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Rassegna stampa Alcol e guida del 7 luglio 2006

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

 

www.viverelacitta.it/firenze.htm 

Nota: a questo indirizzo potete trovare l’appello al Sindaco di Firenze, da parte dell’Associazione FIRENZE-CITTADINI PER VIVERE LA CITTA’, per richiedere un’ordinanza che vieti la vendita di alcolici in tutta la città per domenica 9 luglio, giorno della Finale del Campionato del Mondo di calcio.

Ve lo segnalo perché mi pare molto interessante, anche alla luce di tutti gli episodi di violenza e teppismo riportati in questo periodo da questa rassegna in relazione alle partite dei mondiali di calcio.

Intanto a Bari… leggete i prossimi due articoli!

 
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (NORDBARESE)

Stop alle bevande alcoliche dalle 14 del 9 luglio alle 7 del 10 

Una finale senza alcol

La Prefettura conferma i divieti di vendita e mescita

La Prefettura di Bari ha disposto alcune misure per la sicurezza pubblica, in particolare il divieto di vendita e consumo di alcolici nel capoluogo e in tutti i comuni della provincia, per il 9 luglio prossimo, data in cui si terrà la finale del campionato mondiale di calcio. Al divieto saranno interessate anche Barletta, Andria eTrani. Il provvedimento della Prefettura prevede il divieto di vendere e somministrare nei pubblici esercizi bevande alcoliche dalle ore 14,00 del 9 luglio alle 7,00 del giorno successivo; consumare in luogo pubblico bevande alcoliche nello stesso arco di tempo; vendere nei pubblici esercizi prodotti in contenitori di vetro e/o latta o di qualsiasi altro metallo per tutta la giornata del 9 luglio fino alle 7,00 del giorno successivo; portare in luogo pubblico dalle ore 19,00 di domenica prossima alle ore 7,00 del giorno successivo contenitori di vetro e/o latta o di qualsiasi altro metallo. Un analogo provvedimento era stato disposto dalla Prefettura di Bari in coincidenza con la partita Italia-Germania del 3 luglio scorso. In quell’occasione i divieti furono rispettati, anche se solo in parte: molti supermercati della zona, infatti, nel dubbio se vendere alcolici o no (non avevano ricevuto l’ ordinanza) optarono per la soluzione a loro più favorevole: continuare a vendere tutto e di tutto.


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (BARI)

Domenica niente alcolici 

Quei caroselli restano vietati

Tifosi baresi o non baresi, comunque convenuti a Bari per le ferie o solo di passaggio: attenzione, attenzione. Gli eventuali festeggiamenti del dopo-partita di domenica dovranno svolgersi rigorosamente senza alcol e a piedi. La vendita degli alcolici è vietata anche questa volta e non solo a Bari e negli altri otto comuni principali della provincia, ma in tutti i quarantotto centri del Barese. E anche per la finale dei Mondiali restano vietati pure i caroselli di auto e motociclette. Anzi: «L’ordinanza resta valida ora e sempre, indipendentemente dalla partita di domenica», osanna il vicesindaco Emanuele Martinelli, delegato alla sicurezza. Insomma, se ci sarà da festeggiare, fatelo pure ma attenti alle multe. E calcolate che si rischia pure la denuncia penale. Esattamente come è avvenuto in occasione della semifinale tra Italia e Francia, le ordinanze da rispettare sono due: una firmata dal prefetto, l’altra dal sindaco. La prima riguarda la vendita delle bevande. Martedì scorso l’ordinanza riguardava solo nove comuni compreso il capoluogo; il provvedimento adesso è stato esteso a tutta la provincia di Bari «in considerazione - fa sapere la Prefettura - delle segnalazioni e delle richieste pervenute dalle forze dell’ordine e da altre amministrazioni comunali». È dunque vietato vendere e somministrare bevande alcoliche nei pubblici esercizi dalle 14 di domenica alle 7 del lunedì; nella stessa fascia oraria è vietato consumare alcolici in luogo pubblico. Per tutta la giornata di domenica e fino a lunedì mattina è anche vietato vendere bevande in lattina o bottiglie di vetro ed anche portarle in luogo pubblico per la consumazione. Per i trasgressori scatterà la denuncia penale in base all’articolo 650 del codice. Dello stesso tono l’ordinanza del sindaco, che vieta - anche in virtù del codice della strada - quelle gimkane con le sirene spiegate per le strade della città. Si potrà festeggiare - se l’Italia vincerà i Mondiali - ma senza eccedere. L’obiettivo dell’amministrazione è indurre i baresi a far festa tutti insieme, pacificamente, a piedi, nelle strade e nelle piazze, senza correre rischi di tamponamenti o investimenti. «L’ordinanza è stata ridicolizzata anche da qualcuno della maggioranza - ammette il vicesindaco - ma non si cambia: è un fatto di civiltà». Dunque i vigili, anche in borghese, continueranno a rilevare la targa del mezzo dei trasgressori, così come le telecamere fisse della sicurezza pubblica continueranno a filmare per documentare quanto accade. I quattro maxischermi restano confermati. Anche se la luce del tramonto potrà minare la visione del primo tempo, resteranno installati a Japigia, Carbonara e al rione «San Paolo». Il quarto schermo, davanti alla prefettura, almeno per il primo tempo sarà sistemato sotto il porticato del teatro Piccinni per essere protetto dalla luce. E corso Vittorio Emanuele resterà area pedonale. Buona festa a tutti.


IL SECOLO XIX

Ordinanza anti-alcol per la finale il sindaco Berruti corregge il tiro

Vertice con il prefetto e il questore. Domenica in città sarà vietato solo l’asporto di bevande. Rinviate alcune feste religiose

L’ordinanza anti-alcol in piazza verrà ribadita per la finale di domenica sera. Ma non sarà una copia fedele del provvedimento che ha fatto "discutere" (per usare un eufemismo) martedì scorso: ci sarà un ritocco che metta d’accordo le esigenze dei pubblici esercizi con l’obiettivo di garantire l’ordine pubblico. Quale? «L’inserimento del termine "da asporto" - spiega il Comune - ovvero la vendita di bottiglie di vetro e alcolici sarà vietata nei locali del centro ma solo per l’asporto. Chi invece vorrà consumare nei locali, che siano pizzerie o ristoranti, potrà farlo».
Questa la decisione al termine del vertice di ieri sera in Prefettura tra il prefetto Nicoletta Frediani, il sindaco Federico Berruti e il questore Giovanni Trimarchi. Si sono visti per fare il punto sul problema dell’ordine pubblico durante e dopo le partite degli azzurri. E l’argomento alcol era al primo punto visti i problemi (le polemiche) provocati dall’ordinanza del sindaco che per la semifinale ha vietato tutta la vendita di alcol in centro facendo saltare i nervi a Confesercenti e Rifondazione Comunista (hanno lamentato il grave danno a bar e ristoranti). Ora inserendo la clausola dell’asporto il problema dovrebbe essere risolto. In pratica la nuova ordinanza chiarirà che domenica sera, dalle 18 all’una, in centro a Savona i pubblici esercizi non potranno vendere alcol e in generale bottiglie solo ai clienti che chiederanno di portarle via. Viceversa potranno venderli a chi consuma all’interno, senza uscire per strada.
«Questa volta il sindaco vieterà la vendita di bottiglie da asporto dalle 18 all’una perché la partita inizia prima, alle 20 - conferma il Comune - l’ordinanza verrà firmata domani (oggi, ndr) dopo un incontro con le associazioni di categoria cui verrà spiegato il senso di questo provvedimento. Il senso, sia chiaro, è che l’ordinanza vuole ridurre al minimo i pericoli per l’ordine pubblico senza creare disagi alle attività economiche e ai pubblici esercizi. Va sottolineato, tra l’altro, che nel vertice in Prefettura l’iniziativa è stata condivisa da Prefetto e Questore».
Dal punto di vista dei problemi scaturiti dai festeggiamenti di martedì c’è da segnalare che ieri il giudice ha disposto il ritorno in libertà del varazzino arrestato per aver aggredito un carabiniere a Varazze (Matteo Firpo, 19 anni). Perché? Semplice: deve sostenere l’esame di maturità (frequenta il liceo Chiabrera).
La finalissima di domenica sera sta invece creando mal di pancia a due celebrazioni religiose. A Noli dovrà fare i conti col "dio pallone" anche la processione del patrono Sant’Eugenio: era prevista alle 21, verrà anticipata alle 18. Chi non cambierà programmi è invece la parrocchia di Casanova (Varazze): domenica festeggerà il beato Jacopo da Varagine anche con un concerto alle ore 21. «Non si può spostare, lo faremo» spiega il parroco don Lorenzo Caviglia.
Dario Freccero


AUDIO NEWS.IT

Vino adulterato e contrabbando, sei arresti

12.16: Nel barese stamane sei persone sono state arrestate con l’accusa di far parte di un’organizzazione dedita alla sofisticazione e al contrabbando di vino. Sequestrati 19.000 litri di alcool irregolarmente denaturato e 4.400 kg di sostanze denaturanti.


IL GAZZETTINO (TREVISO)

In piazza Borsa dalle 17 alle 20.30 con Trevisoviva

Quiz e test per imparare a guidare in sicurezza

 (A.G.) Alcoltest, drugtest e verifica dei punti della patente. Oggi in piazza Borsa dalle 17 alle 20.30 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti assieme all’Osservatorio della motorizzazione civile di Venezia metterà in campo uomini e mezzi per promuovere la guida sicura, lontana dai rischi connessi all’abuso di alcol. Trevisoviva, l’associazione presieduta da Mirella Tuzzato, sarà presente in piazza per sensibilizzare i trevigiani, perché "guidino in maniera prudente, senza eccedere con l’alcol e prestando attenzione alla strada".

"Verranno fatti test e quiz di guida sicura per far capire che una macchina può diventare una bomba - spiega la Tuzzato -. Io mi muovo in bicicletta e posso affermare che la gente in auto è disattenta: non rispetta i segnali, passa con il rosso e risponde al cellulare mentre guida. È una vergogna: ci lamentiamo tanto delle nostre strade, ma il problema vero è il modo in cui guidiamo. E anche i ragazzini in motorino hanno incominciato a scambiarsi sms mentre si spostano lungo le vie della città, i loro genitori dovrebbero intervenire, ma non lo fanno".


IL GAZZETTINO (PORDENONE)

Sicurezza, il decalogo per l’estate

L’ordine pubblico, gli incidenti stradali e i rumori al centro del vertice in Prefettura

C’erano tutti - Carabinieri, Polizia di Stato, Stradale, Ferroviaria e Municipale, Guardia di Finanza, Vigili del fuoco, operatori del 118, Ass 6, Soccorso alpino, Guardia forestale, Nucleo ecologico dei Carabinieri, Arpa, Autovie Venete, Anas - ieri mattina, a Pordenone, al vertice convocato dal prefetto Vittorio Capocelli per discutere e affrontare un tema più che mai attuale, quello delle misure per la sicurezza del territorio durante la stagione estiva. Si è parlato di ordine e sicurezza pubblica, di sicurezza stradale, di soccorso, di emergenze ambientali. Una panoramica a 360 gradi per mettere in campo un coordinamento tra tutti gli attori interessati alla prevenzione e all’intervento.

Ed sono stati proprio il coordinamento e la sinergia a farla da padrone: il prefetto Capocelli porta infatti avanti da tempo una politica di dialogo tra le forze dell’ordine nell’ottica di ottimizzare le risorse e garantire così interventi più rapidi e mirati. Un progetto che si è già concretizzato in città, dove Polizia di Stato e Municipale e Carabinieri lavorano insieme, suddividendosi, ogniqualvolta è possibile, i compiti. E il vertice di ieri ha difatti consentito a tutti i presenti di venire a conoscenza dei piani e degli obiettivi degli altri soggetti; uno strumento importante per evitare doppioni e permettere una maggiore interazione.

Per quanto riguarda il tema che forse interessa di più i cittadini, quello dell’ordine e la sicurezza pubblica, il prefetto ha invitato tutti i presenti a intensificare i controlli su tutto il territorio provinciale, possibilmente anche durante le ore notturne. E a questo proposito il questore Vincenzo Carella ha reso noto che emanerà delle ordinanze specifiche atte a coordinare l’attività delle Forze dell’ordine. Non è previsto, però, nessun incremento degli organici: i tagli si fanno sentire ovunque; l’imperativo è fare con quel che si ha.

Un altro punto affrontato durante il vertice che si è tenuto ieri in Prefettura, a Pordenone, era quello della sicurezza stradale. D’estate, complice il caldo e la voglia di stare fuori di più, spesso gli incidenti stradali aumentano, come pure i casi di persone ubriache al volante. Per cui anche in questo frangente saranno intensificati i controlli sulle strade della provincia. Autovie Venete, che gestisce la rete autostradale, ha assicurato di aver aumentato il numero di uomini e mezzi a disposizione 24 ore su 24. Le Polizie Municipali, a seconda delle possibilità, hanno invece garantito controlli fino a mezzanotte e la reperibilità. Non mancheranno gli autovelox che, oramai, sono diventati presenze costanti nelle arterie strategiche dell’intera regione.

Poi il problema dei soccorsi, degli interventi sanitari veri e proprio, gli operatori del 118 e i Vigili del fuoco (che da poco hanno firmato un protocollo per operare in sinergia) si sono detti pronti ad affrontare eventuali emergenze (compatibilmente con l’organico). Per quanto riguarda invece il Soccorso alpino, è stato spiegato che sono 55 gli uomini operativi in provincia, dislocati in tre distaccamenti. Per loro già da qualche tempo l’impegno è aumentato, dato che le gite in montagna con il bel tempo sono per molti un’abitudine consolidata.

Ultimo argomento affrontato, ma non meno importante, è stato quello dei rumori, una delle "piaghe" estive più sofferte, vuoi perchè le finestre rimangono aperte, vuoi perchè la notte la si vive di più. Ma, è stato sottolineato, il problema è frequentemente causato dal fatto che molti locali pubblici hanno la licenza a operare in luoghi densamente abitati. Il prefetto ha quindi invitato chi di dovere a intensificare i controlli per verificare il rispetto delle norme "acustiche" e ha suggerito ai sindaci di rilasciare le licenze commerciali tenendo conto del luogo e della tipologia richiesti dall’esercente.

Susanna Salvador


IL MATTINO (AREA METROPOLITANA SUD)

Medici ubriachi, l’Ordine li giudica

MARIA PIRRO Ercolano. I medici ubriachi del 118 di Ercolano davanti alla commissione disciplina dell’Ordine. A quasi un anno dalla denuncia per stato di ebbrezza, l’Ordine dei medici di Napoli ha istruito la pratica per adottare i provvedimenti disciplinari nei confronti dei tre operatori sanitari. Lunedì scorso si è aperto il procedimento vero e proprio. I tre camici bianchi sono stati chiamati a difendersi dall’accusa di illecito deontologico. Le loro posizioni differiscono, però, per gravità. E soltanto due operatori si sono presentati nella sede della Torretta. Il terzo medico, che è l’unico, tra l’altro, che è stato riammesso in servizio dopo sei mesi di sospensione, non si è invece presentato all’Ordine per un disguido tecnico: non ha ricevuto la notifica dell’invito a comparire. Sarà, quindi, ascoltato nella prossima seduta. Per far valere le proprie ragioni, gli operatori hanno preferito entrambi farsi accompagnare dagli avvocati di fiducia. Così, i medici hanno esposto la loro versione dei fatti per oltre due ore, replicando punto per punto alle contestazioni addebitategli dall’Ordine. «Abbiamo bevuto fuori servizio», si sono giustificati i professionisti che hanno anche descritto un clima di lavoro pesante. «Hanno voluto colpire chi ha segnalato a più riprese lo stato di degrado della nostra sede, la carenza di personale paramedico qualificato e di mezzi idonei a svolgere un servizio d’emergenza», questa la versione dei fatti resa al Mattino da un medico, subito dopo la denuncia, ed esposta anche qualche giorno fa all’Ordine. Si attende, comunque, l’esito dell’azione giudiziaria per chiarire l’effettivo comportamento tenuto dai tre camici bianchi. La commissione dell’Ordine, che per questo caso è preposta alla valutazione delle sanzioni, è composta dai 15 medici del Consiglio dell’Ordine ed esclude, poiché non competenti in materia, i 4 revisori dei conti e i 5 odontoiatri dell’Ordine. Lo Statuto dei medici prevede l’adozione di quattro tipi di provvedimenti disciplinari: il richiamo orale, la censura, la sospensione da uno a sei mesi, la radiazione dall’albo. Quest’ultimo provvedimento equivale all’ergastolo per un medico, poiché nega ogni possibilità di recupero professionale. Per i tre medici ubriachi del 118 la fase preliminare si è conclusa a novembre scorso con la decisione di avviare il procedimento disciplinare. Tre mesi prima, nella notte tra il 25 e il 26 agosto, carabinieri e poliziotti avevano raggiunto la centrale 118 di Ercolano sollecitati da una segnalazione telefonica degli infermieri della stessa centrale. Questa la dinamica dell’episodio: sono da poco trascorse le 23,30, quando le forze dell’ordine entrano nella sede del 118 di Ercolano e trovano due bottiglie di vino e quattro di vodka vuote. E accertano poi, tramite il prelievo di sangue all’ospedale Maresca, che i tre medici hanno superato la soglia massima di tollerabilità alcolica. Scatta la denuncia per manifesta ubriachezza nei confronti dei tre medici, e l’Asl 5 li sospende dal servizio. Il 6 ottobre, l’azienda sanitaria delibera anche la revoca degli incarichi e i medici fanno ricorso al collegio arbitrale dell’Asl, però soltanto uno dei tre, dopo sei mesi di sospensione, ottiene di rientrare al lavoro ed è trasferito in un’altra postazione del 118.


IL MESSAGGERO (ANCONA)

Addio alla nonnina della città A 102 anni è morta Gilda Grilli 

Si è spenta all’età di 102 anni, Gilda Grilli. La donna è morta lunedì nei reparti dell’ospedale Inrca, in cui era ricoverata dal 18 giugno scorso a causa di una broncopolmonite. Casalinga, moglie e mamma modello, Gilda sosteneva di aver passato il secolo di vita grazie ad una vita senza vizi ed eccessi. Niente alcol, niente sigarette, ed un occhio sempre attento all’alimentazione. Uno stile di vita che le ha permesso di sopravvivere a due guerre mondiali rimanendo lucida, nonostante gli inevitabili acciacchi della vecchiaia, fino agli ultimi istanti di vita. La donna lascia la figlia Anna Maria - con cui viveva in via Gorizia 15 - ed il figlio Francesco. I funerali della “nonnina di Ancona” si sono svolti mercoledì scorso nella chiesa del Sacro Cuore.


IL MESSAGGERO (MARCHE)

Pesanti sanzioni a chi vende alcolici a minori 

Giro di vite per alcolici e bottiglie di vetro. Domani il sindaco firmerà l’ordinanza che vieta la vendita e il consumo ai minori di alcolici: stop all’alcol per adolescenti e divieto per tutti di girare con bottiglie di vetro. «I locali dovranno servire all’esterno su bicchieri di carta», dice il sindaco. Il parco Ristori e la Rotonda di Porto d’Ascoli di notte sono frequentati da ragazzi che si ubriacano e abbandonano bottiglie, spesso rotte, pericolose per i bambini. Per i trasgressori pesanti sanzioni.


LA PROVINCIA DI CREMONA

Io guido liberamente

Il Nucleo Operativo di Alcologia dell’Asl promuove una campagna di sensibilizzazione sui rischi legati al consumo di alcolici in collaborazione con Bussola, associazione europea familiari (*) e Fipe. In piazza Stradivari, accanto alle vetture, sarà presente anche l’unità mobile di Bussola che distribuirà materiale informativo; sarà inoltre possibile effettuare il test dell’etilometro.

 

(*) Nota: associazione europea familiari e vittime della strada onlus.

“Liberamente” va inteso libera-mente.


CORRIERE ADRIATICO

Anche in 150 in attesa di una visita. I medici: “Siamo diventati un grande ambulatorio”

Pronto soccorso preso d’assalto, è emergenza

JESI - Centotrenta-centoquaranta persone in sala d’attesa per una visita. Il picco, al pronto soccorso dell’ospedale al Viale della Vittoria. Specie nei mesi estivi. Nella maggior parte dei casi, almeno l’85 per cento, si tratta di pazienti affetti da patologie non gravi, codici bianchi come si dice in gergo. Encefalopatie, casi di disidratazione, conseguenze indirette del caldo che spesso si riscontrano negli anziani allettati e non autosufficienti e per cui basterebbe consultare il proprio medico di base o le altre strutture del servizio sanitario nazionale.
Ma gli ambulatori non sempre sono aperti, i medici di famiglia mancano per le ferie e pur lasciando comunque un altro professionista in sostituzione la gente difficilmente lo sceglie per un consulto. E si mette in fila al pronto soccorso, aspettando delle ore, mentre il numero dei pazienti da visitare incrementa a vista d’occhio, specie quando i medici hanno a che fare con delle emergenze vere. Nei giorni scorsi, la situazione al pronto soccorso jesino era al limite del sostenibile: medici e infermieri “pressati” dalle continue richieste, pazienti in attesa e stanchi d’aspettare, spossati dal caldo e dal malessere. I numeri parlano da sé. Centoquaranta patologie per un organico di 10 medici, distribuiti a turni di 2 al mattino, 2 al pomeriggio, 1 per le 12 ore notturne e uno in servizio dalle 18 alla mezzanotte. Senza contare poi, che al nosocomio jesino convergono malati da Senigallia, Ancona, Serra San Quirico, Chiaravalle e da tutta la Vallesina. Una routine, quella del sovraffollamento al pronto soccorso, che si ripete puntualmente a ogni estate.
“Ci si barcamena tra problemi legati al caldo ed emergenze reali - spiegano i medici - spesso gli ambulatori sono chiusi, o i medici di base non sono reperibili o se ci sono non filtrano nulla. Anche le guardie mediche sono insufficienti come numero e quindi, il risultato è che non risolvono l’esigenza della popolazione (già vasta) e degli immigrati, che pur clandestini, gravitano sul pronto soccorso. Inoltre, abbiamo a che fare con situazioni limite: tipo le malattie africane come la malaria, le febbri tropicali, che sono difficili da individuare, diagnosticare e curare. Inoltre sono aumentati risse, accoltellamenti e ferimenti legati alla clandestinità che non creano solo problemi di ordine pubblico ma anche disagio sociale. Qui al pronto soccorso converge di tutto, perfino i barboni che dormono sulle panchine e vengono raccattati per strada, o gli ubriachi del weekend, che vengono scaricati qui per smaltire la sbornia e poi magari sfogano la rabbia contro di noi che cerchiamo di curarli. E’ una situazione insostenibile. Il pronto soccorso si sta trasformando in un grande ambulatorio”.

ta.fre.


L’ARENA

Kerouac, le parole vicine all’anima

Mondadori pubblica «Un mondo battuto dal vento», selezione dei diari dello scrittore

Scritti tra il 1947 e il 1954, prima della notorietà e dei rancori della critica accademica rivolti al capolavoro «Sulla Strada» edito nel 1957, rivelano il lato «intimo» del romanziere che confessa la sua incapacità di aderire alla quotidianità e la sua invincibile tristezza

"Ora il ruggito della furia di mezzanotte e lo scricchiolio dei cardini e delle finestre, ora l’inverno, ora la comprensione della terra e della nostra presenza su di essa; questo dramma di enigmi e di doppi fondi, di sofferenze e di tristi gioie, queste cose umane nell’elementare vastità di un mondo battuto dal vento". Jack Kerouac, 12 novembre 1947.
Sono 453 pagine importanti quelle che costituiscono "Un mondo battuto dal vento" (Mondadori, collana Strade Blu, 17 euro), ovvero una selezione dai diari tenuti da Kerouac tra il 1947 e il 1954, prima di essere "travolto" dalla fama, ma soprattutto dai rancori della critica accademica, che gli sarebbe arrivata con la pubblicazione di "Sulla Strada" nel settembre del 1957.
"Un mondo battuto dal vento", ricavato da dieci taccuini che la Fondazione Kerouac (gestita da anni, non senza polemiche e conflitti, dalla famiglia Sampas, quella dell’ultima moglie dello scrittore, Stella, che lo accudì fino alla morte per alcolismo nel 1969, scomparsa qualche anno fa. I Sampas ebbero la meglio sulle contestazioni giuridiche avanzate per anni da Jan Kerouac, l’unica figlia di Jack; ma anche lei, una donna molto bella segnata da una vita di eccessi e di disavventure, è morta nel 1996 a soli 44 anni) ha deciso di rendere pubblici, rivela ancor più, forse, delle "Lettere Scelte" pubblicate in due grossi volumi alcuni anni fa (a cura di Ann Charters, una delle più accreditate studiose e biografe dello scrittore, che aveva direttamente avvicinato nel 1966 per una tesi di laurea), l’anima più intima ed essenziale di un uomo che considerava la scrittura come una sorta di missione divina (fino ad identificarla in qualche modo con una sorta di suo "amore universale" e con il suo "anacronistico cattolicesimo", quest’ultima è una sua autodefinizione); e che già in quegli anni giovanili (nell’arco di tempo coperto dai diari Kerouac aveva dai 25 ai 32 anni) affermava con autoanalitica lucidità la sua irrefrenabile propensione alla malinconia ("Sembra che io abbia una capacità infinita di essere infelice", ma in un’altra nota la tristezza viene peraltro definita quasi una fonte di piacere), la sua incapacità di aderire alle realtà della vita quotidiana ("E’ incompatibile con la mia dignità prender parte alla vita"), fino ad affermare o prevedere, in qualche maniera, la sua lenta autodistruzione con l’alcol. Nell’agosto 1949, quasi alla vigilia del suo debutto letterario con "La città e la metropoli" (un lungo romanzo di formazione, scritto ancora con uno stile tradizionale alla Thomas Wolfe - uno dei suoi giovanili punti di riferimento - che fu accolto piuttosto bene dalla critica ma non riuscì ad imporsi sul mercato), Kerouac scrive "E’ chiaro che dovrei sbrigarmi a morire. Non c’è posto per me a questo mondo…E non sopporto la disperazione, proprio come non posso respirare quando non c’è aria. Ora devo cambiare o morire".
Kerouac era un umorale, quasi a livello di schizofrenia, e questi diari sono anche un’onesta registrazione dei suoi mutamenti di stato d’animo. Perché Jack era anche, almeno ancora all’epoca di questi diari, persona capace di enormi slanci di entusiasmi e progettualità, sia in chiave letteraria che umana, due ambiti che in lui sostanzialmente, purtroppo o per fortuna, coincidevano. Tenero e collerico, capace di indagare se stesso e gli altri con spietata lucidità, ma anche di stupori e fantasticherie infantili, Kerouac era uomo geneticamente refrattario ad ogni mediazione, malizia, ipocrisia. E così, nelle sue intenzioni (ed effettivamente negli esiti delle sue opere) doveva essere la scrittura, non c’erano vie di mezzo. Il grande romanzo del futuro, scrive ancora, sarà un’"opera dell’anima" di chi "scrive tenacemente per amore dell’onesta e della salvezza". Ed elenca gli eletti in linea con questa sua visione della letteratura: Melville, Dostoevskij (un’altra sua grande passione, più volte citata NdR), Céline, naturalmente Wolfe, Balzac, Dickens e Mark Twain.
Quando è così, la letteratura diventa davvero una forma d’arte che può "consolare" l’esistenza in attesa dell’al di là. Perché Kerouac, non c’è dubbio, crede nell’al di là, in un Paradiso che, a modo suo, ricompensa delle sofferenze e delle carenze estatiche della vita terrena. "L’arte è un sollievo - scrive nel maggio 1948 - in questo mondo selvaggio, è una forma di empatia". Il mondo è maligno, scrive un paio d’anni più tardi, perché non consente di vivere in un’estasi continua, quella che l’arte, ma anche la vita stessa, ci fa gustare a momenti: "Voglio un rapimento ininterrotto. Credo che questo mi sia stato rivelato dai sogni, dalla musica (in queste pagine il jazzista più citato è il pianista Lennie Tristano, che Kerouac annota di essere andato ad ascoltare a New York in più di una serata, ndr) e dalle pagine di Dostoevskij, dai versi di Shakespeare, dalla gioia sessuale, dall’ebbrezza e dallo sballo da marijuana. Perché dovrei entrare in compromesso con qualcos’altro o con la calma "borghese" del giardino sul retro…?"
"Ho promesso che non mi sarei mai dato per vinto e che sarei morto strillando e ridendo", scrive in una nota del ’49 ricordata sulla copertina di "Un mondo battuto dal vento" e nella bella introduzione alla raccolta di Douglas Brinkley. Purtroppo non andò proprio così, come si sa. Dall’esperienza di "Big Sur" (estate 1960) in poi, Kerouac praticamente non si oppose più all’alcolismo cronico che lo portò ad un declino fisico e mentale inarrestabile, e ad una morte che difficilmente si potrebbe immaginare più cupa e desolata per un mito letterario della vitalità e dell’avventura sulla strada. Se ne andò nell’ottobre 1969 per un’emorragia intestinale, indotta dall’abuso di alcool, mentre sprofondato sul divano stava guardando in solitudine un serial televisivo, circondato da bottiglie di birra vuote.
C’è un bel film, realizzato nel 1986 da Richard Lerner (in Italia lo mostrarono una decina d’anni fa al Festival del Cinema di Venezia, in un’edizione dedicata alla Beat Generation), in cui vengono intervistati scrittori, familiari e amici di Kerouac, da Burroughs a Ginsberg, da Corso a Ferlinghetti, dalla prima moglie Edie Parker alla figlia Jan. Tra loro la biografa Ann Charters, che sostiene la tesi dell’alcolismo come una volontaria scelta, da parte di Jack, di una lenta strada verso la morte; in sostituzione del suicidio, che lui, cattolico convinto, non poteva ammettere.

Beppe Montresor


CORRIERE ROMAGNA

Guidava con un mix di droghe nel sangue

Ravenna - Non solo alcol. Nel sangue dell’automobilista imolese 21enne che domenica scorsa ha travolto e ucciso il piccolo Andrea Di Caprio c’era anche droga, tanta droga. Un mix di tre stupefacenti; cannabis, cocaina ed ecstasy. Sostanze assunte in grande quantità nel corso della nottata precedente al dramma. L’esito degli esami tossicologici effettuati sul sangue della persona indagata per omicidio colposo sono arrivati ieri, a meno di 24 ore dal funerale del bambino di sette anni, celebrato nella chiesa di San Bartolo, la frazione di Ravenna dove Andrea abitava con i genitori e la sorella 14enne. Il risultato del test complica la posizione di N. F. Subito dopo il terribile incidente l’esame alcolemico aveva rilevato un valore di 0,78 grammi/litro, superiore allo 0,50 stabilito come limite di legge.Per questo gli era stata ritirata la patente ed era stato denunciato a piede libero per guida in stato di ebbrezza.In un primo momento il ragazzo aveva ammesso di aver fumato hashish la sera precedente, un’ammissione poi rafforzata da un prima segnalazione di positività emersa da un primo test. Ma la certezza si è avuta solo ieri, l’esame tossicologico ha infatti accertato l’assunzione di più droghe anche in quantità considerevoli. Il responso parla di “elevatissime quantità di cannabinoidi, cocaina ed ecstasy”. Se si considera che il ragazzo aveva passato quasi tutta la notte in spiaggia a Marina e che aveva riposato poche ore, in auto, si può dedurre che le sue condizioni al momento dell’incidente non fossero idonee alla guida. Alcuni testimoni avevano riferito di aver visto l’auto zigzagare, non è ancora stato accertato se il movimento brusco della Fiat Punto nera fosse successivo o precedente all’impatto con il bambino. Quel giorno, Andrea Di Caprio, stava attraversando viale Colombo all’altezza del Bagno Perla, stabilimento dove era solito andare con la famiglia. Il padre era già dall’altra parte. La madre lo stava seguendo, così come la sorella, erano tutti in fila indiana. Ma all’improvviso c’è stato l’arrivo di quella Punto e lo scontro che si è rivelato fatale. La guida in stato di alterazione da droghe (articolo 187 del codice della strada) è punito con la stessa severità della guida in stato di ebbrezza: ovvero con l’arresto fino ad un mese, sul giovane imolese pesa però anche un’altra denuncia, quella per omicidio colposo.

c.d.


CORRIERE ROMAGNA

Troppo alcol al volante Investe una donna in moto sulla via Emilia

IMOLA - Una mancata precedenza condita anche da una dose fin troppo abbondante di alcol ha innescato l’incidente che si è verificato ieri pomeriggio intorno alle 15 all’incrocio fra la via Emilia e la via Galassi. Secondo quanto rilevato dai vigili urbani di Imola, una 42enne, P.G., percorreva in moto la via Emilia e nello voltare a sinistra in via Galassi è stata centrata in pieno dalla Saxò guidata da un 46enne imolese, C.A., che proveniva dalla stessa via e si stava immettendo sulla statale. Il conducente della vettura è risultato positivo al test alcolemico. Per questo, mentre la donna veniva trasportata in ambulanza all’ospedale di Imola in condizioni non gravi, l’uomo veniva denunciato per guida in stato di ebbrezza.


TGCOM

TREMILA STERLINE BEVUTE IN 90 MINUTI

Il cantante dei mitici Guns ’n Roses, Axl Rose, è riuscito a spendere 3000 sterline in champagne in un locale dell’esclusivo Soho londinese. Al record di spesa si aggiunge il tempo di bevuta: 90 minuti per mandar giù bottiglie da 400 sterline l’una. Il rocker non smentisce il suo debole per l’alcool. L’ultima notizia lo aveva dato in manette in Svezia per aver picchiato un agente in preda ai fumi della vodka.


IL QUOTIDIANO.IT

Gaspari invita al rispetto delle regole

SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Bancarelle, vendita di bevande alcoliche, raccolta rifiuti, occupazione di suolo pubblico: usi e costumi. Poi precisazioni sulla Palazzina Azzurra e Molo Sud.

di Carmine Rozzi 

Esercizi ambulanti. Per la stagione in corso nessuna aggiunta di bancarelle, di qualsiasi tipo, sul lungomare sanbenedettese. Ad essere più precisi, in quel tratto di spiaggia demaniale che va da Piazza Salvo d’Acquisto alla foce dell’Albula.

Bevande. Nessuna bevanda alcolica ai minorenni, pena pesantissime sanzioni ai luoghi pubblici che eluderanno il decreto, così come non sarà permesso agli avventori di bar, chalet, ristoranti ed affini consumare le bevande portandosi fuori dal locale i contenitori di vetro: siano essi boccali di birra, bottiglie, bicchieri o quant’altro. Inoltre sarà rivisto al più presto l’orario per l’apertura in deroga di alcuni supermercati che vendono bevande alcoliche in offerta speciale.

Rifiuti. Si invitano i cittadini a collaborare fattivamente per tenere la città nel giusto decoro cercando di rispettare i dettami per la raccolta dei rifiuti usando appositi contenitori di plastica (possibilmente chiusi) e non, come in numerosi casi, limitandosi a vuotare il secchio della spazzatura direttamente nel cassonetto dell’immondizia. C’era una volta la raccolta differenziata. Cerchiamo di ricordacene come un impegno comune di civile convivenza e non come una favoletta da bar. Da oggi in poi severi controlli aiuteranno a stimolare la memoria nella giusta direzione. E questo vale anche per gli esercenti balneari nelle aree di loro competenza.

Palazzina Azzurra. L’attuale Amministrazione ritiene che la storica infrastruttura debba servire principalmente come vetrina culturale per tutte quelle manifestazioni ivi attinenti che, sotto varie forme, diano della città una immagine di centro turistico dove la definizione “deserto culturale” è e deve rimanere un pallido ricordo. La destinazione è questa e non si torna indietro. Per altre attività, tipo serate danzanti, il Comune intende venire incontro liberamente e di propria iniziativa alle richieste di alcuni cittadini nel mettere a disposizione degli stessi altre facilità demaniali.

 Suolo Pubblico. Il dirigente Laureati è stato istruito a redigere al più presto una regolamentazione del suolo pubblico in modo da avere una situazione chiara e senza equivoci su cosa, dove, come e quanto è permesso in fatto di occupazione. La stessa bozza, in mancanza di una commissione, sarà presentata alla conferenza dei capigruppo e successivamente sottoposta all’approvazione del Consiglio Comunale. Tutto questo, si spera, entro luglio. Nel frattempo le richieste avanzate ed accolte prima della presente Amministrazione saranno mantenute se le stesse non creano di fatto situazioni di intralcio alla libera circolazione di pedoni ed automezzi. Per il momento la regola è quella di lasciare libero il primo metro di strada all’uscita degli esercizi pubblici e tenersi ad almeno un metro di distanza dalla mezzeria pedonale.

Molo Sud. La passeggiata tanto cara ai cittadini della Riviera si è impreziosita di un nuovo monumento (alla memoria di Don Schiocchetti) dopo quello già esistente al gabbiano Jonathan. Ma pochi sanno che l’accesso agli stessi è vietato in quanto il Molo Sud è tutt’ora inagibile per il semplice motivo che nessuna ne ha richiesto l’acquisizione. Da qui l’immediato attivarsi dell’Amministrazione per avviare tutto l’iter burocratico che dopo la relazione del reparto LL.PP sarà sottoposta al vaglio dell’Assetto per il Territorio per poi essere approvata dalla Capitaneria di Porto e ritornare al Sindaco che ne dichiarerà l’acquisizione e l’immediata “consegna” alla cittadinanza.

Questo è quanto tiene a far sapere il Sindaco Giovanni Gaspari su alcuni temi “caldi” di questo periodo di stagione. Ma, sopra ogni cosa, bisogna imparare, istituzioni in testa, il “rispetto delle regole” Ed il primo cittadino aggiunge:”Ogni società civile, per evitare il caos e l’anarchia, si dota, in modo condiviso, di regole comportamentali alle quali ognuno è tenuto ad adeguarsi e rispettare per far sì che esse abbiano un effettivo valore. La mancata osservanza delle stesse o il semplice tentativo di eluderle o aggirarle rappresenta una prevaricazione verso il prossimo prima che verso le istituzioni”.

Ecco perché non sarà permesso lo svolgersi del "mercatino delle tipicità° nell’area antistante il Las Vegas mentre a settembre verranno riviste le posizioni di tutte le bancarelle, comprese quelle due o tre che attualmente sostano in piazza Salvo D’Acquisto e sul lungomare riqualificato nel rispetto di precisi accordi presi con le associazioni di categorie e dalle stesse condivise. Nel contempo in futuro si richiederà alle stesse di prioritare la vendita di prodotti tipici locali sempre nel rispetto di precise regole al rigurado tutt’ora vigenti.

Ci saranno pene severissime per chi va in giro a bere per strada con bottiglie o bicchieri di vetro per evitare che, ad esempio, si riduca il Parco Ristori ad un centro di raccolta differenziata per il vetro vista l’enorme quantità di cocci di bottiglie sparpagliati in ogni angolo dello spiazzo. Prevenzione significa anche far in modo che gli ultimi metri di Via Mare a ridosso della Rotonda Salvo D’Acquisto non diventi zona “off limits” per la massiccia presenza di avventori improvvisati, alcuni spesso in forte stato di ebbrezza.

Non sarà tollerato, fino a regolamentazione avvenuta, che alcuni locali (Florian?) si spingano talmente in là nell’occupazione del luogo pubblico da arrivare nel centro della strada con il risultato che dall’altro versante della via, in forza della pari uguaglianza, si pretenda di fare lo stesso bloccando di fatto il passaggio pedonale o, molto peggio, quello di un eventuale mezzo di pronto soccorso.

SALUTEEUROPA.IT


Alcol: calano i consumi per autoregolamentazione - due indagini per studiare il "mistero italiano"

Gli italiani bevono decisamente meno di trent’anni fa (da 12,4 litri pro capite il consumo è sceso a 6,9 litri) e lo fanno con maggiore responsabilità. E’ questa la fotografia emersa da due diverse indagini promosse dall’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcool, presentate in occasione del convegno "Alcol e società, un rapporto in evoluzione", nel corso del quale è stata ufficializzata la nomina del prof. Umberto Veronesi a presidente dell’Osservatorio e sono stati presentati i dati sugli stili di vita e sui consumi d’alcool in Italia, elaborati ogni cinque anni in collaborazione con la Doxa.
Quest’anno, inoltre, per sottolineare l’importante fase di evoluzione dell’Osservatorio, è stato presentato anche un lavoro relativo ai consumi di alcolici negli ultimi trent’anni, realizzato due gruppi di lavoro dal Centro Alcologico dell’Azienda Sanitaria di Firenze, coordinato da Allaman Allamani dal Gruppo di Studi sull’alcool dell’Università di Torino coordinato da Franco Prina.
Entrambe le ricerche hanno contribuito a spiegare le cause del di quello che si potrebbe definire il "mistero italiano": per quale motivo, in assenza di politiche limitative, nel nostro paese il consumo di alcolici è calato drasticamente negli anni?
Alla base del fenomeno ci sarebbe - viene confermato dalle ricerche - lo stile del bere tipico della cultura alimentare mediterranea, giudicato un baluardo rispetto agli abusi e ai consumi eccessivi dei paesi Nord europei. La famiglia italiana, che considera il vino (e sempre di più anche la birra) un alimento presente quotidianamente a tavola, è quindi un fattore di autoregolamentazione sociale, in grado di ridurre nel tempo la quantità complessiva di alcool consumato dalla popolazione.
E’ interessante notare, inoltre, che comincia a riscontrarsi un effetto di rientro naturale dagli eccessi giovanili che lascia ben sperare per il futuro, tracciando delle "carriere di consumo" di alcool molto più virtuose: in Italia, i quarantenni che negli anni dell’adolescenza hanno vissuto episodi di abuso di alcolici, con l’approdo alla maturità assumono infatti un comportamento più responsabile nei confronti del bere.
"I dati che indicano un aumento del consumo di birra e di vino rispetto ai superalcolici sono confortanti - ha dichiarato il prof. Umberto Veronesi - Il vino, al di là degli aspetti nutrizionali, è carico di significati simbolici positivi: è visto come fattore di coesione nella nostra cultura e anche nella religione cristiana, nella quale simboleggia il sangue di Cristo. Bere vino è quasi un rituale nelle nostre famiglie e, come tutti i rituali, rafforza la fiducia nella comunità. Anche la birra, per altri motivi, riveste un ruolo diverso da quello dei superalcolici in virtù del prevalente consumo in occasione dei pasti e per la sua dimensione socializzante oltre che per il suo basso tenore alcolico".
Se dunque le notizie dell’Osservatorio oggi sono rassicuranti, dobbiamo però continuare ad analizzare con grande attenzione le tendenze nel consumo degli alcolici, perché ogni generazione può avere comportamenti diversi a seconda dell’evolversi dei costumi. Dobbiamo quindi tenere alta la guardia e sviluppare azioni educative mantenendo le distanze dal proibizionismo che, anche in questo caso, ha dimostrato di non essere una strategia efficace contro i comportamenti nocivi.


Osservatorio giovani e alcool: nuovi soci e Umberto Veronesi presidente

Sabato, 08 Luglio 2006

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