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Notizie brevi 10/06/2025

Autovelox, il caos continua: multe a rischio annullamento e sicurezza stradale in bilico
Due recenti ordinanze della Cassazione, emesse nello stesso giorno, alimentano la confusione. Ecco perché
Da La Stampa  - di Vincenzo Borgomeo

Il caos sugli autovelox in Italia non accenna a placarsi, con una giungla normativa che rende sempre più complicata la vita di automobilisti, forze dell’ordine e amministrazioni. Due recenti ordinanze della Corte di Cassazione, emesse nello stesso giorno dalla stessa sezione e con lo stesso relatore, hanno riacceso il dibattito. La prima stabilisce che le multe elevate tramite autovelox non omologati, ma solo approvati, sono da annullare. La seconda, però, alza l’asticella per gli automobilisti: per ottenere l’annullamento, non basta più contestare la sanzione, ma serve anche una querela di falso contro chi ha redatto il verbale.

Asaps: “Una giungla inestricabile”

Una situazione che Giordano Biserni, presidente dell’Asaps (Associazione Amici della Polizia Stradale), definisce “una giungla inestricabile”. “Non ne usciamo più da questa storia di omologati, non omologati, approvati. È un caos che favorisce ricorsi su ricorsi, sempre più complessi, mentre sulle strade nessuno parla delle vere emergenze: 33 morti in un weekend, 37 in quello precedente. Ma l’attenzione è tutta sugli autovelox”, denuncia Biserni.

Anni di rinvii

Il problema dell’omologazione degli autovelox non è nuovo: per anni si è rimandata una chiarezza definitiva su questo aspetto. Ora, con le nuove ordinanze, la situazione si complica ulteriormente. Gli automobilisti devono affrontare procedure più gravose, come la querela di falso, mentre chi redige i verbali – polizia locale e stradale – rischia conseguenze serie, anche penali, in caso di errori. “Non si può andare avanti così”, tuona Biserni. “Fermiamo tutto, spegniamo gli autovelox finché non si fa chiarezza. Serve un provvedimento definitivo che stabilisca regole precise”.

Manca un decreto ministeriale

Il nodo cruciale è l’assenza di un decreto ministeriale che definisca i criteri di omologazione. Un nuovo provvedimento, in vigore dal 12 giugno, introduce regole più severe: gli autovelox dovranno essere autorizzati dalla prefettura, posizionati a distanze adeguate e non potranno essere usati per misurare velocità inferiori ai 50 km/h in città. Ma, secondo Biserni, questo non basta. “In Italia sembra che non si voglia davvero controllare la velocità. Quando attraversiamo il confine con Svizzera, Austria o Slovenia, rispettiamo i limiti senza discutere. Là i cartelli sono chiari, gli autovelox pochi ma strategici. Qui, invece, ci perdiamo in una burocrazia assurda”.

Il caso della multa norvegese

Un aneddoto riportato da Biserni rende l’idea: un poliziotto italiano, fermato in Norvegia per aver superato il limite di 12 km/h, si è visto infliggere una sanzione di 1.200 euro senza preavviso, pagata a rate. “In Italia, una cosa del genere farebbe cadere il governo”, ironizza. Eppure, il problema resta: oltre 3.000 morti sulle strade italiane ogni anno, mentre il dibattito si concentra su tecnicismi e ricorsi.

La proposta

La proposta di Asaps è chiara: “Fermiamo la macchina dei controlli e facciamo ordine. Altrimenti, il messaggio è che la velocità non la vogliamo controllare davvero”. Nel frattempo, il monitoraggio degli autovelox è in corso, ma senza una soluzione definitiva, il rischio è che il caos continui, a scapito della sicurezza di tutti.

 

da lastampa.it

 

 

 

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Martedì, 10 Giugno 2025
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