Una città a misura di tutti, anche per ciclisti, pedoni e chi è in sedia a rotelle
CARI SINDACI ITALIANI,
voi siete i custodi delle nostre comunità. Siete coloro che, più di tutti, possono decidere se una città è un luogo di vita oppure un luogo ostile. Se le strade uniscono oppure separano. Nel governo delle città la mobilità è cruciale, perché è la porta d'accesso a molti diritti. Allo studio, al lavoro, alla salute, alle relazioni. Una mobilità equa riduce le diseguaglianze sociali. A iniziare dalla camminabilità, perché da qualunque mezzo, prima o poi, dobbiamo scendere. Abbiamo un problema urgente: l'insicurezza stradale. I numeri parlano chiaro: secondo l'Istat, in Italia la violenza stradale ha causato in dieci anni 30mila morti e 2 milioni di feriti. Proprio in città avviene il 73% degli scontri stradali e le vittime stanno aumentando (+8%). Secondo l’'Osservatorio Asaps.it (il portale della sicurezza stradale, ndr) solo nel 2024 i pedoni vittime di incidenti stradali sono stati 475, molti sulle strisce pedonali, alcuni addirittura mentre camminavano sul marciapiede. Le ultime riforme del governo, in primis del Codice della Strada, hanno impoverito gli strumenti che avete in mano per tutelare salute e sicurezza nel territorio che conoscete e amate. Difendeteli, nelle vostre mani ci siamo anche noi.
«Una mobilità equa riduce le diseguaglianze. ogni euro investito in camminabilità promuove benessere promuove benessere e salute, restituendo a tutti molto di più»
E poi c'è un altro problema, cari Sindaci. Noi non vogliamo solo tornare a casa vivi, vogliamo vivere pienamente le nostre città. Vogliamo poter scegliere come spostarci in modo godibile ed efficiente, vogliamo la bellezza degli spazi e delle relazioni. Lo sa bene Carla, 70 anni (ma anche Eleonora, 40, Giuseppe 68, Irene 24 e poi Marco, Giovanna e…), che ha sempre incontrato gli amici in piazza e accompagnato i nipoti a scuola. Oggi Carla esce sempre meno. I marciapiedi nel suo quartiere sono stretti e dissestati, e i conducenti dei mezzi a motore sfrecciano veloci e rendono pericoloso attraversare. Questo riguarda tutte e tutti. Riguarda i bambini, che stiamo spogliando dell'autonomia, base del loro futuro. Riguarda chi si muove in sedia a rotelle, ma anche solo chi sceglie di camminare o pedalare. Riguarda anche chi un'auto ce l'ha, perché una città che offre più opzioni porterà a far prendere l'auto solo a chi realmente ne avrà bisogno.
Cosa vi chiediamo, quindi? Non rivoluzioni impossibili, ma scelte che difendono il bene comune, perché nessuno rinunci alla propria vita. Guardate alle buone pratiche in Italia e nel mondo. Promuovete piani di camminabilità, aprite uffici dedicati nei vostri Comuni. Difendete lo spazio pubblico come se fosse casa vostra, e restituitelo alle persone. Oggi l'85% è destinato ai veicoli. Lo sa Lisa (e Giorgio, Monica, Francesca e…), che ogni giorno in bici rischia la vita perché una strada sicura per lei nessuno l'ha ancora disegnata. Ricordate che ogni euro investito in mobilità attiva e pubblica promuove benessere e salute, restituendo alla collettività molto di più. Create reti connesse e sicure, perché Carla, Lisa e tutti gli altri - tutti noi - possano non avere più paura. Dotate la città di verde e di arredo. Create piazze e luoghi di relazione che, non si sa come, a un certo punto abbiamo smesso di costruire.
Cari Sindaci, scegliete di difendere non il diritto di correre, ma il diritto (per tutti) di muoversi e di decidere come farlo, senza subire violenza. Difendete la Città 30, (quella città con aree urbane dove la velocità massima per i veicoli è di 30km all'ora, pur avendo sempre anche arterie di scorrimento) che ha dimostrato con i dati di offrire non solo sicurezza ma anche efficienza, al costo di pochi secondi del proprio tempo. E poi ditelo a tutti. Non state togliendo qualcosa, ma restituendo opportunità. Cari Sindaci, avete la possibilità di cambiare. Fate un atto di visione perché le città possano offrire a tutti un futuro e una comunità. Lottate per questo. Il cambiamento inizia da voi.
Francesca Chiodi
Diritti condivisi Francesca Chiodi è medico, attivista e presidente del Movimento Diritti dei Pedoni, associazione di promozione sociale nata nel 2023 che sogna e vuole costruire una mobilità più giusta e inclusiva sia in città che fuori e che la difende in Italia facendo attività di advocacy, divulgazione e mobilitazione. Consigliera di International Federation of Pedestrians, vuole dare voce alla camminabilità nell’agenda politica e nel dibattito pubblico. Sposata con Alessandra, non si stanca mai di imparare e di pensare che siamo noi a muovere le strade del mondo @diritti_dei_pedoni
Una lettera di Francesca Chiodi è medico, presidente del Movimento Diritti dei Pedoni, a tutti i sindaci delle città italiane. (ASAPS)
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