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Articoli 12/02/2003

Europa: per una più concreta sicurezza stradale serve anche una maggiore omogeneità delle regole

Europa: per una più concreta sicurezza stradale serve anche una maggiore omogeneità delle regole


di Giordano Biserni*

Non è affatto azzardato affermare che l’incidentalità stradale mantiene nell’Ue toni di elevata drammaticità anche in questo inizio millennio, alla luce dei dati disponibili sulla sinistrosità globale degli ultimi anni. La strada, spesso impietosa e crudele, sceglie le sue vittime colpendo duramente anche nella fascia giovanile.
Lo spessore del fenomeno è stato nitidamente fotografato dallo stesso Presidente della Commissione Europea Romano Prodi in un recente articolo per "Il Centauro: " La coraggiosa scelta compiuta cinquant’anni fa dai padri fondatori della Comunità ha liberato le giovani generazioni degli Stati membri dall’incubo della guerra; i progressi scientifici e la crescente prosperità hanno avuto la meglio su molte malattie che per secoli si sono periodicamente abbattute sul nostro continente con la potenza distruttrice di un flagello biblico. La vita media si è allungata e il tenore di vita della popolazione europea è oggi di gran lunga superiore a quello del passato. Certo, non tutti i problemi sono risolti: i nemici di oggi si chiamano tumore, ipertensione, infarto. Contro queste insidiose minacce la medicina e la ricerca sono mobilitate per trovare rimedi efficaci, e i risultati ottenuti negli ultimi decenni hanno permesso di guardare con meno fatalismo tali malattie.Troppo spesso, invece, si affronta con un senso di rassegnata impotenza un’altra delle principali cause di morte legate al nostro moderno stile di vita, responsabile di un insostenibile stillicidio di vite umane: gli incidenti stradali.
Le cifre sono agghiaccianti. Ogni anno, nell’Unione europea, quarantamila persone perdono la vita in questo modo. È come se un’intera cittadina fosse spazzata via dalla nostra geografia. Più di novemila persone al giorno - quanti potrebbero essere i passeggeri di 15 treni ETR 500, o di 150 pullman turistici - rimangono quotidianamente ferite sulle strade d’Europa. Si calcola che un cittadino europeo su tre dovrà prima o poi ricorrere a cure ospedaliere a causa di un incidente, e che la vita di uno su ottanta di noi sarà stroncata per lo stesso motivo.Gli incidenti sono la principale causa di morte tra le persone di età inferiore ai 45 anni e il loro costo in termini di anni di vita perduti supera quello delle malattie cardiache o del cancro. Ogni anno si bruciano in questo modo 160 miliardi di euro, pari al 2% del prodotto interno lordo di tutta l’Unione europea. Un costo enorme e insensato se si pensa alle soluzioni alternative socialmente accettabili e poco onerose già disponibili".

Certo l’Ue ha piena coscienza della drammaticità del problema (tab.1) per questo si è posta, è noto, l’obbiettivo di ridurre del 50% entro il 2010 il numero delle vittime della strada, mentre l’obiettivo intermedio viene fissato a una riduzione del 33% entro il 2006. Obiettivi che sinceramente allo stato attuale ci sembrano verament ambiziosi soprattutto per l’Italia che negli ultimi anni ha visto rallentare la sinistrosità molto meno velocemente rispetto alla media europea. Ancora oggi nel nostro Paese ogni giorno perdono la vita circa 20 persone e 800 rimangono ferite, con un costo calcolato secondo le ultime stime presentate alla recente 58° Conferenza del Traffico di Riva del Garda in circa 30 milioni di Euro. Quale la formula secondo l’Ue per raggiungere questi obiettivi di maggior sicurezza stradale? Eccola: migliori infrastrutture, veicoli più sicuri e maggiori controlli. Formula sicuramente efficace alla quale, secondo noi andrebbe aggiunta una reale educazione stradale e una migliore formazione dei conducenti di veicoli. Durante un recente convegno a Bruxelles, dedicato al traffico e alla sicurezza, alcuni importanti esperti del settore hanno presentato i risultati di uno studio secondo i quali una riduzione media di della velocità dei veicoli di soli cinque chilometri orari potrebbe risparmiare la vita, in un anno, a circa 11.000 persone, con la diminuzione anche di 180.000 incidenti sul territorio di tutta l’Unione.

(Questo aspetto andrebbe spiegato bene in Italia dove la recente modifica al Codice della Strada porterà il limite di velocità nelle autostrade a tre corsie a 150 Km/h ). Si è già detto con le parole del Presidente dell’Ue che nella sola comunità ogni anno si contano oltre 41.000 morti cioè oltre 110 al giorno e centinaia di migliaia di feriti con un costo economico (aggiunto al dolore dei famigliari) di 160 milioni di euro pari al 2% del Pil. Sorprende sapere, però, che le spese per la prevenzione degli incidenti non raggiungono neppure il 5% di tale costo.Ecco cosa propone la Commissione a tutti i Paesi Ue per dimezzare i morti per incidenti stradali entro il 2010:- Un intervento sulle sanzioni armonizzandole in tutti i Paesi della Comunità.- La creazione di un osservatorio sulla sicurezza stradale (se ne sente proprio il bisogno).- Imposizione delle cinture di sicurezza anche sugli autocarri.- Adozione di nuove tecnologie per i veicoli come la "scatola nera" e i limitatori di velocità anche per le automobili; la costruzione di veicoli intrinsecamente sicuri; tecnologie per la gestioneattiva della velocità.Abbiamo seri dubbi che alcune delle misure indicate, pur condivisibili e opportune, possano essere adottate a breve.Tuttavia se entro il 2005 non si saranno fatti effettivi passi avanti verso una maggiore sicurezza stradale la Commissione si riserva di emanare Regolamenti immediatamente obbligatori in materia, per tutti i Paesi Ue. 

 


Tabella 1 - Fonte Irtad-Ocse


Tabella 1/bis - Irtad-Ocse



di Giordano Biserni

da "Il Centauro" n. 73
Mercoledì, 12 Febbraio 2003
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