Tronchi per
trattenere la volta di un cunicolo. (foto Swiss Info - FFS Historic)
(ASAPS) BRIGA (SVIZZERA) – 100 anni non sono uno scherzo: a ripensarci, tutto è cambiato nell’ultimo secolo. Mentre gli operai svizzeri e quelli italiani si incontravano nel cuore delle Alpi, la prima trasmissione radio planetaria inaugurava una nuova era delle comunicazioni, quelle via etere. Mentre la prima locomotiva entrava sbuffando nel traforo poco dopo Domodossola, papa Pio X firmava la sua enciclica “Pascendi dominaci gregis” con la quale condannava senza appello il Modernismo e Antonio Fogazzaro rispondeva scrivendo Il Santo, entrando in contrasto con Benedetto Croce e Giovanni Gentile. Tempi lontani in un’Italia davvero lontana, su cui si addensavano le ombre della Grande Guerra, con governi instabili che faticavano a tenersi in piedi, come quello di Sonnino, che durò appunto 100 giorni e che lasciò le redini a Giolitti. Di quei tempi resta molto, sui libri di storia, ma un’eredità assai concreta è proprio il tunnel del Sempione, scavato col sangue di pionieri ricordati in questi giorni come eroi di un mondo ancora prenovecentista, che mai avrebbe immaginato un futuro come questo in cui noi, oggi viviamo. All’epoca il treno era l’immagine stessa del futuro, ed anche se alla Itala, una delle prime fabbriche automobilistiche di Torino, veniva redatto il primo contratto nazionale di lavoro per metalmeccanici, nessuno poteva pensare che la gomma avrebbe quasi completamente soppiantato la rotaia. “I tunnel ferroviari – ha detto il presidente confederale Moritz Leuenberger - sopravvivono ai secoli e restano eternamente giovani. Il Sempione non sfugge alla regola e con il tempo è stato capace di adattarsi e di imporsi di fronte alla concorrenza dell’automobile”. Ed ha fatto bene, il capo dello stato svizzero, a rammentare che nei piani del suo paese la strada ferrata è rimasta una priorità sempre, anche negli anni del boom del petrolio. Parlando senza mezzi termini di chiaroveggenza, sono stati tracciati parallelismi tra la linea del Sempione tracciata oltre cento anni fa e le nuove direttrici ferroviarie alpine in fase di progettazione e di realizzazione. In rappresentanza dell’Italia, che avrebbe dovuto essere rappresentata dal presidente Giorgio Napoletano e dal presidente del Senato Franco Marini, è intervenuto l’onorevole Marco Zacchera. C’era anche, tra gli invitati, Emanuele Filiberto di Savoia, pronipote del re Vittorio Emanuele III, che proprio 100 anni fa, assieme al presidente elvetico Ludwig Forrer, partecipò alla cerimonia inaugurale del traforo. (ASAPS) |
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