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Rassegna stampa alcol e guida del 23 aprile 2006

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

 Nota: oggi i telegiornali nazionali hanno dedicato ampio spazio ai giovani morti sulle strade, ammazzati da automobilisti ubriachi.
Notizie che addolorano, ma che certo non possono stupire, in un paese che investe enormi risorse per promuovere l’alcol e magari fatica a trovare il denaro per l’acquisto di un etilometro.
Un paese dove chi si mette al volante in stato di ebbrezza ha la quasi certezza di non essere controllato per la sua alcolemia, nemmeno quando, guidando in quello stato, provoca un incidente.

 
Ho scelto di iniziare la rassegna stampa con il “Tour no alcol”, una splendida iniziativa di promozione della vita, organizzata con i giovani e per i giovani, per dimostrare che si può fare festa, fare musica, divertirsi, senza assumere sostanze psicoattive.
Un modo esemplare per fare prevenzione, senza ambiguità, con messaggi positivi, chiari e coerenti.

Alessandro Sbarbada

 
L’ADIGE

 

Quando la festa promuove la vita
«Diversamente divertente»: giovani in tour senza alcol

ALTA VALSUGANA - Lo slogan è di Martin de La Cruz , grafico e musicista: «diversamente divertente». Campeggerà su striscioni e poster per richiamare l’attenzione su «Tour no alcol» 2006, progetto mirato a far crescere stili di vita attivi tra i giovani, capaci, tra l’altro, di orientare verso mondi dove ci si sente vivi anche senza alcol in corpo. «Volutamente abbiamo evitato la parola fatidica - spiega de La Cruz - perché l’alcol è già fin troppo un personaggio fisso tra i ragazzi». L’iniziativa, nata qualche anno fa come campagna di sensibilizzazione in tema di alcol e guida, si concluderà allo stadio del ghiaccio a Baselga di Piné il 20 maggio prossimo, dopo aver coinvolto 200 ragazzi di elementari e medie, studenti delle superiori, ragazzi di centri aperti e diurni. Allo stadio una grande «festa» no alcol, preceduta da due appuntamenti simili, a Levico il 7 e l’11 a Pergine. Altri sono in vista, in periodo autunnale-invernale, a Borgo Valsugana, «con musica ed altre attività» anticipa de La Cruz. Promotore delle iniziative in alta Valsugana è il coordinamento alcol e guida. «Penso che sensibilizzare faccia sempre bene - commenta Stefano Andreatta , gestore del bar Turismo a Levico da 19 anni, frequentatissimo da giovani. La festa analcolica si terrà sul terrazzo attiguo al suo locale, nel pomeriggio; musica e promozione della salute. Lei aprirebbe un bar bianco? «I tempi non sono ancora maturi e non vedo attorno a me tutto l’alcolismo che viene incollato ai giovani. Sono più corretti oggi di quando io ero giovane». Ha 39 anni. «Vedo giovani abbastanza coscienti. Specialmente se devono guidare, bevono una birra, non di più, forse per non perdere punti della patente, forse perché ci pensano». Giuseppe Putignani ai party no alcol è abituato. Ospiterà la serata perginese nel «Kaos», il locale attiguo al Paradisi Star, che ha ideato un anno fa proprio allo scopo di «diversamente divertire». Commenta Mara Carli, la giovane assessore perginese alle politiche giovanili. «L’iniziativa è utile, ma non deve essere un episodio isolato. All’interno del piano di zona dei giovani, tra poco cominciamo ad ascoltarli sul territorio, cercheremo di cogliere le loro aspettative per realizzare assieme delle attività. Proporrò loro anche di realizzare party analcolici nelle frazioni di Pergine». Le fa eco il suo collega levicense, Arturo Benedetti : «Desideriamo coinvolgere tutta la nostra comunità e ragionare anche con gli esercenti dei bar». Allo stadio del ghiaccio di Baselga, la festa notturna sarà grande e mirata, con una decina di gruppi musicali all’opera. Per l’occasione, appositi bus faranno la spola tra i comuni della vallata e lo stadio. «Una ventina di stand informeranno su tematiche salutistiche - anticipa Cristiano Conte , coordinatore del Progetto giovani Piné e della cooperativa Caleidoscopio che lo gestisce e cura l’organizzazione del 20 maggio - e sul altre attività che possono aprire ai giovani un mondo di iniziative». Nella serata confluiranno due progetti, «Non solo rock», della Caleidoscopio e «Tour no alcol» del coordinamento citato. «L’anello di congiunzione sta nella proposta comune di diversi stili di vita centrati sulla promozione della salute», spiega Conte. Dalle pagine della Carta europea sulla riduzione dell’alcol alla pratica nello stadio del ghiaccio. M. A.


 

L’ADIGE

«Qui però mancano le famiglie»

TRENTO - «Guardiamo in faccia la realtà, serve ben altro», assicura Paolo Cavagnoli, presidente della Appm trentina, commentando «Tour no alcol» 2006, cui partecipano anche adolescenti di due centri della Appm stessa, di Levico e Pergine. «Hanno lavorato tutti, ragazzi ed enti pubblici, scuole ecc., l’iniziativa è concreta, va al di là dei soliti convegni che troppo spesso si fanno sul disagio giovanile, ma..» Ma cosa, presidente Cavagnoli? «Nei soggetti coinvolti e partecipanti attivi mancano le famiglie. Sono fondamentali anche per iniziative del genere. Potrebbero interagire e capire meglio come relazionarsi con i figli. Non coinvolgendole, rimangono latitanti ed allora succede che una ragazzina di 16 anni muore alle 4 del mattino fuori casa. Siccome la soluzione non ce l’ha in tasca nessuno, far partecipare le famiglie consente loro di meglio comprendere come agire. Non capisco perché tour no alcol proponga soprattutto musica». Cosa non va? «Servono tante altre proposte per convincere i giovani che il tempo si può occupare diversamente dallo sbattersi in un bar con il bicchiere in mano. Nei nostri centri di aggregazione in Trentino, ad esempio, proponiamo anche sport, teatro e varie altre attività. E perché non approfondire le aspettative dei giovani ed organizzare risposte assieme a loro, dosate seguendo quanto chiede il territorio? Vanno sentite anche le organizzazioni del privato sociale». Ma è tutto un fiorire di privato sociale, la vicenda del 5 per mille l’ha fatto ancor più affiorare, alla ricerca di ulteriori finanziamenti. «L’ente locale deve coordinare, controllando la situazione per evitare che ciascuno si gestisca la propria parrocchietta succhiando denaro pubblico e non. Inoltre, anche nel settore del solidarismo sociale bisogna specializzarsi. Non basta più la buona volontà, non è più così. E le varie iniziative vanno coordinate». Lei che propone? «Per la Valsugana anche un bus per i giovani, da casa alle discoteche e ritorno, come abbiamo sperimentato positivamente d’inverno in valle di Sole». M. A.


 

L’ARENA di Verona

ANCORA UNA SCIAGURA STRADALE IN CITTÀ
Sedici vittime in venti giorni.
Fermati i rumeni sulla vettura che ha provocato l’incidente

Auto contromano, fidanzati uccisi
La coppia di giovani in moto travolta in viale Piave da due ubriachi
Il fratello
«Andavano a comprare un regalo per il papà»

Travolti in moto da un’auto contromano con a bordo due rumeni in stato di ebbrezza. Così sono morti ieri pomeriggio in viale Piave due fidanzati, Andrea Gecchele, 23 anni, di San Bonifacio, e Giulia Biondani, sua coetanea, di Colognola ai Colli. Violentissimo l’impatto frontale. I due giovani sono morti all’istante. I due romeni, residenti nel Veronese con regolare permesso, sono stati in stato di fermo perché risultati positivi al test alcolico. Il 4 aprile, sempre sulla bretella tra Verona Sud e la città, un’auto con tre macedoni a bordo, in un’inversione a U, aveva travolto e ucciso un’altra coppia di motociclisti, marito e moglie. In 20 giorni, nel Veronese, ci sono stati 16 vittime di incidenti con moto.


 

L’ARENA di Verona

Tragedia in viale Piave. Immigrati romeni gli occupanti della vettura: sono in stato di fermo perché erano ubriachi

Schianto in moto, due morti

Fidanzati ventenni centrati da un’auto uscita contromano dal sottopasso

La moto tranciata a metà. A terra in due pozze di sangue altrettanti giovani ormai senza vita. Più in là un’auto neanche tanto distrutta, paragonata alla tragedia che ha provocato.

Ieri pomeriggio prima della cinque, viale Piave mostrava ai tanti automobilisti diretti o in uscita dalla città questo drammatico scenario.

Andrea Gecchele, 23 anni, operaio residente a San Bonifacio in via Pellegrina era alla guida della sua Monster Ducati rosso fiammante. Aggrappata dietro di lui, la sua ragazza Giulia Biondani, coetanea, barista, residente in via XXI Aprile a Colognola ai Colli. La coppia viaggiava in uscita da Porta Nuova. Era appena passata davanti al negozio di moto dove lavorano due fratelli di Giulia. Forse l’ultimo suo pensiero è stato proprio per quei due ragazzi. Un ciao lanciato con la mente.

Poi l’impatto tremendo contro quell’auto che stava viaggiando sulla corsia sbagliata. Andrea Gecchele è andato a sbattere contro quell’ostacolo improvviso. Una Opel Kadett che, secondo la ricostruzione della polizia municipale che ha rilevato l’incidente, viaggiava da centinaia di metri contromano.

Sull’auto c’erano due immigrati romeni, regolari in Italia, residenti in provincia, manovali. Hanno imboccato il sottopasso che dovrebbe soltanto portare verso Santa Teresa dal lato opposto. Hanno proseguito la loro folle corsa verso la città, fermandola contro la vita dei due ragazzi.

Alcuni testimoni hanno detto che i due romeni dopo l’impatto avrebbero tentato di scappare. Sarebbero stati fermati da alcune persone corse subito sul posto che li avrebbero scaraventati in auto fino all’arrivo della polizia, che per prima era arrivata in viale Piave. Ma questa notizia non trova conferma tra le persone sentite dalla polizia municipale.

I due romeni sono stati portati in ospedale per i rilievi etilometrici e per verificare non fossero alla guida sotto l’effetto di stupefacenti. In condizioni normali non avrebbero potuto fare un simile errore, infatti il conducente è risultato ubriaco. I due romeni sono stati trattenuti fino in serata. Poi il magistrato di turno, Marco Zenatelli ha disposto per loro lo stato di fermo.

A trovare la sorella morta è stato uno dei suoi fratelli. Ha sentito il botto, è uscito vedendo che la moto era di quelle che lui vende. e quando i soccorritori hanno tolto il casco per aiutare i feriti, ha visto che sotto quella maschera c’era la sua Giulia. (a.v.)


 

ANSA.IT

MUOIONO 4 VENTENNI TRAVOLTI DA UN’AUTO, FUGGE IL PIRATA

CATANIA - Stavano andando in auto in discoteca a Catania quando una macchina, che viaggiava nella direzione opposta alla loro, ha invaso la carreggiata e li ha travolti. Uno scontro violentissimo in cui hanno perso la vita 4 ventenni: Gaetano Urso, Mario Cusimano, Vincenzo Malta, e Giorgio Sallemi, tutti originari di Siracusa. Ferito il conducente dell’altra auto, José Zamora Fonseca, 59 anni, cubano, che ora è ricercato dalla polizia. Nonostante l’ordine degli agenti di non lasciare l’ospedale in cui era stato portato, è fuggito subito dopo essere stato medicato.

Lo schianto, poco dopo le 22 di ieri sera, lungo la strada statale 114, nella periferia sud di Catania, in contrada Vaccarizzo. Coinvolte la Peugeot 106 su cui viaggiavano i 4 giovani e la Caravel Volkswagen dell’extracomunitario. Secondo i primi accertamenti della polizia stradale, il cubano avrebbe perso il controllo, finendo nella corsia opposta. Urso, 25 anni, che era alla guida della Peugeot, non è riuscito ad evitare lo scontro. Per estrarre i corpi delle vittime, incastrati tra le lamiere delle auto, sono dovuti intervenire i vigili del fuoco.

Urso, Cusimano, 20 anni e Malta, 22, sono morti sul colpo. Sallemi, appena 19enne, è deceduto poco dopo essere stato trasportato con l’ambulanza del 118 nell’ ospedale Garibaldi. Non è stato ancora accertato perché l’auto di Fonseca sia finita nell’altra carreggiata. Gli inquirenti non escludono che il cubano possa essere stato ubriaco. E proprio per fare luce sulle cause dell’incidente gli agenti della polizia stradale, che stanno conducendo le indagini, avevano intimato all’extracomunitario di non allontanarsi dall’ospedale.

Ricoverato al Vittorio Emanuele di Catania, gli erano state diagnosticate contusioni ed un lieve schiacciamento del torace. La prognosi era di 30 giorni. Dopo le medicazioni ed i primi esami radiologici, però, Fonseca, che farebbe l’autista per una ditta di trasporti, ha lasciato l’ospedale. Gli agenti hanno provato, invano, a rintracciarlo nella sua abitazione di Catania. "Vogliamo sapere la verità - dice la nonna di Mario Cusimano, una delle 4 vittime - Fonseca sa certamente cosa è accaduto". "E’ assurdo - ha aggiunto - che un ragazzo che voleva solo divertirsi con gli amici sia morto in questo modo".


 

IL GAZZETTINO (Padova)

BRINDISI SI, MA ANALCOLICO

Oggi si brinda analcolico. È questo il motto della "Prima giornata analcolica" organizzata da otto associazioni di Trebaseleghe e dall’assessorato comunale alle Politiche giovanili e familiari, manifestazione finalizzata a sensibilizzare la popolazione sul delicato tema dell’abuso di alcol. Per tutta la giornata l’Auditorium ospiterà la manifestazione organizzata in collaborazione fra il gruppo Acat di Trebaseleghe, i Club n. 245 e 670 degli Alcolisti in trattamento. In mattinata l’Acat curerà l’incontro-dibattito sul tema della "Sensibilizzazione sul problema alcol"; al termine aperitivo analcolico. A seguire pranzo ecologico nell’istituto comprensivo "G. Ponti". Al pomeriggio concerto organizzato dall’associazione "Libertà sonore" di Trebaseleghe con l’esibizione di quattro band locali e le testimonianze di persone uscite dall’alcolismo. La giornata rientra in un progetto più ampio denominato "Incontro-Cultura".


 

IL GAZZETTINO (Pordenone)

Mese di prevenzione alcologica

Sacile

L’Amministrazione comunale ha aderito al mese della prevenzione alcologica 2006. Oggi, infatti, nell’ambito della Fiera Primaverile degli Uccelli ci sarà spazio per sensibilizzare ai pericoli dell’abuso di alcol. In Piazza del Popolo sarà allestito un gazebo informativo dove saranno presenti i volontari dell’Associazione Club Alcolisti in trattamento che eseguiranno dei test con l’alcolimetro. Ci saranno inoltre due momenti musicali, il primo alle 17,30 sotto la Loggia del municipio dove si esibiranno i gruppi locali Blues-Fami e Dirty Flag, il secondo alle 20.30 con il Concerto "Positive Men.

«Abbiamo ritenuto - sottolinea l’assessore alle politiche giovanili Francesca Trinco - di fondamentale importanza aderire a questa iniziativa promossa dall’istituto superiore di sanità, in collaborazione con l’osservatorio nazionale alcol, l’osservatorio fumo, alcol e droga, la società Italia di algologia e l’Associazione club alcolisti in trattamento, data la diffusione che il fenomeno alcol ha assunto su tutto il territorio nazionale e anche nella nostra area». Per l’assessore Trinco era pertanto importante essere presenti, in una giornata di grande partecipazione in città con un punto informativo sulla gravità del problema dell’abuso dell’alcol, che vede sempre più coinvolti i giovani che rappresenta una delle cause principali di incidenti stradali con conseguenze molte volte mortali. L’assessore ringrazia l’Azienda per i servizi sanitari, il Sert di Sacile e l’Associazione Club alcolisti in trattamento, che hanno collaborato per individuare gli strumenti più efficaci per raggiungere soprattutto i giovani. È così partita una capillare campagna di informazione da parte del Progetto Giovani, all’interno degli istituti superiori che si è conclusa con la organizzazione della giornata di sensibilizzazione.


 

IL GAZZETTINO (Pordenone)

CLUB ALCOLISTI

Marcia Acat "La fortajada"

È in programma martedì, in occasione della festa del 25 aprile, con partenza e arrivo al Parco di San Valentino, a Pordenone, la 4. Marcia Acat "La Fortajada", manifestazione podistica non competitiva di 7 e 12 chilometri lungo le vie e i parchi pordenonesi, organizzata dall’Associazione fra i Club alcolisti in trattamento.


 

ALICE NEWS

Chiuso ’West End’, bar di Kerouac

Al suo posto e’ stato aperto un bistro’ cubano

(ANSA) - NEW YORK, 23 APR - Ha chiuso uno dei pochi bar storici rimasti a New York: il West End, frequentato tra gli altri da Jack Kerouac e dalla Beat Generation. Il locale era nel mirino della polizia perche’ vendeva alcolici ai minori senza chiedere la carta di identita’. A New York gli alcolici sono vietati ai minori di 21 anni. L’anno scorso gli agenti lo avevano visitato in borghese constatando le violazioni (*). Al posto del locale ha aperto un bistro’ cubano.

 
(*) Nota: negli Stati Uniti quando la figlia del Presidente è stata trovata a bere una birra in un locale, dal momento che aveva venti anni di età ha rischiato di finire in carcere.

Negli Stati Uniti se un bar, anche il più prestigioso, serve una birra o un bicchiere di vino a un giovane di 20 anni rischia la chiusura.

In Italia un bambino, a norma di legge, può andare in un supermercato ad acquistare una bottiglia di whisky, e nessuno gli può dire niente.

Probabilmente gli americani sono esagerati, però un minimo di serietà e di buon senso in più in Italia non guasterebbero.


 

IL GAZZETTINO (Venezia)

SANTI GIOVANNI E PAOLO

Circa 500 persone ai funerali della sedicenne morta in discoteca a Portogruaro 

Una gondola per l’addio a Vale 

I messaggi dei compagni: «Ti sei fidata di chi ti stava vicino, ma non era tuo amico»

Venezia

Sono arrivati a centinaia per dare l’ultimo saluto a Valentina Fuin, la sedicenne morta in discoteca la notte tra Pasqua e Pasquetta probabilmente a causa di un cocktail micidiale di alcol ed ecstasy. Nella basilica dei Santi Giovanni e Paolo il parroco ha ricordato l’umanità della ragazza mentre gli amici e i conoscenti le hanno portato fiori e messaggi. Tra questi uno: «Ti sei fidata di chi ti stava vicino, ma non era tuo amico».

Al termine della cerimonia, Vale ha compiuto in gondola il viaggio verso la pace di San Michele.


 

CORRIERE ROMAGNA (Forlì)

Vandali ubriachi, danni e violenza

FORLI’ - Poco più che ventenni, ma con un tasso alcolico che ha giocato brutti scherzi e per un 21 enne originario di Ravenna, A. Z., è costato anche il carcere (domani mattina sarà giudicato a Forlì con rito direttissimo) non solo per danneggiamenti, ma anche per resistenza e violenza contro pubblici ufficiali. Erano passate da poco le 5 del mattino di ieri e un passante più attento degli altri (uno di quelli che fanno un mestiere che inizia nel cuore della notte) ha avvertito una Volante che qualcuno stava compiendo una serie di vandalismi in Piazza Saffi. Subito intervenuto il servizio delle Volanti dell’Ufficio Prevenzione della Polizia di Stato è riuscito a notare due giovani che si stavano allontanando di corsa in piazzetta della Misura provenienti dalla piazza principale della città. Subito identificati uno dei due giovani presentava una ferita ad una mano da cui fuoriusciva sangue gocciolante, su consiglio degli agenti però il giovane ferito rifiutava nettamente le cure e il ricovero ospedaliero. Gli agenti delle Volanti, di lì a pochi passi riuscivano a trovare il motivo di quel ferimento: con un pugno A. Z. aveva distrutto una vetrata dell’edicola sottostante il palazzo comunale. Condotti in Questura, in evidente stato di ebbrezza, i due giovani reagivano in modo diverso. M. D., 21 anni, collaborativo, mentre A. Z., in un bagno della Questura reagiva brutalmente agli agenti e dopo avere spaccato sempre con il pugno sanguinante un altro vetro si avventava sugli agenti che sono stati colpiti da calci e pugni, tanto che tre di loro sono stati medicati con prognosi che dai 5 agli otto giorni e lo stesso A.Z., questa volta, è dovuto sottoporsi alle cure per tamponare una ferita che ha richiesto diversi punti di sutura. Sembra che i due giovani ravennati avessero abbondantemente consumato alcol in quantità in un locale-discoteca del centro storico che, proprio l’altra sera, incautamente chiudeva i battenti per terminare la stagione invernale concedendo libertà di consumazione “illimitata”. Un particolare che susciterà l’attenzione delle autorità tenute a fare osservare il Testo unico di pubblica sicurezza. Altri ubriachi sono stati trovati in giro per la città. Un giovane di Venezia, M.F., era privo di sensi in mezzo alla strada in corso della Repubblica. Una pattuglia della Polizia Stradale di Rocca lo ha trovato in condizioni pessime. Aveva un tasso alcolemico di 266. Il ragazzo veneziano è stato denunciato per ubriachezza. Sempre la Stradale di Rocca ha poi denunciato un giovane di Forlì che in via Valzania dopo essere uscito dallo stesso locale guidava con un tasso altissimo. L’iniziativa della consumazione “illimitata”, potrebbe far prendere dei provvedimenti al Questore di Forlì-Cesena che ha il potere di far chiudere il locale, anche se l’esercizio pubblico non ha responsabilità di ciò che accade fuori dalla struttura. Proprio per trattare questo delicato caso si è tenuta ieri in Questura una riunione con i dirigenti e il Questore Calogero Germanà (*).

 
(*) Nota: speriamo che le autorità vadano a fondo e puniscano gli eventuali responsabili. Se le cose sono andate così, si configura una grave violazione del Codice Penale da parte dei gestori di questo locale.


 

IL GAZZETTINO (Vicenza)

LA PROMOZIONE DEL TERRITORIO

«Dobbiamo spronare le aziende specializzate nella promozione del turismo e le agenzie turistiche a valorizzare gli itinerari vicentini non tradizionali, diversamente i pacchetti enogastronomici, i più richiesti dai turisti italiani e stranieri, saranno direttamente venduti alle agenzie d’oltre frontiera». È il monito lanciato ieri mattina a Montebello vicentino nell’azienda agricola Domenico Cavazza dall’accademico della cucina italiana Nazzareno Leonardi, in occasione del convegno «quali prospettive per il turismo enogastronomico nella provincia di Vicenza». «I più recenti studi di settore - ha spiegato l’esperto Leonardi - evidenziano che circa 4,5 milioni di persone attraversano in lungo ed in largo l’Italia ed il Veneto è una delle regioni in cui l’interesse è maggiore. Purtroppo, però, i turisti soggiornano raramente nel vicentino, preferendo scegliere alcuni rapidi itinerari che comprendono le visite ai monumenti più significativi, trascurando la splendida provincia e la zona di Gambellara e Montebello vicentino, con i Comuni contermini, che rappresentano un vero gioiello ambientale, una sorta di scrigno per gli appassionati di enogastronomia. L’appeal non arriva ai turisti in quanto manca l’input delle aziende di incoming, che propongono da decenni sempre gli stessi itinerari, stando alla larga da ciò che i turisti sempre più spesso chiedono: un turismo che sappia conciliare la visita ai monumenti con la cultura enogastronomica, quindi la civiltà del gusto del territorio che si sta calpestando». A conferma di come sta mutando l’interesse dei turisti basta osservare come sono cambiate le più autorevoli guide, che dedicano sempre più spazio alle produzioni del territorio, quasi a voler creare uno sposalizio tra cibo, vino e cultura dei luoghi più incantevoli. «Il vicentino è ricco di storia, prodotti tipici e tradizioni. Formaggi, vini, asparagi, ciliegie, grappe e sopressa dop - ha aggiunto Nazzareno Leonardi - sono soltanto alcuni dei prodotti tipici del vicentino conosciuti in tutto il mondo. Non possiamo lasciare che questo straordinario patrimonio rimanga sconosciuto ed inesplorato, specie se abbiamo a che fare con un numero strepitoso di turisti che chiedono proprio di potersi tuffare in nuovi itinerari tra gusto e natura».

A confermare quanto auspicato dall’accademico della cucina italiana anche Giuseppe Zonin (presidente dell’associazione Strada del Recioto e dei vini Gambellara doc) e Silvano Conte (presidente del Consorzio per la tutela dei vini Gambellara doc): «La conoscenza del territorio e dei suoi prodotti rappresenta un’occasione che non dobbiamo lasciarci sfuggire, perché è in questa direzione che si rivolge la cultura delle nuove generazioni». A conclusione della mattinata è stato consegnato il premio giornalistico "Strada del Recioto e dei vini Gambellara doc", che ha decretato vincitore Angelo Squizzato (Rai3), per «la valorizzazione e la promozione del territorio e dei prodotti tipici». La Commissione ha anche segnalato Sergio Garbato per l’articolo realizzato per "Il Resto del Carlino" e Alberto Schiavo per «l’impegno e la continuità della diffusione dell’immagine della Strada del Recioto».

Matteo Crestani


 

LA PROVINCIA DI CREMONA

Salute e alcol 3 maggio incontro

«Promozione della salute rispetto all’assunzione delle bevande alcoliche»: è il tema che sarà trattato mercoledì 3 maggio, alle 16, presso la saletta riunioni del circolo Acli Leone XIII (Parrocchia Beata Vergine di Caravaggio). L’argomento sarà affrontato da Giorgio Reali, presidente dei Club Alcolisti in trattamento.


 

IL MATTINO (Benevento)

Cresce il numero degli alcolisti

DONATO FAIELLA

Pietrelcina. Oggi presso il centro sociale polivalente, in piazza Santissima Annunziata, si svolgerà il congresso di spiritualità familiare, a cura dell’Arcat (associazione regionale club alcolisti in trattamento), sul tema: "La sobrietà valore e stile di vita della famiglia". All’importante incontro, organizzato con il patrocinio dell’Amministrazione comunale, parteciperà anche Ennio Palmesino, presidente nazionale dell’associazione. «Considerata da molti una droga legale - dice Marianna D’Alessio, presidente provinciale Apcat Benevento -, l’alcol costituisce per la nostra salute un pericolo troppo spesso sottovalutato. Gli alcolisti in Italia sono un milione e mezzo, molti di più coloro i quali abusano di alcol più volte al mese. Il fenomeno dell’abuso di alcolici è la terza causa di mortalità nel nostro Paese (30.000 vittime), supera di dieci volte le morti causate dalle droghe illegali. Non ci dobbiamo stupire se in Italia il problema sia in continua crescita; la forte pressione esercitata dalla pubblicità (legale) e la condizione psicologica che fa del bevitore un uomo forte e di rispetto, stanno causando una crescita continua del fenomeno». Anche nella Regione Campania i dati dicono chiaramente che solo in minima parte le strutture sanitarie riescono a seguire il problema. A svolgere un ruolo di supporto importante vi sono le associazioni di volontariato. Non va dimenticato, inoltre, che negli ultimi anni il fenomeno si sta diffondendo soprattutto tra i giovanissimi con conseguenze spesso irreparabili per la loro salute fisica e psichica. Il programma della giornata prevede per le ore 9 l’introduzione ai lavori ed il saluto di accoglienza (Domenico Masone, sindaco di Pietrelcina; Marianna D’Alessio, Stefania Pirazzo, presidente Arcat Campania). Seguirà la relazione della dottoressa Ivana Stimamiglio sul tema dell’incontro. Alle 11.30 tutti i partecipanti racconteranno le proprie esperienze. Dopo le conclusioni di Nello Baselice, vicepresidente nazionale, ci sarà il pranzo comunitario presso la sala del Pellegrino.


 

IL GAZZETTINO (Udine)

Prevenzione alcologica, consegnati i diplomi d’astinenza

Trieste

(Giu.be.) - È un problema diffuso, in particolare nel Nordest, secondo le statistiche. È un dato confermato dalle numerose associazioni che operano sul territorio. L’alcolismo è un killer silenzioso, che però sembra fare molte vittime e ieri, in occasione del mese della prevenzione alcologica, sono state diverse le iniziative per sensibilizzare la popolazione sui rischi alcolcorrelati.

A Trieste, l’Unità operativa dipendenze da sostanze legali e le associazioni che supportano gli alcolisti in trattamento, Astra, Acat e Hyperion, hanno organizzato un gazebo per la distribuzione di materiale informativo e insieme alla Polizia Municipale hanno portato in piazza anche gli etilometri per una prova, per così dire, senza il rischio di perdere la patente.

Nel pomeriggio, invece, sono stati consegnati i ’diplomi’ di astinenza a chi da uno, due, ma anche dieci o vent’anni, ha deciso di smettere di alzare il gomito. «Più che parlare di statistiche un aspetto che riscontriamo nell’attività di prevenzione è il problema dell’uso e dell’abuso dell’alcol nei ragazzi fra i 16 e i 18 anni», spiega Claudio Zarattin, presidente dell’Astra, una delle associazioni più presenti sul territorio con 21 gruppi di auto-aiuto nella sola provincia di Trieste.

«È preoccupante che i giovani inizino a bere già a 13-14 anni. Nel nostro lavoro di prevenzione nelle scuole ce ne rendiamo conto - aggiunge Zarattin - e ne abbiamo conferma anche parlando con i professori».

L’impegno è dunque porre attenzione sulle fasce di età più giovani per informare sui pericoli legati all’alcol. E per dimostrare che si può uscire dall’isolamento che provoca l’alcolismo grazie alla musica e alla poesia, ieri sera l’Unità operativa dell’Alcologia ha organizzato alla Casa della Musica di Trieste un concerto dal titolo emblematico: "Sotto effetto stono". Un party analcolico che è stato anticipato dalla lettura di poesie di ex-utenti e dall’esibizione di un gruppo musicale composto da ex-alcolisti e da familiari di persone che hanno dovuto fare i conti con questo problema.


 

IL MESSAGGERO (Frosinone)

L’iniziativa di Provincia, Ordine forense e Procura.

L’accusa era omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza 

Stragi del sabato, il processo è una lezione 

Oltre 200 ragazzi assistono al dibattimento simulato. «Ma la pena è troppo lieve» 

A capitare per caso nei pressi dell’aula di Corte di Assise del Tribunale di Frosinone, veniva spontaneo chiedersi chi fosse il ragazzo imputato nel processo e chi la povera ed ennesima vittima di una strage del sabato sera. Ieri mattina, infatti, giudici, avvocati, medici legali e poliziotti hanno inscenato, grazie al progetto “Educhiamoci alla legalità e alla solidarietà” (promosso dall’assessorato alle politiche sociali della Provincia e all’assessorato regionale al Diritto allo studio) un vero e proprio processo. Duecentotrenta studenti, rappresentanti delle 20 scuole superiori aderenti al progetto, hanno assistito alla simulazione di un processo per omicidio colposo per guida in stato di ebbrezza, realizzato per promuovere la cultura della sicurezza stradale e il funzionamento della Giustizia. «Che deve essere vista - commenta l’assessore alle politiche sociali Francesco Giorgi - come autorevole e non autoritaria, depositaria di norme e doveri da rispettare ma anche e soprattutto baluardo dei nostri diritti».

La simulazione, organizzata con la collaborazione dell’Ordine degli Avvocati e la Procura di Frosinone, ha appassionato gli studenti.

Ecco i fatti, fortunatamente finti, su cui si fondava il processo: tre ragazzi di ritorno a casa dopo una serata passata insieme. La macchina perde il controllo e sbanda. La polizia trova i giovani fuori dall’automobile, due feriti e in stato confusionale, mentre la ragazza, che viaggiava senza cintura di sicurezza, viene trovata morta. L’etilomentro parla chiaro: l’autista ha superato di gran lunga, oltre al limite di velocità, anche il limite legale di tasso alcolico nel sangue (2.85 ml contro il limite massimo consentito di 0.50) e viene incriminato per omicidio colposo per guida in stato di ebbrezza.

Dopo circa due ore di dibattimento e le richieste del pm Vittorio Misiti, il giudice Marina Stirpe condanna il ragazzo alla pena di un anno (l’accusa chiedeva 1 anno e 2 mesi), con sospensione della pena, immediato ritiro della patente per lo stesso periodo di tempo e il pagamento di spese processuali e danni morali e materiali, per 18.200 euro.

Per i ragazzi pena fin troppo lieve. «La ragazza non aveva la cintura, ma il ragazzo che guidava era ubriaco, io gli darei una condanna a vita – sentenzia Federico, 18 anni, dell’Itis di Ceccano – Io non bevo e non mi sognerei mai di andare in macchina con persone che hanno bevuto».

«Una bella iniziativa – aggiungono Fabio e Luca, diciannovenni, anche loro di Ceccano – forte e coinvolgente proprio per la sua veridicità, credo che ne parleremo molto fra amici». «Studiamo diritto a scuola, ma senza dubbio con questa esperienza siamo entrati ancora di più nel vivo della materia giuridica – commenta Massimiliano, studente diciottenne di ragioneria –credo che quando il giudice tornerà in aula sentiremo una pena bella pesante».

Melania e Giorgia, 14 anni di Alatri, sedute in prima fila nell’aula di tribunale, alla fine della simulazione esprimono un giudizio sull’iniziativa: «Non sapevamo tante cose sull’alcol, sui suoi effetti e sui ruoli dei singoli attori coinvolti in un processo. È stata una mattinata davvero educativa e stimolante».


 

IL MESSAGGERO (Umbria)

Violenze in famiglia, stavolta si ferisce lui 

Un gesto di disperazione che lo ha portato a ferirsi da solo con un coltello da cucina. Protagonista della vicenda un operaio ternano di 47 anni, residente a Lugnano in Teverina, che in preda ai fumi dell’alcol ha terrorizzato la famiglia come in passato era già accaduto spesso. Questa volta però, l’uomo non ha sfogato la rabbia nè sulla moglie, nè sui figli, ma contro se stesso.

Per riportare la tranquillità in casa è stato necessario l’intervento dei Carabinieri, avvertiti dalla compagna che, impaurita per l’accaduto si era chiusa in camera. Addosso all’uomo sono state riscontrate lesioni di lievi entità.


 

IL MESSAGGERO (Ancona)

Terrore davanti al Locale. Il feritore era a un tavolo da solo e senza motivi ha avuto qualcosa da ridire 

Saluta una ragazza: accoltellato 

 Sauro Petrolati colpito alla schiena da un giovane milanese 

 di MARINA VERDENELLI e MARCO BENARRIVO

«Mi ha dato una coltellata. Oddio mi ha dato una coltellata. Aiuto, perdo sangue, perdo sangue». Sono le 2.40 quando le grida di un giovane interrompono il divertimento sul lungomare Dante Alighieri, appena fuori de Il Locale. E’ l’epilogo di una serata che doveva essere di divertimento e che invece è sfociata in di follia. «Ma è Sauro? - urla qualcuno tra il brulicare dei giovani che si guardano attorno con i bicchieri ancora in mano - Hanno accoltellato Sauro. Chiamate aiuto, chiamate aiuto». A terra, con la mano alla schiena per tamponare il sangue, c’è Sauro Petrolati, 35 anni, di Senigallia, dipendente della Comar, l’azienda di macchine per il movimento terra sull’Arceviese. Ad accoltellarlo è stato Stefano Garoffolo, 25 anni, operaio di Rho (Mi) con alcuni precedenti penali, arrivato in città per le festività. «Fermatelo, fermatelo - gridano gli amici del senigalliese - ha accoltellato Sauro». Tra la folla si apre un varco. Si sentono urla di paura. Il milanese viene rincorso. Il servizio di sicurezza del disco-pub riesce a bloccarlo a pochi metri dal bar Vertigo. Ha ancora in mano il coltello sporco di sangue e grida «La Calabria è con voi, la Calabria è con voi». Un buttafuori gli afferra il braccio e lo costringe a mollare l’arma, un altro lo butta a terra. Il coltello cade. Viene chiamato il 112 mentre gli amici di Sauro cercano di prestargli i primi soccorsi. Lo fanno sedere a lato del marciapiede, con la schiena sanguinante appoggiata alla ruota di un’auto parcheggiata. Petrolati perde i sensi. Si teme per la sua vita. Gli amici hanno le mani sporche di sangue. Ancora non si sa a che profondità la lama, di circa 15 centimetri, è entrata nella schiena. Trasportato al pronto soccorso di Senigallia i medici gli riscontrano una ferita da taglio trasversale sulla parte lombare. La lama gli ha sfiorato una vertebra. E’ vivo per miracolo. Gli è andata bene: la prognosi è di 30 giorni. «Non avevo fatto niente - si è sfogato ieri con gli amici, dal letto dell’ospedale - stavo solo parlando e mi sono preso una coltellata». Sentiti i testimoni i carabinieri del nucleo operativo di Senigallia hanno cercato di ricostruire l’accaduto. Prima dell’accoltellamento sembra ci sia stata una lite all’interno del Locale. Petrolati era arrivato con altri amici. Salutata una comitiva, si erano seduti ad un tavolo dove si trovava anche una ragazza. Lì vicino c’era Stefano Garoffolo, da solo, che, senza apparenti motivi, ha avuto da ridire sui saluti che il giovane avrebbe rivolto alla giovane. Ne è seguita una lite che la comitiva ha cercato di spegnere ignorando il milanese. Gli amici si sono seduti ma Garoffolo avrebbe sferrato un pugno alla schiena a Petrolati. Inevitabile l’intervento del servizio di sicurezza che ha accompagnato di forza il 25enne, in apparente stato di ebbrezza, all’esterno. Qui sono volati alcuni cazzotti finiti con l’allontanamento del milanese che sembrava avesse deciso di andarsene. Invece è corso all’interno del bar Vertigo, di fronte al Locale, piombando dentro urlando ai camerieri che voleva un coltello. Poi è andato dietro al bancone. Ha preso un coltello utilizzato per tagliare i limoni, poi è corso di fuori lanciandosi contro Petrolati che era appena uscito dal disco-pub. E lo ha colpito. Adesso è Montacuto, con l’accusa di tentato omicidio e furto.


 

CORRIERE ROMAGNA (Forlì)

Corriere express in stato di ebbrezza tampona auto con due ragazze

 FORLI’ - Un corriere express che ha tamponato violentemente un’auto con due ragazze, è stato trovato dalla Polstrada di Rocca ubriaco fradicio. Le ragazze sono finite al pronto soccorso. In via Gorizia l’altra sera, l’uomo, M.B., 33 anni, di Rocca San Casciano, aveva un tasso di alcol di 232. Per calmare l’ira dell’autista è dovuta intervenire anche una Volante. Il rocchigiano ha rischiato l’arresto per resistenza a pubblico ufficiale, ma è soltanto stato denunciato a piede libero. La patente di guida è stata ritirata.


 

BRESCIA OGGI

Esame gratuito per una sera intera. Ne hanno usufruito i clienti dei bar che hanno detto la loro

Alcool, test sul bus in piazza Arnaldo

«Un etilometro in tutti i locali pubblici per verificare se si è bevuto troppo»

Patente ritirata per guida in stato di ebbrezza. Per Brescia una piaga che porta la nostra città a recitare un ruolo da protagonista in negativo per il numero di patenti ritirate per un tasso alcolico nel sangue superiore al consentito. Una situazione che, se da u

Lunedì, 24 Aprile 2006
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