di Giovanna Guiso*
SICUREZZA SU DUE RUOTE: ANALISI, RESPONSABILITÀ E PREVENZIONE
Al Misano World Circuit il seminario AMI con giornalisti specializzati, esperti, piloti e tecnici
Un circuito nato per la velocità si è trasformato, per un giorno, in un laboratorio di consapevolezza e responsabilità. Al Misano World Circuit Marco Simoncelli si è tenuto lo scorso 18 settembre il seminario sulla sicurezza stradale dei motociclisti, promosso dall’Associazione Motociclisti Incolumi e rivolto a giornalisti e appassionati. Un appuntamento di grande valore civile, nato per sensibilizzare media, cittadini e istituzioni, su un tema troppo spesso sottovalutato.
Moderato da chi firma questo articolo, il seminario ha evidenziato il ruolo fondamentale dell’informazione nella tutela della vita umana sulle strade e la necessità di una comunicazione chiara e responsabile per trasformare dati e conoscenze in azioni concrete di prevenzione.

Gruppo relatori
(foto Marzio Bondi)
Sono intervenuti: Andrea Albani – managing director Misano World Circuit, Vice Presidente Motor Valley; Franco Uncini, campione del mondo 1982 classe 500cc, delegato IRTA per la sicurezza dei piloti per 20 anni, FIM Safety Officer per l’omologazione dei circuiti negli ultimi 10 anni; Maurizio Crispino, ingegnere, docente al Politecnico di Milano; Silvia Bartoletti, Key Account Samoline, Export Manager Colorificio Sammarinese; Gordon Casteller, giornalista, Media & Communications Executive Alpinestars; Carlo Linetti, ingegnere, vice presidente COBO Group e presidenti Rotary Club mondiale motociclisti; Giulio Fabbri, Giornalista, Direttore Comunicazione Prodotto e Responsabile Marketing e Comunicazione Ducati; Marco Guidarini, medico traumatologo, presidente Associazione Motociclisti Incolumi, Pilota Campionato Italiano Velocità Classic; Diego Pensalfini, avvocato del Foro di Rimini, pilota e campione Italiano Velocità Classic 2023, membro direttivo Associazione Motociclisti Incolumi; Giorgio Novelli – dirigente medico Chirurgia Maxillo-Facciale Grande Ospedale Metropolitano Niguarda Milano, professore Associato Università degli Studi Milano Bicocca; Filippo Leone, ingegnere, responsabile Ufficio Tecnico Sicurezza Stradale Margaritelli, Brand Road Safety, Perugia; Massimo Improta, ingegnere, responsabile Settore Linee e Ausili Centro Protesi INAIL di Budrio (Bologna); Gilberto Gatti, il primo motociclista amputato con patente A speciale; Federico Porrozzi, giornalista, direttore delle riviste Motosprint e In Moto.

Andrea Albani
(Foto di Roberto Motta)
L’impegno del circuito: infrastrutture e innovazione
Andrea Albani ha ricordato gli interventi strutturali realizzati per aumentare la sicurezza del circuito: asfalti ad alta aderenza, barriere a dissipazione controllata, sistemi di rilevamento in tempo reale degli incidenti. «Siamo orgogliosi di ospitare iniziative come questa – ha dichiarato – perché crediamo nel valore della cultura della sicurezza e nel suo potere trasformativo». Il circuito si conferma non solo come luogo di competizione, ma anche come laboratorio avanzato per la sperimentazione di soluzioni tecniche applicabili alla mobilità quotidiana.

Franco Uncini
(Foto di Roberto Motta)
La pista insegna: soluzioni testate in gara per salvare vite su strada
Franco Uncini ha affermato: «Le competizioni motociclistiche svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo di tecnologie per la mobilità quotidiana. Molte innovazioni, come caschi, tute, airbag e vernici omologate, nascono in pista e migliorano la sicurezza su strada. Il passaggio ai motori 4 tempi in MotoGP dimostra l’intento di rendere le gare un laboratorio tecnico avanzato. Le prestazioni estreme permettono di testare componenti al limite, generando dati utili per le moto stradali. È essenziale proseguire su questa via e coinvolgere le istituzioni per promuovere l’adozione diffusa delle soluzioni già validate nel contesto sportivo».

Marco Guidarini
(Foto di Roberto Motta)
L’analisi scientifica degli incidenti: la proposta di AMI
Marco Guidarini ha dichiarato che la principale causa delle migliaia di vittime sulle strade italiane è la mancanza di un’analisi scientifica approfondita degli incidenti. A differenza di settori come l’aeronautica e la medicina, dove da decenni si studiano le cause e le conseguenze degli eventi critici, nel campo della sicurezza stradale si continua a ignorare il concatenarsi di fattori che portano al danno alla salute. La strategia attuale, centrata quasi esclusivamente sulla responsabilità degli utenti, trascura il ruolo delle infrastrutture e la necessità di una vera cultura della prevenzione. «Alla luce delle oltre 3.000 vittime nel solo 2024 e di un impatto sociale paragonabile a una manovra finanziaria - ha dichiarato - propongo un metodo moderno di analisi per individuare le cause di incidenti e le cause di lesioni, con l’obiettivo di salvare migliaia di vite».

Diego Pensalfini
(Foto di Roberto Motta)
Le implicazioni giuridiche: responsabilità anche in pista
Diego Pensalfini ha spiegato che una disamina giuridica ha chiarito che, in caso di incidente su pista durante prove libere, si applicano i principi del Codice della strada. La Corte di Cassazione distingue tra attività agonistica e circolazione “turistica”, e afferma che in quest’ultima devono valere diligenza, prudenza, moderazione della velocità e rispetto delle distanze di sicurezza. In caso di sinistro, possono emergere responsabilità penali e obblighi di risarcimento. Il tema risulta cruciale per garantire sicurezza e responsabilità nell’uso delle piste al di fuori del contesto competitivo.

Maurizio Crispino
(Foto di Roberto Motta)
Pavimentazioni e infrastrutture: il ruolo dell’ingegneria
Maurizio Crispino ha evidenziato le criticità legate alle pavimentazioni stradali e il loro impatto sulla sicurezza della mobilità a due ruote. Ha denunciato le lacune normative che penalizzano motociclisti e ciclisti, presentando studi recenti che propongono soluzioni concrete per migliorare le infrastrutture. Crispino ha inoltre illustrato le innovazioni applicate ai circuiti di Misano e Monza, capaci di garantire prestazioni elevate e durature. Il suo intervento ha rafforzato l’urgenza di un approccio scientifico e ingegneristico alla sicurezza stradale.

Silvia Bartoletti
(Foto di Roberto Motta)
Vernici antislip: dalla pista alla città
Silvia Bartoletti ha evidenziato la collaborazione con piloti e progettisti per coniugare sicurezza e impatto visivo nei circuiti. L’esperienza maturata in pista se trasferita al settore urbano contribuisce al miglioramento delle infrastrutture stradali. Tuttavia, nonostante l’efficacia dimostrata, la vernice non viene adottata su larga scala dai gestori delle strade a causa dei costi elevati, che ne limitano la diffusione nel contesto urbano.

Gordon Casteller
(Foto di Roberto Motta)
Protezione integrale: oltre il casco
Gordon Casteller ha sottolineato che la sicurezza del motociclista va oltre il casco e richiede una protezione integrale del corpo. Grazie a dispositivi certificati e materiali innovativi come airbag indossabili e tessuti anti-abrasione, l’industria ha raggiunto livelli di protezione elevati, ma la scarsa cultura e sensibilizzazione sul tema ne limita ancora la diffusione tra i motociclisti.

Carlo Linetti
(Foto di Roberto Motta)
Elettronica e sicurezza attiva: il contributo delle competizioni
Carlo Linetti ha evidenziato come l’evoluzione dell’elettronica nei motocicli abbia migliorato la sicurezza attiva, riducendo il rischio di cadute e collisioni anche in caso di errore umano. Sistemi come l’ABS sono solo l’inizio di un percorso tecnologico in crescita. Ha sottolineato anche il ruolo della sicurezza passiva, come gli airbag, e l’importanza delle competizioni motociclistiche come laboratorio per testare e perfezionare soluzioni che poi vengono adottate nella produzione stradale.

Giulio Fabbri
(Foto di Roberto Motta)
Ducati: vent’anni di innovazione per la sicurezza
Giulio Fabbri ha ripercorso vent’anni di evoluzione tecnologica nelle competizioni motociclistiche, dove numerosi accorgimenti sono stati introdotti per proteggere i piloti, spesso in risposta a incidenti gravi, ma anche grazie alla prevenzione e alla ricerca continua. Attraverso il racconto di Ducati, è emerso come le corse rappresentino un laboratorio avanzato per lo sviluppo di soluzioni che, una volta testate in pista, vengono trasferite alla produzione di serie, migliorando la sicurezza dei motociclisti su strada. Un esempio concreto di come la passione per le performance possa andare di pari passo con l’impegno per la tutela della vita.
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Giorgio Novelli
(Foto di Roberto Motta)
Traumi facciali e scelta del casco
Giorgio Novelli ha spiegato che un’analisi su oltre 1900 traumi motociclistici ha rilevato che il coinvolgimento facciale, presente nel 19% dei casi, è spesso sottovalutato. L’uso di caschi jet comporta un rischio doppio di lesioni facciali gravi rispetto ai caschi integrali, con danni più severi agli organi di senso e frequente associazione a traumi cranici, principale fattore di mortalità. L’impatto clinico si traduce in costi sanitari elevati. Una scelta più consapevole del casco può ridurre gravità, spese sanitarie e sociali e salvare vite.

Filippo Leone
(Foto di Roberto Motta)
Barriere e protezioni: evoluzione tecnologica
Filippo Leone ha raccontato che dal 1996 l’azienda Margaritelli opera anche nel settore della protezione dei motociclisti, sviluppando barriere e terminali ad assorbimento di energia. Nel 2008 ha introdotto il MotoRail, uno dei primi dispositivi di sicurezza per motociclisti in Italia, evoluto nel 2018 nel sistema RiderPro, frutto di anni di ricerca e ottimizzazione.

Massimo Improta
(Foto di Roberto Motta)
Protesi e reinserimento: tornare in sella dopo un incidente
Massimo Improta ha spiegato che grazie a un approccio multidisciplinare, il Centro Protesi INAIL di Budrio consente ai motociclisti che hanno subito amputazioni in incidenti stradali di tornare in sella. Attraverso la progettazione di protesi personalizzate, l’adattamento tecnico dei veicoli, percorsi riabilitativi specifici e supporto per l’ottenimento della patente speciale, il centro accompagna i pazienti verso il recupero dell’autonomia. L’esperienza maturata e l’innovazione tecnologica applicata alle protesi rendono possibile il ritorno alla guida in sicurezza, trasformando un limite in una nuova possibilità.

Gilberto Gatti
(Foto di Roberto Motta)
Inclusione e autonomia: la testimonianza di un motociclista
Gilberto Gatti ha spiegato che grazie al supporto del Centro Protesi INAIL di Budrio, ha ottenuto una protesi personalizzata e una moto tecnicamente adattata che gli hanno consentito di tornare alla guida in sicurezza. La sua esperienza ha portato alla modifica della normativa italiana e gli ha permesso di diventare il primo motociclista amputato con patente A speciale. Il suo percorso costituisce un esempio concreto di reinserimento e autonomia per altri motociclisti in condizioni simili.

Federico Porrozzi
(Foto di Roberto Motta)
Informazione e responsabilità: il ruolo e il contributo dei media
Federico Porrozzi ha spiegato di aver scelto, nel proprio ruolo di giornalista, di raccontare il motociclismo con particolare attenzione alla sicurezza. Pur riconoscendo il fascino della velocità, promuove un motociclismo rispettoso del Codice della strada e dei limiti di velocità. Ha sottolineato l’importanza di evitare la diffusione di immagini che mostrino comportamenti rischiosi, come le impennate fuori contesto, e di valorizzare l’uso di dispositivi di protezione certificati. In caso di incidente su circuito, ha ribadito la necessità di un’analisi scientifica per individuare le cause e migliorare le condizioni strutturali per contribuire così a una sicurezza più efficace e consapevole.
Conclusione
Il messaggio emerso dal seminario è chiaro: la sicurezza non è un vincolo, ma una responsabilità condivisa. Per chi opera ogni giorno sulle strade, come la Polizia Stradale, diventa uno strumento essenziale per salvare vite e costruire una mobilità più consapevole.
*Giornalista e scrittrice
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