l’arresto. Ma dietro le sbarre l’indagato ci resterà ancora per pochi giorni, non appena sarà possibile trovargli un posto in qualche struttura che possa seguirlo per curare la sua dipendenza dall’alcol. È quanto ha chiesto il suo legale, l’avv. Antonio Marchesini, che aveva sollecitato una misura meno pesante del carcere.
Testolin era stato arrestato lunedì sera dai carabinieri del radiomobile, intervenuti su richiesta della madre di 68 anni. La donna aveva riferito ai militari che il figlio beve e da tempo le rende la vita molto difficile. A lungo ha esercitato su di lei una forte pressione psicologica e morale, costringendola a fare quello che voleva lui anche contro ogni logica e buon senso. Dall’inizio di giugno, però, Testolin sarebbe diventato anche violento. Tre le denunce in poche settimane. Quella sera l’aveva minacciata davanti ai carabinieri per aver chiamato il 112. In realtà, i due litigano e si cercano, ed entrambi sono preoccupati per l’altro. «Mi spiace per mia madre», ha detto ieri l’indagato al giudice.


CORRIERE ADRIATICO

Due giovani jesini

Guidavano ubriachi Denunciati

JESI - Due patenti sono state ritirate l’altra sera in città, verso le 2 di notte, a due ragazzi residenti a Jesi che in seguito all’accertamento etilometrico sono risultati essere ubriachi. La prima auto, una Mini è stata fermata lungo corso Matteotti. Al volante si trovava un 33enne di Jesi (L.G. le sue iniziali). Mentre la seconda auto, è stata controllata poco distante, lungo viale Cavallotti. Si tratta di una Audi A3, condotta dal venticinquenne S.C., anch’egli jesino. Entrambi sono stati sottoposti al test dell’etilometro risultando positivi. Superavano abbondantemente il valore previsto dal codice della strada (0,5). I carabinieri di Jesi hanno subito ritirato loro le patenti e li hanno denunciati all’autorità giudiziaria per “guida sotto l’effetto dell’alcol”. Sono state solo due delle tante autovetture controllate nei giorni scorsi nell’ambito del monitoraggio del territorio.

ta.fre.


IL GAZZETTINO (ROVIGO)

VIALE PORTA ADIGE

Calci e pugni al camper

Calci e pugni contro un camper parcheggiato in viale Porta Adige vicino all’hotel Cristallo. A danneggiare il mezzo un ubriaco, sul posto una pattuglia della polizia che ha individuato nelle vicinanze del mezzo un extracomunitario che ha dichiarato di essere iracheno. L’uomo è poi stato accompagnato in questura.


IL MESSAGGERO (PESARO)

FUMO E ALCOL 

Sequestrate tre patenti di guida e denunciati tre ragazzi mercoledì pomeriggio per guida sotto effetto di stupefacenti e in stato d’ebbrezza. Un giovane di 34 anni, fermato a Chiaravalle mentre si trovava a bordo della sua Opel Corsa, è stato trovato in possesso di 15 grammi di hashish complessivi nascosti in casa e nelle tasche dei pantaloni. Sottoposto all’esame delle urine è risultato positivo ai cannabinoidi. Gli altri due ragazzi invece, a bordo delle rispettive auto, sono stati denunciati per il tasso alcolico superiore oltre del triplo al limite consentito.


IL GAZZETTINO (ROVIGO)

EVENTI D’ESTATE 

"Sorridi domani andrà peggio" (ma non solo) per una notte bianca di spettacoli nelle strade di Adria

Il tour di "Sorridi domani andrà peggio" fa tappa ad Adria per la Notte bianca. Duilio Pizzocchi e i comici emergenti Gian Piero Sterpi e Angelino - in concorso per il premio "Peggio di così!" - saranno i protagonisti stasera del quinto appuntamento della rassegna itinerante organizzata dall’associazione "Amici del cabaret", in collaborazione con il Festival del cabaret emergente di Modena. Nella galleria di personaggi di Duilio Pizzocchi, nome d’arte di Maurizio Pagliari, il posto del primogenito spetta all’imbianchino che nei primi anni ’80 spopolava nel circuito delle tv locali. Pagliari era bloccato a casa "da un’ingessatura inguinale", conseguenza di un incidente in moto: per passare il tempo, telefonò a Nuovatelevisione per parlare con Gilberto Rivelli, recitando la parte di quello che sbagliava numero e cercava gli amici Alfio e Tonino. Tolto il gesso, Pagliari andò direttamente negli studi di Nuovatelevisione a ripetere il personaggio che s’era inventato stando a casa in poltrona. E siccome gli studi della tv locale, una delle prime nel Ferrarese, erano davvero "un cantiere" (con scale, secchi di vernice e pennelli) il personaggio, da casalingo, assunse l’abito di scena del pittore e il nome di Duilio Pizzocchi. Da qui, Pagliari alias Pizzocchi ha arricchito la carrellata di "macchiette" con Ermete Bottazzi (il camionista "più incazzato d’Italia"), e poi "la Novella" (stereotipo della "vecchietta che è arrivata fino a oggi"), la cartomante Donna Zobeide (parodia delle astrologhe in tv), fino al freakettone Cactus: mai apparso sulle reti televisive nazionali perché "la tossicodipendenza è un problema grave per molte famiglie, e non è bello scherzarci su Mentre l’ubriaco lo si può fare tranquillamente, perché sulle bottiglie c’è il bollino dei monopoli", racconta Pizzocchi. Sul palco di "Sorridi domani andrà peggio" allestito per la Notte bianca di Adria, saliranno anche gli emergenti Gian Piero Sterpi e poi il comico torinese Angelino. Non solo cabaret, comunque: ad Adria stasera è di scena pure la buona musica. Si potrà essere trascinati dalle sonorità della "Canareo funk band", spettacolo itinerante per le vie del centro, o si potranno gustare i buskers in piazzetta Oberdan. Gli amanti delle melodie classiche potranno invece ascoltare musica di altissima qualità a partire dalle 21.45, presso i giardini del ristorante Minuetto, con ingresso da vicolo della Fossa. Il Forum di cultura musicale "Andreolli" di Adria proporrà infatti "Cantando sotto le stelle", un viaggio musicale tra canzoni e brani del passato e del bel canto. Gli interpreti saranno il soprano Simonetta Casellato e il comico fine dicitore Gigi Franchini, accompagnati al pianoforte da Antonella Cassetta e Alessandro Panella. Una "Notte bianca d’autore" è invece la proposta con cui scendono in campo alcune associazioni con un percorso fatto di emozioni musicali e non. Il programma prevede un mix di situazioni: un incontro sul flamenco, previsto per le 19, nei giardini Tassoni, passando per una cena, uno spettacolo a teatro ed una fiesta flamenca. Tutta dedicata ai giovani infine la serata dei giardini Zen con i gruppi emergenti del panorama rock indipendente italiano.


IL MATTINO (NAZIONALE)

Cibo. Fave e cipolle per risvegliare l’eros

ROSARIA BISCEGLIE Cibo e sesso: una perfetta combinazione per l’esaltazione dei sensi. E nella «bella» stagione, caratterizzata dal rifiorire dell’amore, tutte le trasgressioni sono permesse. Perché, dunque, non dedicarsi alla preparazione di afrodisiaci manicaretti per rendere più piccante cena e dopocena? Così, tanto per unire con doppio legame i due piaceri più semplici ed indispensabili della vita. Ma sarà proprio vero che certi alimenti danno vigore e riaccendono i desideri? Gli antichi Romani erano convinti che «sine Bacco et Cerere non frigescit Venus»: e così l’abbondanza di buon vino e ottimo cibo stimola proporzionalmente il desiderio di abbandonarsi ad altri sensuali piaceri. È per questo che nei monasteri medievali ci si nutriva poco e non si mangiava mai la carne che avrebbe potuto risvegliare istinti altrimenti sopiti. Sono proprio gli alimenti «proibiti» in conventi e monasteri a darci indicazioni sui cibi ritenuti da sempre afrodisiaci. E così, facendo un salto nella storia, si scopre che, contrariamente al senso comune, alcuni alimenti difficili da digerire come ceci, fave, cipolle e porri, castagne, pinoli, fichi secchi, tutti i tipi di spezie, tartufi e asparagi, sono sempre stati considerati tanto eccitanti da temerne gli «effetti collaterali». Afrodisiaci per eccellenza e da sempre sono i frutti del mare: i pesci (in particolare quelli dalla carne grassa) e le loro uova, ma anche i crostacei, le ostriche e i molluschi in generale. Una «credenza», anche questa, che affonda le radici in epoca classica: secondo la tradizione ellenica, tutto ciò che viene dal mare eccita i sensi poiché dal mare nacque Afrodite, dea dell’Amore. È noto che alcune parti di animali abbiano particolari qualità rinvigorenti. Se si spiega facilmente perché i testicoli di toro, agnello e gallo siano considerati afrodisiaci, più difficile è spiegarsi come mai nel Medioevo la parte considerata più stimolante per gli appetiti sessuali fosse il cervello, di qualsiasi animale. È la cioccolata, oggi più che mai, a dominare la top ten degli afrodisiaci. Secondo la leggenda, l’imperatore Montezuma ne beveva quotidianamente grandi quantità per aumentare il proprio vigore sessuale. Ma, per assicurarsi un effetto afrodisiaco, è importante soprattutto la preparazione dei cibi con la giusta combinazione di alimenti e spezie. I maestri della cucina afrodisiaca nascono nella Francia del ’600, quando piatti prelibati avevano il nome di altrettanto prelibate cortigiane, come i filetti di sogliola alla Pomapadour per esempio. Chi cerca ispirazione per preparare una eccitante cena per due può trarre spunto da alcuni noti ricettari: La cucina dell’amore di Omero Rompini pubblicato nel 1926, Venere in cucina di Norman Douglas pubblicato nel 1951, ed i più recenti, notissimi, Le ricette immorali di Manuel Vazquez Montalban e Afrodita di Isabel Allende. Anche la preparazione dei piatti può diventare un momento fondamentale del rituale erotico, come suggeriscono alcune scene di film cult del binomio cibo-sesso, da «La grande abbuffata» a «Come l’acqua per il cioccolato». Chi non vuol cucinare e preferisce saltare dalla preparazione alla degustazione può godersi la sua cena afrodisiaca anche fuori casa. Buona l’idea che è venuta ai ristoratori del ristorante «President» a Pompei: tra varie serate a tema si può scegliere la cena dell’amore, ovvero un menù rigorosamente per due e assolutamente afrodisiaco, dalle ostriche al carpaccio di sarago, dall’astice ubriaca agli asparagi, per chiudere ovviamente con una mousse al cioccolato. 


 

IL MATTINO (NAZIONALE)

L’alcol può inibire

L’alcol, invece, è in grado di limitare o annullare il controllo del super-io, ma se assunto in eccesso ostacola le fantasie amorose. (*) È provato che crea un effetto disinibitorio e sblocca i complessi nei più timidi, ma dietro questo effetto può anche intralciare l’impegno fisico. Anche una cena eccessiva, con il conseguente sovraccarico digestivo, può favorire la sonnolenza più che gli ardori sessuali. 

 
(*) Nota: gli effetti dell’alcol sul comportamento sessuale sono stati riassunti in modo efficace da William Shakespeare: “Provoca il desiderio, ma compromette la prestazione”.


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (BRINDISI)
A ferragosto e nei fine settimana 

Più controlli sulle strade

Per far fronte al consistente incremento di traffico che si prevede nei prossimi giorni, soprattutto nell’imminente periodo di ferragosto e nei fine settimana, lungo le arterie principali della provincia di Brindisi, saranno disposti servizi speciali da parte della Polizia stradale. Il traffico veicolare sarà costituito da una massiccia movimentazione verso località turistiche locali e verso il Salento, del quale questa provincia costituisce il naturale ed obbligatorio transito, nonché dal Salento verso Nord al termine delle ferie estive. Nello specifico si prevede una maggiore intensità di traffico in alcuni periodi: nel primo fine settimana di agosto (dal 4 al 7 agosto), e per la fase di rientro alla fine del mese (dal 25 al 28 agosto) e nel primo fine settimana del mese di settembre (dal 1 al 4 settembre). Pertanto, su direttive ministeriali e del Compartimento Polizia stradale Puglia, la sezione di Polizia stradale di Brindisi intensificherà il numero di pattuglie di vigilanza, al fine di effettuare un’adeguata attività di prevenzione e contrasto dei fenomeni infortunistici, nonché di assistenza e soccorso all’utenza in caso di blocco del traffico. Nei fine settimana maggiormente a rischio saranno impiegate una ventina di pattuglie che si sposteranno in auto o sulle moto per vigilare le maggiori direttrici di traffico (la Ss 7, la Ss 379 e la Ss 613 nel primo tratto verso Lecce). Saranno monitorati tutti quei comportamenti di guida più pericolosi, prestando la massima attenzione alle prescrizioni sull’uso dei sistemi di ritenuta e del casco, sul rispetto dei limiti di velocità, sul corretto uso dei telefoni cellulari e con particolare riguardo alla repressione dei reati di guida in stato di ebbrezza alcolica o sotto l’influenza di sostanze stupefacenti. Saranno, inoltre, intensificati i controlli nei confronti dei veicoli adibiti al trasporto di merci durante i giorni di divieto e saranno utilizzati in maniera sistematica tutte le apparecchiature tecnologiche disponibili per la repressione alle suddette violazioni alle norme di comportamento (limiti di velocità, sorpasso, ecc.), quali il Provida (con relativa possibile trasmissione immagini per monitorare eventualmente l’intensità del traffico e poter gestire qualsiasi emergenza ad esso connesso), l’autovelox e telelaser (per controllo dei limiti di velocità) e l’etilometro per il rilevamento del tasso alcolemico dei conducenti.


LA GAZZETTA DI PARMA

Quel cocktail a rischio con l’alcol

GLI ESPERTI

Quel cocktail a rischio con l’alcol ( a. d. g.) Esiste un’altissima correlazione tra l’uso di droghe e l’assunzione di alcol. Infatti molte informazioni per cercare il sommerso del mondo della cocaina arrivano al Servizio recupero tossicodipendenze di Parma dal Centro di Alcologia. “I danni causati dai consumatori di coca sono spesso sottovalutati e invece sono numerosi a livello psichiatrico”.


IL MESSAGGERO (PESARO)

Jesi. Lo stupro del branco sulla tredicenne ha profondamente scosso monsignor Rocconi: «Bisogna lavorare sulle coscienze dei giovani» 

«La violenza? Non si cura coi lampioni» 

Vescovo e sindaco d’accordo: «Il rimedio non è potenziare l’illuminazione e la vigilanza» 

di MATTEO TARABELLI I

JESI - «Prevenire non significa aumentare l’illuminazione pubblica o assumere nuovi vigili urbani. La prevenzione si fa lavorando sulla coscienza dei giovani». (*) E’ il vescovo Gerardo Rocconi ad affermarlo, sconvolto dallo stupro di gruppo ai danni di una ragazzina di soli 13 anni, che ha scaraventato Jesi sulle cronaca nazionale. Una replica indiretta alle richieste avanzate ieri dai tre presidenti di Circoscrizione, ma soprattutto una presa di posizione energica per bloccare sul nascere considerazioni xenofobe dell’ignobile violenza, compiuta da tre adolescenti di origine dominicana perfettamente integrati in città. «Prevenire è lavorare sulla coscienza, sull’educazione dei propri figli, dare delle regole di vita e imporre, a volte, delle restrizioni - commenta il nuovo pastore della Vallesina - Bisogna rimboccarsi le maniche, esigere comportamenti e orari, e non cadere dalle nuvole. E’ chiaro, servono anche lampioni e vigili, ma non saranno questi accorgimenti a scongiurare nuovi atti di violenza. I presupposti per la devianza infatti ci sono tutti. Basta guardare la televisione, le immagini pubblicate nei giornali, magari nella stessa pagina che riporta il fattaccio, oppure osservare l’abuso di spinelli e di alcol già in età adolescenziale».
Nuova Illuminazione pubblica e ulteriori forze dell’ordine non risolvono la marginalità sociale nemmeno per il sindaco, Fabiano Belcecchi, che catalizza la propria attenzione sull’educazione dei giovani. «Resto francamente sorpreso dalle proposte disarmanti dei presidenti di Circoscrizione - dichiara Belcecchi - un lampione in più non contrasta il disagio sociale. Quando si verificano fatti come questi, significa che non vi è stata da parte di tutti noi la capacità di cogliere i campanelli d’allarme provenienti da situazioni familiari o soggettive dei nostri ragazzi. Segnali spesso impercettibili, ma che soggetti specializzati possono avvertire in anticipo, cogliendone le peculiarità. All’amministrazione il dovere di incrementare tali iniziative, con impegno e risorse, coinvolgendo gli operatori che lavorano a stretto contatto con il Comune, come il Cag e il centro accoglienza per minori, al fine di prevenire e meglio integrare i giovani nei tessuti della società, già a partire dal prossimo anno scolastico». Respinge categoricamente ogni interpretazione xenofoba dello stupro anche il senatore Aroldo Cascia: «Mi dà davvero fastidio questa sottolineatura continua delle origini dei tre adolescenti - tuona - Ragazzi che frequentano le scuole cittadine, hanno amici jesini e sono probabilmente di cultura cattolica. L’integrazione e i problemi degli immigrati sono ben altra cosa». Dello stesso avviso, l’ex sindaco di Jesi, Vittorio Massaccesi: «Non credo si tratti di un problema di integrazione, bensì di un problema educativo, connesso soprattutto con l’azione della famiglia, anzi delle famiglie dell’una e dell’altra parte. Dare genericamente la responsabilità alla società, vuol dire spesso scaricare le responsabilità personali. Certo la scuola ha la sua parte».

(*) Nota: qui di seguito riportiamo le iniziative (che di solito nella rassegna trascuriamo) per promuovere vino e birra trovate oggi sui giornali. La maggior parte sono sostenute od organizzate dai comuni. Se sono queste le iniziative per lavorare sulla coscienza dei giovani, è preferibile mettere dei lampioni.


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (NORDBARESE)

Degustazioni e teatro il 10 agosto 

Migliaia di turisti attesi a Trani per Calici di stelle

Italiani, tedeschi, inglesi e persino alcuni volti asiatici fra le migliaia di turisti che si apprestano a vivere il nuovo, emozionante incontro con Calici di stelle. Un’edizione ricca di novità, che si terrà a Trani giovedì 10 agosto, un evento reso possibile grazie al contributo dell’assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, dall’amministrazione provinciale, dalla Camera di commercio di Bari, dalla Gazzetta del Mezzogiorno e in particolare dell’amministraizone comunale di Trani. Nel corso della conferenza stampa di ieri a Palazzo Palmieri, il vicesindaco Mauro Scagliarini ha sottolineato l’importanza della data tranese, che già nella edizione del 2004 vide partecipare oltre 20mila persone itineranti nel centro storico. E così accadrà anche giovedì, dato che in alcuni dei siti più caratteristici la compagnia Teatro delle Gru riproporrà in forma spettacolare e suggestiva le fasi dell’antica arte di produrre il vino: davanti alla Cattedrale sarà ricostruita una vigna, in piazza Cesare Battisti il palmento, in piazza Trieste la cantina. Le scene si ripeteranno pra

Sabato, 05 Agosto 2006
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