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Rassegna stampa Alcol e guida del 30 luglio 2006

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

OLTRENEWS.IT

COMUNICATO STAMPA Provincia di Lecce

Decine di segnalazioni dei genitori allo Sportello dei Diritti

l’abuso di alcolici dei figli

Una nuova campagna contro l’eccessivo consumo: stop alle pubblicità nocive, etichette dissuasive ed avvertenze sui rischi per la salute sulle bottiglie

Lo “Sportello dei Diritti” della Provincia di Lecce, la cui delega è stata assegnata all’Assessore Carlo Madaro, ha ricevuto decine di segnalazioni da parte di genitori esasperati dall’eccessivo consumo di alcolici da parte dei figli, determinato anche dalla scarsa informazione sui rischi per la salute e dalla influenza negativa di pubblicità che invogliano il consumo. Le lamentele sono conseguenza del comportamento dei giovanissimi consumatori di tali sostanze: mattinate o giornate intere trascorse nel letto, incidenti stradali che a volte si sono trasformati in vere e proprie tragedie, piccole liti in famiglia.

Lo “Sportello dei Diritti quindi lancia una campagna contro l’abuso dell’alcol e propone alcune soluzioni che servano quantomeno a ridurre il consumo di alcolici nelle fasce giovanili della popolazione.

Una prima proposta sarebbe quella di vietare gli spot sugli alcolici.

Di seguito alcuni dati pubblicati di recente sul consumo tra i giovani.

Se si chiedesse a un gruppo di ragazzi di elencare quali sostanze conoscono e quali ritengono potenzialmente dannose, pochi si ricorderebbero di nominare l’alcol. Segno di una diffusa cultura, frutto spesso delle abitudini familiari, che presenta l’alcol in modo ambiguo. Il risultato è che, mentre da una parte si nota una stabilizzazione del consumo medio pro-capite per la popolazione adulta, dall’altra si assiste a un preoccupante incremento dell’uso o dell’abuso di bevande alcoliche fra i giovani. In Italia ne fanno uso 800.000 under 16 e l’alcol rappresenta il primo fattore di rischio per invalidità, mortalità prematura e malattia cronica tra i giovani ed è la causa della morte di un ragazzo su quattro tra i 15 e i 29 anni. L’alcol, infatti, provoca direttamente o indirettamente il 10% di tutte le malattie, il 10% dei tumori, il 63% delle cirrosi epatiche. Ma all’alcol si possono attribuire anche il 41% degli omicidi e il 45% degli incidenti nonché il 9% delle invalidità e delle malattie croniche. Secondo l’OMS i costi annuali, sociali e sanitari, sostenuti a causa di problemi collegati all’alcol sono pari al 2-5% del prodotto interno lordo. In più l’Italia ha il primato negativo dell’Unione Europea, visto che le prime bevute si fanno già a 11 o 12 anni. Quanto basta per rendere l’alcol una delle sostanze più dannose, se abusata. Ma come invertire questa tendenza? Se ne è occupato uno studio, pubblicato sugli Archives of Pediatric and Adolescent Medicine, che si è soffermato sul ruolo svolto dalla pubblicità di bevande alcoliche. E non è un ruolo da sottovalutare.

Una cosa non è in discussione, esordiscono i ricercatori statunitensi: i giovani negli Stati Uniti sono sottoposti a molta pubblicità sugli alcolici. Uno studio del Center on Alcohol Marketing and Youth, condotto sui giornali nel 2003 ha riscontrato che i giovani tra i 12 e i 20 anni sono stati esposti a pubblicità di birra in una misura del 48% superiore rispetto agli adulti in “età legale” per bere, percentuali analoghe per altri superalcolici, con un dato eclatante, 92%, per i cosiddetti alcopops, ossia aperitivi in bottiglia o cocktail. Esaminando le riviste statunitensi emerge poi che le pubblicità di alcolici appaiono più frequentemente nelle riviste a target adolescenziale. E il trend è in crescita. Dal 1997 al 2001 c’è stata 1,6 volte più pubblicità per ogni milione di lettori tra i 12 e i 19 anni. Un trend analogo si osserva, poi, anche nelle tv o alla radio. La domanda che si sono fatti i ricercatori è: quanto le pubblicità condizionano l’approccio all’alcol dei giovani? I produttori di bevande alcoliche, come già nel passato hanno fatto le multinazionali del tabacco, hanno sentenziato che la pubblicità non influenza il consumo di alcol tra i giovani. Ma mancano le conferme. Lo studio cerca di colmare questa lacuna ed è di fatto la prima volta che un campione longitudinale di giovani negli Stati Uniti è stato studiato. Ma come si è svolto? Il team ha intervistato un campione di giovani tra i 15 e i 26 anni, quattro volte dal 1999 al 2001, suddividendo l’analisi in più fasi: 1872 adolescenti intervistati nella prima fase, 1173 nella seconda, 787 nella terza e 588 nella quarta. In parallelo poi sono stati raccolti i dati riguardanti le spese pubblicitarie effettuate su tv, radio e giornali.

I risultati parlano chiaro. Più pubblicità corrisponde a un maggior consumo di alcol. Negli ambienti presi d’assalto dai cartelloni pubblicitari, un giovane di 25 anni arriva a consumare fino a 50 drink al mese. I risultati, commenta l’editoriale, mettono in evidenza come, a fronte del parere dei produttori, l’esposizione a un aggiuntivo messaggio pubblicitario sia correlata a un aumento dell’1% del bere e analogamente ogni dollaro di pubblicità in più porti a un aumento del 3% nel consumo minorile di alcol. L’aspetto vincente della pubblicità sembra essere il messaggio di positività e di successo che ne emerge. Due gli obiettivi perciò. Da una parte ridurre la facilità di accesso dei giovani alle bevande alcoliche, per esempio con leggi più restrittive sull’argomento o con l’aumento dei prezzi delle bevande, dall’altra ridurre l’appeal dell’alcol sui giovani. E per farlo servono campagne mirate dei media.

Un’ulteriore elemento che potrebbe apportare consistenti benefici in tema di riduzione dei consumi potrebbe consistere nell’inserire nella etichettatura delle bottiglie di alcolici slogan dissuasivi e che informino in maniera lapidaria e diretta sui rischi per la salute per i consumatori, in particolare per le fasce più a rischio, tra queste i giovani. Per le sigarette, secondo studi recenti, la nuova normativa ha comportato una drastica riduzione dei consumi; è quindi giunta l’ora di provare anche con le bevande alcoliche.

 

Lecce, 29 luglio 2006 

   L’Assessore al “Mediterraneo” 

 con delega allo “Sportello dei Diritti”

  Carlo Madaro


 

IL SECOLO XIX

Alcolici banditi al motoraduno 

l’iniziativa a carcare 

Carcare. Caffè al posto della birra, aranciata invece del vino. Non sarà un semplice raduno, il "primo moto incontro della Valbormida" di oggi a Carcare, dedicato alla memoria del giovane Gianmaria Genzano, morto in un incidente stradale a Savona. Sarà un raduno di centauri senza alcool, da cui saranno bandite bevande e sostanze alcoliche, per volontà degli organizzatori, il Comune, l’associazione per il tempo libero Blitz e gli amici di Gianmaria che hanno deciso di prestare massima attenzione alla sicurezza. Ed è per questo che oggi (alle 9.30 scatterà la manifestazione non competitiva) gli organizzatori hanno annunciato che per il pranzo non saranno serviti alcolici. (*)

 

(*) Nota: infinite volte questa rassegna ha ospitato articoli che descrivevano motoraduni che dichiaravano la presenza di birra e vino “a fiumi”. Mi pare importante segnalare questa iniziativa, dove l’attenzione per la sicurezza ha portato gli organizzatori a decretare il bando delle bevande alcoliche.


 

CORRIERE.IT

VIALE SUZZANI

Travolta e uccisa in moto da automobilista ubriaco

Un semaforo non rispettato e l’impatto tremendo tra una moto guidata da una donna milanese di 35 anni e un’auto condotta da un peruviano di Lima di 45 anni, residente a Milano. Sull’asfalto, all’incrocio tra viale Suzzani e via Pianel, è rimasto il corpo inerme di Morena B., morta quasi sul colpo: i medici del 118 hanno tentato di rianimarla sul posto ma non c’è stato nulla da fare. Al sudamericano, invece, gli agenti della polizia locale hanno praticato l’etilometro: era in evidente stato di ebbrezza ed era già stato denunciato in passato per documenti falsi. L’incidente è avvenuto ieri sera verso le 20.30. Morena B. era in sella alla sua «Kawasaki» e percorreva il viale in direzione della periferia, Sesto San Giovanni. Lo straniero viaggiava in senso opposto, alla guida di un’Alfa 155. Poi, il non rispetto del semaforo da parte di uno dei due, la svolta a sinistra e lo scontro frontale.


 

L’ADIGE

Ad Anghebeni in Vallarsa le famiglie dei gruppi Acat di Vallagarina e Montalbano

In festa per dire no all’alcol

di CORONA PERER

Si sono ritrovati per dire no all’alcol, per ribadire che ci si può divertire senza dover necessariamente bere, che preoccupa lo sballo giovanile, che il bicchiere non facilita le relazioni interpersonali, e che è soprattutto... una questione di stile vita. Per la terza festa analcolica di Anghebeni, organizzata come di consueto dalle famiglie con problemi alcolcorrelati dei gruppi Acat di Vallagarina e Montalbano, sono arrivate oltre un centinaio di persone. In una giornata calda ma festosa, hanno condiviso esperienze e il gustoso pranzo preparato da Vigilio e Company. Quest’anno pasta con le"giughe", il tipico salametto di S.Lorenzo Banale, carne salada e fasoi, strudel, anguria, caffè. Alla fine una lotteria, per celebrare anche con il gioco un momento in cui le famiglie si scambiano scampoli di vita spesso dolorosa. È stata anche l’occasione per fare il punto su alcune recenti novità organizzative. Dopo l’apertura della nuova sede al centro civico del Brione, ormai funzionante in tutta la sua struttura, l’Acat è impegnato nel garantire reperibilità per tutte le persone che sentissero di essere in qualche modo toccate dal problema dell’alcol. Alla sede si può accedere liberamente, ricorda il presidente Franco Berlanda. Questi gli orari: lunedì (10-12), mercoledì e venerdì (17-19). Chi vuole può chiedere un incontro o programmarlo per telefono (0464/412496) anche lasciando un messaggio. Una novità importante riguarda la campagna radiofonica che verrà avviata sulle frequenze di Radio Italia per dare ulteriori informazioni sulla associazione. Preoccupano soprattutto il sempre crescente numero di sballi giovanili e i pericolosissimi mix di beveroni che vengono somministrati nelle discoteche. Ma a volte sono gli stessi giovani a confezionarsi i mix e a consumarli su un prato o in una festa privata, recandosi prima al supermercato e acquistando separatamente bevande alcoliche. «Vorremmo che si comprendesse che non è l’alcol che fa stare insieme, ma una relazione autentica di amicizia». Sono questi i valori che la festa analcolica di Anghebeni intende richiamare ogni anno sperando che le periodiche feste di valle non finiscano con il solito rituale di ubriacature e vuoti di bottiglie. Basta recarsi sul luogo di una festa il giorno dopo per capire come l’alcol sia la componente determinante dello stare insieme. «Ed è proprio questo lo stile sbagliato che vogliamo combattere mettendo in campo anche le nostre esperienze di vita» dice Franco Berlanda che da quando ha smesso di bere si definisce un uomo completamente nuovo che ha riscoperto la bellezza della vita.


 

CORRIERE.IT

Nei guai anche l’ufficio dello sceriffo che inizialmente non aveva diffuso le frasi ingiuriose pronunciate dall’attore e regista

Gibson ammette gli insulti antisemiti: «Mi farò curare»

Dopo l’arresto per ubriachezza, la confessione: sono alcolizzato da anni

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

WASHINGTON - Mel Gibson era stato arrestato per guida in stato di ubriachezza l’altra notte a Los Angeles e tenuto in cella per cinque ore. Quello che inizialmente non era però emerso, e si è saputo solo ieri (per questo l’ufficio dello sceriffo è ora sotto accusa per insabbiamento) è che Gibson aveva reagito al fermo con insulti antisemiti e gravi oscenità. In un alterco, ha scritto nel suo verbale diffuso ieri dal sito di America On Line Tmz.com l’agente James Mee, il poliziotto che ha fermato l’attore, Gibson ha urlato «ebrei fottuti!», «gli ebrei sono responsabili di tutte le guerre del mondo», e aveva poi chiesto all’agente: «Tu sei ebreo?». In cella, il divo ha anche tentato di orinare sul pavimento.

Poche ore dopo la diffusione delle accuse, l’attore ha rilasciato un comunicato nel quale ammette di «aver fatto cose molto sbagliate per le quali mi vergogno... ho agito senza autocontrollo, ho detto cose disdicevoli che so essere false... combatto da anni contro l’alcolismo, sto intraprendendo passi per far sì che un simile episodio non accada più».

Gibson correva sulla Pacific coast highway a una velocità di 120 km orari circa, il doppio del consentito, con un tasso alcolico di molto superiore a quello legale. Nell’auto aveva una bottiglia di tequila e una di bourbon mezza vuota. Scrive l’agente nel rapporto: «Al momento del fermo, Gibson protesta: "La mia vita è fottuta" e si oppone al test del tasso alcolico... Gli ho dovuto assicurare che se non avesse opposto resistenza io non lo avrei ammanettato, ma si è rifiutato di salire sulla mia auto, tentando di fuggire. Ho dovuto ammanettarlo e spingerlo a forza».

A quel punto, gli insulti: «Vuoi fare il supereroe? Tu sei un fottuto, sarò io a fotterti, rimpiangerai di avermi arrestato, sono il padrone di Malibù e spenderò tutto ciò che ho per regolare i conti con te». Quindi gli insulti antisemiti. Via radio, il poliziotto avvertì il sergente del commissariato di Malibu. Questi filmò Gibson all’arrivo, suscitandone di nuovo la rabbiosa reazione: «Tu, tette di zucchero, che cosa credi di vedere?», Gibson ha gridato a una donna poliziotto. L’attore - il cui padre, Hutton Gibson, ha negato l’Olocausto e considera il Concilio Vaticano Secondo «un complotto degli ebrei» e tutti i papi da Giovanni XXIII in poi «antipapi» - era già stato accusato di antisemitismo all’uscita del suo film La passione di Cristo , ma si era difeso fermamente e il successo del film sembrava aver tacitato le polemiche.

Difficile calcolare oggi le conseguenze che quest’ultimo scandalo potrà avere sulla carriera di Gibson. Ma in un momento in cui Israele è sotto assedio, e tutti gli americani sono invitati a denunciare il razzismo, Hollywood potrebbe non perdonarlo.

Ennio Caretto


 

BRESCIA OGGI

ODOLO

Beve troppo e si schianta contro l’albero

Intervengono a Odolo per rilevare un incidente e scoprono che il conducente è alterato dall’alcol. Ubriaco al punto da non reggersi in piedi.

E’ accaduto alle 4.30 di ieri mattina. Una Ford «Focus» stava percorrendo la provinciale in direzione del Passo del Cavallo che divide Valsabbia con la Valgobbia, quando improvvisamente ha sbandato in curva finendo contro un albero. Un urto violento con seri danni alla carrozzeria, ma lievi conseguenze fisiche per il conducente, un ventiseienne lumezzanese che viaggiava in compagnia di un amico pure lui di Lumezzane.

La pattuglia della polizia stradale di Montichiari ha appurato che il conducete era ubriaco. I poliziotti hanno così chiesto che in ospedale il giovane valgobbino venisse sottoposto alla prova dell’alcol-test che ha dato responso positivo. Tasso dell’1.75%, quasi quattro volte il limite fissato dal codice della strada.

Il giovane si è visto così ritirare dalla polizia la patente di guida e decurtare dieci punti. Ha anche rimediato una denuncia penale. In ospedale i medici hanno appurato che non aveva riportato lesioni.

f.mo.


 

IL GAZZETTINO (Udine)

«Fate presto, c’è un’auto sui binari ...

 Udine

«Fate presto, c’è un’auto sui binari». Sono le 22.30 di venerdì, quando la polizia raccoglie l’allarme di alcuni automobilisti. Contemporaneamente il dirigente "movimento" della stazione ferroviaria di Udine sgrana gli occhi davanti al monitor collegato alle telecamere posizionate in corrispondenza del passaggio a livello: una macchina, precisamente una Ford Fiesta, sta correndo sui binari seguendo il tracciato ferroviario in direzione Venezia. È allarme. La linea viene interrotta e il personale della Polfer raggiunge Pasian di Prato.

L’auto è lì, bloccata sui binari, dopo aver percorso una ventina di metri tra lo sbalordimento degli automobilisti e dei poliziotti. A bordo c’è un cinquantenne friulano, R.S., in evidente difficoltà. Gli agenti lo soccorrono e cercano di liberare i binari il prima possibile. La Fiesta viene agganciata con un cavo al fuoristrada della Polfer e riportata in carreggiata. Poi cominciano gli accertamenti di rito. A cominciare dalla prova dell’alcoltest.

Il tasso alcolico riscontrato dall’etilometro è decisamente alto: 2,60, quando il limite è di 0,5 milligrammi. Il cinquantenne non ha potuto rimettersi al volante della sua macchina. È stato accompagnato negli uffici della Polfer e denunciato per guida in stato d’ebbrezza. La patente è stata ritirata immediatamente e per tornare a casa ha dovuto chiamare i fratelli.

La linea ferroviaria è rimasta interrotta per circa 25 minuti. In quel lasso di tempo a Udine non c’erano treni in arrivo o in partenza. L’ultimo convoglio era transitato alle 22.15, sul "binario dispari", un quarto d’ora prima che R.S. scambiasse il "binario pari" per la strada.


 

CORRIERE ROMAGNA (Ravenna)

Donna ubriaca al volante danneggia auto in sosta

LIDO ADRIANO - Alle 14,30 di venerdì pomeriggio era già ubriaca e, alla guida di una Fiat Punto, ha seminato il panico per le strade di Lido Adriano, danneggiando alcune auto in sosta con grande rischio per i passanti. Una donna di 40 di origine ucraina, ma residente a Cervia in via Galvani, Nelli Mitina è stata arrestata dalla polizia venerdì pomeriggio a Lido Adriano con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e denunciata a piede libero per guida in stato di ebbrezza. Erano da poco passate le 14,30 quando alcuni testimoni hanno riferito al 113 di aver visto sfrecciare, in via Marziale, nel centro di Lido Adriano una Punto con una persona a bordo. L’auto sembra procedere a zig zag con rischi per l’incolumità di alcuni pedoni.In via Marziale la Punto è poi andata a sbattere contro tre auto, danneggiate pesantemente: si tratta di una Polo, una Peugeout 106 e una Lancia Y. Anche un cassonetto di Hera non è stato risparmiato dalla Punto, che appariva visibilmente senza controllo. Una volante di polizia, inviata sul posto, si è messa sulle tracce dell’utilitaria descritta da alcuni testimoni. Pochi minuti dopo gli agenti hanno notato una vettura simile parcheggiata vicino a un bar. Poco lontano, con le chiavi ancora in mano, c’era una donna che faticava a rimanere in piedi. L’ucraina è stata quindi portata in questura per accertamenti, ma purtroppo il suo comportamento non è stato dei più collaborativi. Una volta dentro gli uffici di viale Berlinguer la donna si è rifiutata di sottoporsi all’esame dell’alcol test e ha reagito con violenza ai tentativi del personale di polizia, poi ha anche assunto atteggiamenti autolesionistici cercando di ferirsi volontariamente.In un secondo momento in questura è giunto anche il convivente della donna che ha provato a calmarla e che ha portato alla polizia la patente dell’ucraina, visto che si trovava sprovvista di documenti. La patente, però, le è stata subito ritirata. Ieri la donna, dopo la convalida dell’arresto, ha chiesto i termini a difesa e il processo è stato rinviato a settembre. Nel 2005, per un episodio analogo, le era stata ritirata la patente per sessanta giorni.


 

CORRIERE ROMAGNA (Ravenna)

Etilometri di nuovo “in funzione” nel weekend

 Ravenna - Sono partiti già venerdì sera i controlli di Municipale e polizia nella zona di viale delle Nazioni a marina di Ravenna, in prossimità del quartiere Rivaverde. Rassicurante, al momento, il bilancio di venerdì con 19 auto controllate e nessun guidatore trovato positivo alla prova dell’etilometro. Anche se il grosso della concentrazione di visitatori è attesa per oggi e domani, quando tali controlli saranno nuovamente intensificati così come avvenuto nello scorso fine settimana.Alla Municipale e alla Questura si sommerà il controllo garantito dall’iniziativa della Polizia Stradale “Guido con Prudenza” sia a Marina di Ravenna che a Milano Marittima.


 

IL MESSAGGERO (Umbria)

VIAGGI PERICOLOSI 

Ubriachi in treno minacciano passeggeri con un coltello 

 di UMBERTO MAIORCA

Viaggiare in treno è difficile non solo per orari e coincidenze, ma anche perché, a volte, si possono fare brutti e spiacevoli incontri. È il caso che è stato giudicato in tribunale e che ha per protagonisti due passeggeri che hanno viaggiato senza biglietto sui vagoni della Ferrovia centrale umbra. I due stranieri, visibilmente alterati dall’alcol, erano saliti alla stazione di Sant’Anna di Perugia. Una volta all’interno del vagone avevano subito iniziato ad infastidire delle ragazze. Altri passeggeri erano subito intervenuti per allontanare i due. Ma questi reagivano con minacce e insulti. All’arrivo del capotreno, inoltre, davano ancora di più in escandescenze.

Alla richiesta di mostrare il biglietto, infatti, si mettevano ad inveire, urlare e sputare sul controllore e sui passeggeri. Tanto che il controllore invitava i passeggeri a spostarsi in un’altra carrozza e anche lui lasciava perdere i due e si metteva al sicuro, lontano; non senza, però, allertare la polizia via telefono. Il convoglio si fermava a Ponte San Giovanni e i due stranieri decidevano di scendere. Sulle porte e sulla banchina, però, continuavano ad infastidire passeggeri e personale ferroviario. Uno dei passeggeri, a questo punto, ha spintonato uno dei due stranieri e quello ha tirato fuori il coltello. Ma non ha fatto in tempo ad usarlo perché dietro di lui c’erano gli agenti della Polizia, che hanno arrestato entrambi. I due, difesi dall’avvocato Michele Rotunno, sono stati rinviati a giudizio per minacce, ingiurie e porto abusivo d’arma.


 

IL MESSAGGERO (Ancona)

FILOTTRANO 

“Bravata” del ragazzino ubriaco: prende a picconate l’ambulanza 

 FILOTTRANO - Un minorenne di Filottrano deve essersi dimenticato del celebre detto “non sparate sulla Croce Rossa” e senza un evidente motivo ha preso a “picconate” un’ambulanza della locale Cri. Forse aveva alzato un po’ troppo il gomito e sotto l’effetto dell’alcool, l’altra sera, si è accanito con un attrezzo contro il mezzo sanitario, parcheggiato vicino alla sede dell’associazione. Il ragazzo non ancora maggiorenne ha provocato danni alla carrozzeria esterna dell’autolettiga e della questione sono stati investiti in un primo momento i carabinieri della locale stazione. Per evitare conseguenze spiacevoli al figlio si è fatto avanti il padre del minorenne che dichiarandosi dispiaciuto per quanto era avvenuto ha annunciato di volersi accollare tutte le spese di riparazione dei danni prodotti sull’ambulanza. Il caso si è quindi chiuso senza risvolti penali. La giustizia minorile infatti prevede l’estinzione della pena in caso di piccoli reati di cui il ragazzino subito si pente, ed i genitori si prestino a risarcire il danno. Come in questo caso. Va da sè che il ragazzino deve essersi preso una bella lavata di capo, sia per il gesto (attribuibile ad una sbronza davvero fuori età) sia per l’“assegno” che ha dovuto firmare il genitore. Pare qualche centinaia di euro.


 

IL GAZZETTINO (Venezia)

Firmata l’ordinanza contro alcolici e bottiglie di vetro

 Jesolo

Il sindaco ha firmato l’ordinanza che prevede il divieto della vendita delle bottiglie in vetro dopo l’una di notte e degli alcolici dopo le cinque (*) da Largo Augustus a piazza Mazzini. "Rilevato - si legge nell’ordinanza - che in Piazza Mazzini e zone limitrofe si registra l’eccessivo consumo di bevande alcoliche da parte di giovani, anche minorenni, che porta all’inevitabile conseguenza del manifestarsi di schiamazzi, in particolare nelle ore notturne, tali da turbare la quiete pubblica ed è accompagnato dall’abbandono, dopo l’uso, in strade, porticati e piazze di bottiglie in vetro di bevande alcoliche; ".

Il provvedimento sarà in vigore tutti i giorni fino al 18 settembre, per queste zone: in piazza Mazzini e nelle zone limitrofe alla stessa individuate in via Nievo - tratto da via Pindemonte fino all’arenile, via Aleardi - tratto da via Bafile a via Aquileia, via Vicenza - tratto da via Aleardi a via Zanella, via Trentin - tratto da via Nievo a via Zanella, via Bafile - tratto da via Aleardi a Largo Augustus, compresa la zona lato mare fino all’arenile, via Zara - tratto da via Nievo a via Zanella, compresa la zona lato mare fino all’arenile, via Volta - tratto da via Aleardi a Largo Augustus, via Pindemonte - tratto da via Aleardi a via Campana, via Aquileia - tratto da Largo Augustus a via Aleardi - e piazza Internazionale.

 

(*) Nota: incredulo sono andato a cercare il testo dell’ordinanza, e l’ho trovato (http://www.jesolo.it/events.asp?l=1&id=1993&idmen=135 ).

Il divieto di servire alcolici tra le 5 e le 6 del mattino appare una presa in giro: o le cose si fanno sul serio o è inutile farle. Dal momento che per questa gente il problema non è l’alcol ma solo il vetro delle bottiglie, tanto valeva limitare l’ordinanza solo al divieto di vendita delle bottiglie di vetro.


 

IL MESSAGGERO

ARICCIA 

Stop a mezzanotte: fraschette in rivolta 

 di ENRICO VALENTINI

A due giorni dall’introduzione dei nuovi orari di chiusura dei pubblici esercizi nel centro storico di Ariccia, monta la protesta dei gestori di fraschette, bar e ristoranti costretti in piena stagione estiva a cessare ogni attività a mezzanotte in punto, salvo una proroga di mezz’ora per la serata del sabato. Letteralmente inferociti i gestori delle tipiche fraschette che hanno fatto la fortuna commerciale del piccolo centro castellano, obbligati adesso, a svolgere entro i venti minuti successivi alla chiusura al pubblico le varie operazioni di pulizia dei locali e delle attrezzature, come impone una corretta prassi igienica e le normative sanitarie.

Entro dieci giorni dalla notifica dell’ordinanza firmata dal neoeletto sindaco Emilio Cianfanelli, i gestori dei pubblici esercizi dovranno scegliere un orario compreso tra una fascia minima e una massima che comunque non può sforare la mezzanotte. «Nonostante il contributo dato allo sviluppo economico e all’occupazione dei residenti - sottolinea Fabiola Leopardi titolare di una fraschetta al centro di Ariccia - continuiamo ad essere considerati le cenerentole del paese. E’ troppo facile colpire nel mucchio, mentre evidentemente il comune non riesce ad organizzare quei doverosi controlli che risolverebbero alla radice il problema dei rumori e dell’ubriachezza molesta e permetterebbe a centinaia di onesti lavoratori di operare con maggiore tranquillità».

Con l’ordinanza, già annunciata in campagna elettorale dal sindaco Cianfanelli, si tenta così di risolvere l’annoso problema del disturbo della quiete pubblica nel centro che interessa circa duemila residenti. «Occorre uscire da una situazione - spiega Cianfanelli- diventata con il tempo assolutamente insostenibile. Il diritto al lavoro dei commercianti è sacrosanto quanto il diritto al riposo dei duemila cittadini ai quali è stato letteralmente tolto il sonno. Con questa ordinanza vogliamo porre le basi per contemperare le esigenze di quanti sono parti in causa». In settimana, intanto, è annunciata una riunione operativa con vigili urbani, carabinieri e polizia chiamati a far rispettare un’ordinanza che prevede varie tipologie di multe: dai 516 ai 3098 euro, fino alla chiusura dei locali.


 

COMUNICATO STAMPA Comune di Firenze

Firenze, 28 Luglio 2006

DIPENDENZE, IN AUMENTO L’ABUSO DI ALCOL, CANNABIS E COCAINA. L’ASSESSORE CIONI: "UN FENOMENO COMPLESSO CHE RICHIEDE UN APPROCCIO CENTRATO SUL RECUPERO E L’INCLUSIONE SOCIALE"

Oltre 1.800 persone per l’uso e l’abuso di sostanze stupefacenti cui si devono aggiungere i quasi 800 soggetti con problemi legati all’alcol. Sono questi i numeri degli utenti dei servizi territoriali fiorentini per problematiche legate alla dipendenza illustrati oggi dall’assessore alle politiche sociosanitarie e presidente della Società della Salute Graziano Cioni. Erano presenti anche i rappresentanti del Coordinamento comunale dipendenze l’organismo che riunisce tutte le istituzioni pubbliche (dal Comune all’Azienda sanitaria, dalla Prefettura al Provveditorato agli studi) e i soggetti del privato sociale (come le associazioni, le cooperative e via dicendo). Tra questi Paola Trotta del dipartimento dipendenze dell’Azienda sanitaria fiorentina, Antonella Righini del nucleo operativo tossicodipendenze della Prefettura, il presidente del Ceis Don Giacomo Stinghi ed Enrico Palmerini del Progetto Arcobaleno.

"Le dipendenze rientrano nel fine istituzionale della Società della Salute - ha esordito l’assessore Cioni - ed è per questo che oggi con le rappresentanze istituzionali e associative che operano in questa area vogliamo dare un quadro esauriente di come affrontiamo le problematiche emergenti ed alcuni dati di tendenze sul nostro territorio".

Da una parte l’utenza dei servizi territoriali (ovvero 6 Sert di cui uno competente per Sollicciano) risulta stabile con una tendenza all’aumento del consumo di alcol, cannabis e cocaina, pur mantenendo l’eroina la centralità come sostanza di uso primario. Su un totale di 1.876 soggetti in carico ai servizi fiorentini, di cui 1.526 maschi e 350 femmine, il 75% manifesta uso primario di eroina, il 11% di cannabis ed il 10% di cocaina. I nuovi casi sono 608 pari al 32% del totale degli utenti. Per quanto riguarda le sostanze, la più usata tra gli utenti dei Sert è ancora l’ eroina, che conta 1.423 tossicodipendenti, la cannabis è all’ 11% mentre la cocaina sale al 10,3%,. Un dato più contenuto rispetto a quello nazionale (13,5%), come ha evidenziato Paola Trotta dell’Azienda sanitaria che ha anche sottolineato come la seconda sostanza d’abuso è una sostanza legale, ovvero l’alcol. "Sono sempre di più sono le persone con problemi di abuso di alcol che si rivolgono alle strutture: l’anno scorso 781 persone mentre sulla base di stime epidemiologiche sul territorio fiorentino si prevedono 15mila persone con problemi di alcool".

A questi si devono aggiungere i dati relativi al carcere dove la presenza di tossicodipendenti ha registrato nell’ultimo anno un deciso incremento passando, a livello nazionale, dal 25% al 29% degli ingressi di cui il 25% recidive. E i dati fiorentini, in questo ambito, sono emblematici: "A Sollicciano - ha spiegato l’assessore Cioni - il 40% dei detenuti è in carcere per problemi legati alla tossicodipendenza, cui si devono aggiungere le 50 persone ’ospiti’ presso l’istituto di custodia attenuata Gozzini e una decina dell’istituto minorile Meucci. In tutto siamo sull’ordine di 450-460 persone. Un dato davvero preoccupante - ha aggiunto l’assessore - resto ancor più grave dal fatto che un detenuto su quattro, dopo essere uscito, rientra in carcere: tutto questo testimonia, una volta di più, la necessità di politiche che puntino più sul recupero e l’inclusione sociale piuttosto che sulla repressione".

Tornando alla situazione sul territorio, molta attenzione viene riservata anche alla popolazione giovanile. I servizi di prevenzione messi in atto dal Comune insieme all’Asl e al terzo settore sono numerosi: nel 2005 sono stati contattati oltre 5mila ragazzi (1.300 in strada, 3mila in occasione di concerti o di rave party o fuori dai pub, 590 nelle scuole e 500 presso il centro Java). Senza contare le consulenze e gli interventi personalizzati (100), gli interventi di bassa soglia (100 contatti), il reinserimento sociale e lavorativo (40 persone). I servizi hanno anche effettuato una ricerca sull’andamento dell’uso di sostanze nella popolazione giovanile attraverso interviste e questionari mirati su un target specifico di giovani (un campione di 400 ragazzi tra i 14 e 26 anni rilevati in contesti ad alto rischio come discoteche e rave party). Da questa ricerca, ovviamente non rappresentativa dell’intera popolazione giovanile, si evidenzia un uso elevato di alcol per il 98% degli intervistati, di superalcolici per l’82%, di cannabis per il 78%, di cocaina per il 32%, di eroina per il 6,5%. Da sottolineare anche che il 34% degli intervistati dichiara di utilizzare più di una volta la settimana l’alcol, il 28% la cannabis, il 22% i superalcolici e il 4% la cocaina. L’andamento rilevato sui policonsumi evidenzia un uso frequente di alcol, superalcolici e cannabis cui seguono gli stimolanti.

Per quanto riguarda il luogo di assunzione è da rilevare che oltre ai contesti di intrattenimento discoteche, concerti e via dicendo, la percentuale più elevata degli intervistati riferisce di consumare prevalentemente a casa propria (50%) o di amici (67%). "Un fenomeno - ha aggiunto l’assessore Cioni - che richiede da parte dei servizi un ripensamento degli interventi di prevenzione". Inoltre riferiscono che quando hanno avuto problemi con le sostanze si sono rivolti quasi esclusivamente ad amici. Anche l’area della marginalità è impegnata nelle problematiche della tossicodipendenza ospitando 42 soggetti tossicodipendenti nelle strutture del polo della marginalità che, insieme agli utenti inviati dai Sert nelle strutture, rappresentano il 18% del totale.

Infine i dati del nucleo operativo delle tossicodipendenze della Prefettura che mostrano come la maggioranza delle segnalazioni sono relative alla cannabis e crescono quelle relative alla cocaina. (mf)


 

BRESCIA OGGI

Massimo riserbo nell’inchiesta dei carabinieri. Restano in carcere il barista 62enne presunto violentatore e le ragazzine che avrebbero tenuta ferma la vittima

Stuprata a 16 anni, l’indagine si allarga

L’ipotesi di minori convolti in un giro sesso-cocaina.

Il procuratore Quaranta: «Genitori, controllate i vostri figli»

Un giro di «Lolite», di «ninfette», di ragazzine che barattavano soldi o cocaina con prestazioni sessuali? Episodi circoscritti o la punta di un iceberg? Saranno le indagini svolte dai carabinieri di Sant’Eustacchio e coordinate dal pm Roberta Licci della Procura della Repubblica e dal pm Nicola Castagnaro della Procura dei minori (fra i tre arrestati ci sono una 15enne e una 16enne) a delineare i contorni della squallida vicenda venuta a galla dopo la denuncia di una ragazzina con problemi di epilessia che aveva cercato di uccidersi, dopo quella violenza sessuale subita agli inizi dell’estate nell’ex deposito della Croce Rossa in via Malta a Brescia due.

In carcere L.L., noto barista di 62 anni con attività nel centro cittadino e le due amiche della vittima che l’avrebbero tenuta bloccata mentre il rapporto si consumava. Entrambe si difendono sostenendo che l’amica era consenziente.

Le indagini. La Procura ha imposto il massimo riserbo. Nulla deve trapelare per non intralciare le indagini. Si deve capire se ci siano o meno altre vittime e chi potrebbero essere i clienti di queste ragazzine. E quanti minorenni che frequentavano lo stesso ambiente potrebbero aver accettato lo scambio sesso-cocaina.

Il sospetto è che qualcuno sappia e per paura di ritorsioni o per vergogna preferisca il silenzio. Si fa appello alle famiglie e agli stessi ragazzi affinché collaborino con gli inquirenti. Tra i frequentatori del «giro» potrebbero esserci altri adulti, forse facoltosi. Da qui l’ipotesi che qualche ragazza possa aver accettato di «vendersi» per avere denaro da reinvestire in vestiti alla moda, nel cellulare dell’ultimo modello o nel braccialetto da mostrare agli amici. Ipotesi e nulla più. Solo una pista.

I tre arrestati. A Canton Mombello è rinchiuso il barista. Venerdì, davanti al gip Roberto Spanò, è rimasto una decina di minuti per l’interrogatorio di garanzia. Al suo fianco l’avvocato Alberto Scapaticci. Il barista ha respinto le accuse e poi si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ha così fatto subito ritorno in cella. Al Beccaria di Milano sono rinchiuse una quindicenne di origine slava e una sedicenne bresciana. «Ragazze con problemi», fa capire chi indaga, «attirate dalla bella vita». Da capire quale fosse il loro ruolo. Procacciavano giovani da avviare al «giro»? Procuravano la cocaina?

Il ricorso. I giudici del Tribunale del riesame hanno respinto l’istanza di revoca della custodia cautelare in carcere presentata dai legali delle minorenni. Le ragazze accusate di violenza sessuale, più una terza ragazza risultata estranea, a giugno avevano incontrato la vittima al Luna park. La ragazzina violata era fuggita dalla comunità protetta che la ospitava.

L’allarme. La vicenda ha generato allarme tra molti genitori bresciani che hanno figli che frequentavano i protagonisti di questa squallida storia. Il timore è che siano finiti nel «giro» della cocaina. Alcuni genitori hanno chiamato anche ieri le forze dell’ordine chiedendo chiarimenti, o hanno messo sotto torchio i figli. E di rapporto difficile tra genitori e figli parla il procuratore capo dei minori Emilio Quaranta. «Troppi genitori non sanno, non vedono. E troppi ragazzi oggi assumono dosi eccessive di alcol e cocaina. Ogni giorno la polizia trova ragazzi alterati. E molte ragazze prima di andare a ballare fanno uso di alcol e poi di cocaina».

Cosa fare? «Punizioni. La famiglia deve riappropriarsi di un dovere etico e morale, quello dell’educazione dei figli. Anche con punizioni corporali (*) o divieti, sempre nel rispetto della legge. Qualche sculacciata ogni tanto farebbe bene. Uso e non abuso, sia ben inteso. I pericoli sono presenti ogni giorno».

Il denaro. Emilio Quaranta accenna anche ai soldi. «I genitori devono controllare i figli. Chiedere con che denaro sono stati effettuati certi acquisti. Con che soldi si va a ballare. E’ molto importante instaurare un buon rapporto con i nostri figli. Prima che sia troppo tardi. Sapere chi frequentano e dove vanno quando escono di casa. Importante cogliere certi disagi, capire perché il comportamento dei nostri ragazzi muta all’improvviso. O perché cambiano le abitudini».

Prostituzione. La vicenda venuta alla luce venerdì ha tra i protagonisti una persona non più giovanissima. Il procuratore Quaranta calca la mano. «Siamo di fronte ad un giovanilismo senile che fa paura e a degrado adolescenziale. Sessantenni che vanno in palestra o fanno uso di farmaci per sentirsi ragazzini e che avendo soldi credono di poter far tutto, di comprare ogni cosa. Il fenomeno della prostituzione è sempre esistito anche a Brescia. Anni fa, quando ero pretore, ho seguito vicende di ragazze di buona famiglia che si vendevano sui viali per aver denaro, per fare la bella vita. Oggi alla bella vita si unisce la coca. E sono disposte a tutto per la droga».

Il contesto della vicenda è ancora da chiarire, come conferma Quaranta: «Le indagini non sono concluse. Ma dagli elementi a mia disposizione lo ritengo un episodio fortunatamente circoscritto».

Franco Mondini

 

(*) Nota: il procuratore capo dei minori che auspica punizioni corporali francamente non me l’aspettavo.


 

Lunedì, 31 Luglio 2006

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