Troppi incidenti sull’autostrada tra Brescia e Milano?
L’Anas non ci sta, e replica all’esposto in procura degli industriali bresciani
con una serie di dati che forniscono un’altra chiave di lettura sulla sicurezza
della A4. In buona sostanza, se gli industriali sostengono che lungo la tratta
autostradale in questione si verifica il triplo degli incidenti rispetto al
resto della rete viaria, l’Anas controbatte affermando che dal ’99 ad oggi gli
incidenti sono in calo e che, in relazione alla grande mole di traffico, sulla
Brescia-Milano se ne verificano meno rispetto altrove. Addirittura sostiene, in un comunicato
ufficiale, che “dal 1999 ad oggi è stato quasi dimezzato il tasso di mortalità
e il tasso di incidentalità globale è stato ridotto di oltre 7 punti”. Poi snocciola
una serie di dati. “L’Autostrada Milano-Brescia risulta percorsa da un volume
di traffico di oltre 100.000 veicoli al giorno, con picchi di 140.000
veicoli/giorno e punte di 40.000 camion e pullman; nonostante tale intenso
traffico il TIG (Tasso di Incidentalità Globale) dal 1999 ad oggi si è ridotto notevolmente,
passando da 51 incidenti ogni 100 milioni di chilometri percorsi, a 43,5. Il
Tasso di mortalità (TM) si è quasi dimezzato passando da 0,82 a 0,43 decessi
ogni 100 milioni di chilometri percorsi”. Ed ancora: “Tali dati risultano molto significativi se
paragonati ai valori dell’intera rete autostradale italiana, dove il Tasso
d’incidentalità globale è passato da 59 a 44 e la mortalità è scesa da 1,00 a
0,47”. L’Aib, Associazione Industriali Bresciani, aveva fornito tutta un’altra
chiave di lettura, in netta contrapposizione con quella dell’Anas: “Nel secondo trimestre 2005, lungo l’intera rete
autostradale italiana (di 5.391,2 chilometri) si sono verificati 8.985
incidenti, con un rapporto di 1,65 per chilometro. Sulla tratta Milano -
Brescia di 93,5 chilometri sono stati registrati, invece, 408 incidenti, con un
rapporto di 4,36 al chilometro. Quasi il triplo .”. Da qui, il recente esposto
in procura e le dichiarazioni ufficiali del Presidente dell’Associazione,
Franco Tamburini, che chiedeva il contingentamento o il sequestro della tratta
autostradale, diventata ad alto rischio. Un’iniziativa che portava
indirettamente a pensare alla Brebemi, tratta autostradale alternativa di cui
si parla da anni (contestata tra l’altro dagli ambientalisti per costi e
impatto sul territorio) e che consentirebbe di unire Brescia a Milano senza
transitare da Bergamo, ma i cui lavori sono fermi. Sarà un caso, ma la replica
arriva all’indomani dall’annuncio di Vincenzo Pozzi, Presidente Anas, della
mancanza di fondi per la realizzazione delle grandi opere e per il
proseguimento dei lavori nei cantieri già avviati. Un’ulteriore lettura della
querelle potrebbe essere che “non essendoci i soldi è inutile pensare alla
Brebemi, la A4 va bene cos’ com’è”. Tra l’altro, sulla A4 sono già in corso dei
lavori. Scrive l’Anas in un comunicato ufficiale: “ Per quanto riguarda
la presunta pericolosità dell’A4 Milano-Brescia, l’Anas segnala che nel tratto
Milano-Bergamo sono in corso lavori di ampliamento a quattro corsie, mentre la
tratta Bergamo-Brescia, sottoposta a recenti sopralluoghi, risulta in buone
condizioni per quanto riguarda la pavimentazione e la segnaletica sia verticale
che orizzontale”. Ecco i dettagli di quanto è stato già iniziato: “Nel tratto Milano-Bergamo i lavori di
ampliamento a quattro corsie sono suddivisi in tre lotti: dal km 13,600 al km
23,800 (lotto 1); dal km 23,800 al km 33,200 (lotto 2); dal km 33,200 al km
48,700 (lotto 3). I lavori prevedono, tra l’altro, il rifacimento di 39
cavalcavia per poter ospitare l’ampliamento autostradale, l’installazione di 29
km di barriere fonoassorbenti, il rifacimento della stazione di Trezzo e
l’adeguamento della stazione di Capriate. I lavori del lotto 2 sono iniziati
nel 2004 e termineranno nell’ottobre 2006; i lavori dei lotti 1 e 3, iniziati
nel 2005, termineranno rispettivamente a maggio e luglio 2007. Nel tratto
Bergamo-Brescia tra giugno e settembre sono previsti lavori di rifacimento
della pavimentazione stradale, che verrà interamente sostituita con asfalto di
tipo drenante”. Ma i fondi, ci saranno per mantenere le promesse? La domanda è
d’obbligo dopo le recenti dichiarazioni alla stampa dello stesso Vincenzo
Pozzi, che al quotidiano Il Tempo ha affermato: «Abbiamo
12 miliardi di euro di lavori, da un tetto di spesa di 3,3 miliardi siamo scesi
a 1.913 milioni. Fino a fine luglio, agosto riusciamo a far andare i cantieri,
poi ci serve il delta», vale a dire i 1.200 milioni di euro che la Finanziaria
ha tagliato. Senza quelli, «tutti i cantieri sono a rischio» ha aggiunto Pozzi
al quotidiano. Che i soldi per i cantieri non ci sono lo ha, però,
sottolineato anche il neo ministro alle Infrastrutture Antonio Di Pietro, che
(sempre a Il Tempo) ha dichiarato: «Berlusconi ha
fatto come Vanna Marchi, sui cantieri delle grandi opere ha venduto solo
placebo e chiacchiere. Non ci sono i soldi, il Tesoro non ha neanche le risorse
ordinarie per Anas e Ferrovie che nel giro di due o tre settimane potrebbe non
essere più in grado di far andare i cantieri». In questo quadro complesso e
contraddittorio resta in piedi un grosso interrogativo: alla fine, che ne sarà
della questione sicurezza sulla A4? |
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