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Notizie brevi 02/03/2006

Rassegna stampa alcool e guida del 1 marzo 2006

 IL GAZZETTINO (PD)

Il responsabile Giancarlo Zecchinato illustra i dati del Ser.T. «Nei giovani è sottostimato il fenomeno del consumo di bevande alcoliche» 

Tossicodipendenza, l’anno scorso in cura 654 persone  

Per 390 di loro i problemi solo legati alla droga (54 i nuovi casi) , per 264 all’alcol (41). La cocaina ha lasciato il posto ai mix micidiali

Monselice -Una persona normale, integrata nella società e sostenuta dalla famiglia. È questa la nuova immagine del tossicodipendente che esce dal rapporto annuale reso noto dal Ser.T. (servizio per le tossicodipendenze) dell’Usl 17 di Monselice, il cui distretto interessa la ventina di comuni del Conselvano e del Monselicense. Quanto è lontana l’immagine del tossicodipendente che si abbandona alla sua evasione chimica su un marciapiede, o che si apparta in un angolo nascosto per "farsi". La situazione è cambiata radicalmente anche in termini di sostanze. La cocaina ha lasciato il posto all’ecstasy e all’alcol. Un mix potente del quale i nuovi "tossici" sembrano non poterne fare a meno.

«L’aumento delle persone che si rivolgono al Ser.T. è nella norma - dice Giancarlo Zecchinato, responsabile del servizio - Sono 390 le persone che nel 2005 sono state in cura per problemi derivanti da sostanze stupefacenti; 54 i nuovi casi; il 15 \% sono donne»

Per quanto riguarda i problemi derivanti dalla dipendenza da alcol, le persone che si sono rivolte al servizio sono state 264; 41 i nuovi casi, di cui il 30\% donne.

«Il fenomeno dell’alcol dipendenza nei giovani è sottostimato - sostiene Zecchinato - Inoltre si tratta sempre più spesso di persone "impegnative" sotto il profilo curativo. Infatti utilizzano l’alcol come una forma per sconfiggere la depressione. Una situazione che si complica, se poi nel tempo si sommano problemi di natura psichiatrica».

Per quanto concerne gli interventi a favore delle persone che hanno una dipendenza da alcol, il lavoro del Ser.T. viene supportato dall’associazione alcolisti in trattamento della Bassa Padovana e dalla comunità San Francesco di Monselice. «La comunità terapeutica svolge un ruolo importante a favore degli alcolisti - commenta ancora il responsabile del servizio per le tossicodipendenze dell’Usl 17 - Perché le persone seguono un programma terapeutico di un anno e mezzo, durante il quale iniziano un processo d’inserimento sociale. Poi rientrano gradualmente in famiglia ed alla normalità».

Il Ser.T. gestisce alcuni progetti di prevenzione della sostanze stupefacenti nella scuole e nelle comunità comunali. Infatti l’età dei tossicodipendenti, soprattutto da alcol, si sta abbassando pericolosamente.

Orfeo Meneghetti


 
IL GAZZETTINO (RO)

SALUTE 

L’alcol è come un male oscuro ma chi beve non chiede aiuto
Avvertimento per il "popolo degli spritz": l’alcol, a contatto con un cervello immaturo, procura danni neurologici.

Il 20 per cento dei giovani ha problemi di alcolismo, anche se non lo ammette. Non sa dosare la quantità d’alcol da ingerire, tantomeno decide di smettere, visto che il bere procura un piacere e la malattia si maschera in euforici momenti di ebbrezza.
"Il bere oscuro", volume di Luigi Galimberti, professore universitario, è stato presentato in Accademia dei Concordi. Con lui, l’amico e collega Francesco Noce, presidente dell’Ordine dei medici.
Nel "romanzo scientifico", come entrambi lo definiscono, le storie di alcolismo si intrecciano, fino a diventare un tutt’uno tra dati patologici di fatto e sensazioni che i pazienti provano sulla propria pelle. Un dirigente d’azienda, un emarginato, un agricoltore, una donna manager e un adolescente annoiato, insicuro: storie diverse con lo stesso epilogo.
«I concetti di fisiopatologia vengono resi semplici, nel libro di Galimberti, in flash come filmati - così Noce ha introdotto l’argomento - e l’iter metodologico per spiegare le dinamiche adottate dall’organismo a contatto con l’alcol, sono comprensibili. L’alcolismo è una malattia, non si beve per dimenticare, ma si dimentica bevendo».

Noce illustra il progetto provinciale Epicuro, nato «a seguito dei dati allarmanti riguardanti l’alcolismo tra i giovani. Iniziato in sordina, analizzando con un test non invasivo le urine di giovani che praticano sport, il metodo che consiste nell’immergere un semplice stick nel liquido e rilevare immediatamente se l’adolescente ha fatto uso di alcol negli ultimi giorni, è un sistema sicuro adottato dai medici per dare immediate risposte alle famiglie».
«Occorre un aiuto farmacologico per imbrogliare i neuroni e far capire che si possono usare diverse sostanze per star bene in alternativa all’alcol - ha aggiunto Galimberti - l’alcolista privilegia gli effetti del bere rispetto al gusto di ciò che tracanna, non rispettando le dosi giornaliere di 24 grammi per gli uomini e 16 grammi per le donne. Il problema maggiore di questa dipendenza è l’incapacità del malato di prenderne coscienza. Mentre nel caso di altre patologie, il male sopportato spinge a rivolgersi al medico, nell’alcolismo, il soggetto non chiederà mai aiuto perché gli venga negato l’uso di una sostanza che, apparentemente, fa star bene».

Elisabetta Zanchetta


 IL GAZZETTINO (PD)

L’assessore Sinigaglia ribadisce l’importanza di sensibilizzare i baristi affinché vendano aperitivi di qualità 

Spritz low cost, e non sai cosa bevi 

E lo psichiatra Gallimberti lancia l’allarme: «Siamo all’alcolismo infantile»

Lo spritz costa troppo poco. Il prezzo basso è la cartina di tornasole della scarsa qualità dei prodotti contenuti negli aperitivi colorati, belli da vedere, buoni da gustare ma pessimi per l’organismo. (*) Ne è convinto l’assessore comunale alle Politiche sociali Claudio Sinigaglia, paladino di una corposa campagna di sensibilizzazione sul bere responsabile. «Sono ancora troppi i baristi che somministrano bevante tossiche, spritz a basso costo da liquorificio: con 10 euro ne compri 5, è una tendenza al ribasso che non giova alla salute. Se gli aperitivi contenessero ingredienti doc non potrebbero costare meno di 5/6 euro».Un paio di mesi fa l’appello ai barman delle piazze a non servire spritz a pioggia, a considerare la qualità e non solo la quantità. E quell’invito ha parzialmente dato i suoi frutti. «Cinque esercenti si sono detti disponibili a sottoscrivere un codice di comportamento, ad approcciarsi al cliente in modo diverso, facendo attenzione agli ingredienti e al grado alcolico. Ciononostante - osserva Sinigaglia - c’è ancora chi sta facendo speculazione: ci sono baristi che servono 800/1.000 spritz a sera e anche il fenomeno dei gestori extracomunitari certo non aiuta. Alcuni poi propongono forme promozionali, paghi 2 e bevi 3, senza rendersi conto che così facendo si sfora facilmente la quantità media di alcol oltre la quale si è a rischio». Dai 20 ai 40 grammi per gli uomini e dai 10 ai 20 per le donne: questo il consumo di alcol ritenuto innocuo ma a volte, ricorda Sinigaglia, un solo spritz di grammi ne fa anche 50/60.

«Non si deve più parlare di alcolismo giovanile, ma di alcolismo infantile», sostiene lo psichiatra Luigi Gallimberti, direttore della Tossicologia clinica delle Farmacodipendenze dell’Azienda ospedaliera - Università di Padova, autore del libro "Il bere oscuro, viaggio nei misteri dell’alcolismo", edito da Bur - Rizzoli (presentazione domani alle 18 in sala Paladin, palazzo Moroni).

«Oggi si comincia a bere sempre più presto, addirittura intorno agli 11 anni e il precoce contatto con l’alcol - osserva Gallimberti - espone il cervello al rischio di sviluppare una dipendenza, una predisposizione. E le conseguenze possono essere molto pesanti, tanto che sono in aumento coloro che distruggono il proprio fegato e necessitano di trapianto. La mia esperienza mi ha insegnato che i pazienti giovani in lotta con l’alcol spesso criticano gli adulti: "se mia madre, mio padre, il mio professore mi avessero tirato le orecchie e fatto capire a cosa andavo incontro, ora non sarei ridotto così". Questo vale sia per gli uomini che per le donne, ormai il bere al femminile sta bruciando le tappe. Ebbene, consiglio alle famiglie - suggerisce Gallimberti - di vigilare in stretta collaborazione con il medico di base, gli insegnanti, gli allenatori sportivi. E ai ragazzi dico: divertitevi, ma lasciate perdere la chimica».

F.Capp.
 

(*) Nota: anche in un drink di bassa qualità la sostanza più tossica rimane l’alcol. La politica di aumentare i prezzi degli alcolici ha senso se si parte dal presupposto che è soprattutto l’alcol che è tossico, non solo gli altri componenti.


 BRESCIA OGGI

DESENZANO. Campagna di prevenzione contro l’abuso

Bevande poco alcoliche «Diplomati» i barman

Nei giorni scorsi la conclusione del corso promosso dal Comune

Prosegue la campagna «Non me la dai a bere!» contro l’abuso di alcolici da parte dei giovani di Desenzano. Il bilancio, ad un anno dal suo avvio, può dirsi soddisfacente. Questa almeno è la sensazione che hanno ricavato l’assessore ai Servizi sociali Silvia Colasanti e gli esperti del Laboratorio alchemico (Lab) dai risultati ottenuti. Infatti, si è appena concluso un corso breve di formazione per la selezione del personale a cui hanno aderito ben quindici titolari o direttori d’esercizio dei principali locali della città gardesana mentre nel mese di dicembre la campagna di sensibilizzazione aveva visto il coinvolgimento del teatro Alberti, Street’s Angel, Café Plaza e Backstage i quali avevano offerto al proprio pubblico versioni analcoliche di famosi cocktail.

Il progetto, lo ricordiamo, è nato dall’esigenza di sensibilizzare adulti e giovani in particolare nel consumo moderato di alcolici. L’iniziativa è dunque partita a spron battuto lo scorso anno quando ben quaranta titolari di pubblici esercizi avevano accolto con favore l’appello lanciato dall’amministrazione comunale, partecipando poi ad una sessione d’istruzione tecnica.

Durante le lezioni i barman hanno imparato a comporre bevande miscelate a basso tenore volumetrico e a trasformare i cocktail più gettonati tra i ragazzi in drink soft e a basso contenuto alcolico.

Lo scorso anno, tra l’altro, grazie ad un blitz degli agenti della Polizia Urbana venne scoperto un vasto giro di minori che frequentavano un locale cittadino dove consumavano in tutta tranquillità bevande alcoliche. L’esercizio rimase chiuso per un certo tempo per effetto di un’ordinanza del Comune. Poi, in giugno i partecipanti al primo corso hanno gareggiato in pubblico in piazza Malvezzi presentando propri cocktail a non più di 16 gradi. (*)

Il primo premio se lo aggiudicò Antonio Ceola Graziadei, barman della discoteca Backstage di Rivoltella. Infine, il corso che ha chiuso i battenti nei giorni scorsi al quale hanno preso parte Elena Sganzerla (disco bar Street’s Angels), Gianni Togni (discoteca Fura), Lamberto Quadri (Plaza Café), Paride Breda (Beach Café), Wuong Van Tri (Spiaggia d’Oro), Vito De Luca e Girts Skromans (ristorazione centro Le Vele), Salvatore Sedran (Proseccheria Mionetto), Giuseppe Fragnelli (discoteca Backstage), Jacopo Messner e Roberta Tagliani (Bar Off Limits), Paolo Pavan (Teatro Alberti), Andrea Roncarolo e Stefano Brognoli (pub Main Street’s) e Guido Zancarli (Dupré).

Il fenomeno dell’abuso di alcol tra i giovani è ormai al livello di guardia. Sono circa 870 mila quelli sotto i 16 anni che consumano bevande alcoliche e di questi circa 400 mila eccedono nel loro consumo. Il 7 per cento di essi dichiara, inoltre, di ubriacarsi almeno tre volte a settimana ed è in costante crescita il numero di adoloscenti che ne abusa fuori dai pasti. Infine, l’Italia è il Paese europeo in cui risulta più bassa l’età (11 anni) di «iniziazione» alla bevanda alcolica. (**)

m.to.

(*) Nota: la massima velocità di assorbimento dell’alcol nell’organismo avviene proprio con il consumo di bevande attorno ai 16 gradi. La scelta di questa gradazione sarà un caso o è il risultato del corso? Per affrontare i problemi alcol correlati non basta conoscere gli alcolici. È più importante conoscere come le persone reagiscono ad esso.

(**) Nota: al di sotto dei sedici anni ha ancor meno senso distinguere tra uso ed abuso. 870 mila bevitori al di sotto dei sedici anni significa che, anche se bevono in gruppi di dieci per bar, sono 87 mila gli esercizi che non rispettano la legge.


 
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (NORDBARESE)

I «capi» cattivi, le morti del sabato sera, l’alcol e la droga.
Attenzione a certe scelte: sono le più facili da farsi ma possono condurre alla morte
«Ragazzi, boicottate i leader negativi»
E se guida l’auto dopo aver bevuto e corre, fatevi accompagnare a casa da qualcun altro

Oggi come sempre i giovani si riuniscono in gruppi, le comitive. In ogni comitiva c’è sempre un leader che può essere il ragazzo più ricco, più simpatico, più spiritoso e così via. Molte volte questo leader, per farsi credere ?superiore? agli altri, beve alcolici, fuma e spesso fa uso di droga. Tutto questo per emergere dagli altri e per essere considerato un modello! Questo tipo di ragazzo può essere considerato un leader negativo. Ma, per fortuna, ce n’è sempre uno positivo che si comporta in maniera opposta al primo. Però, stranamente, quando i ragazzi si trovano di fronte a questi due modelli, scelgono spessissimo quello negativo. Questo accade perché se, ad esempio, il leader negativo proponesse agli altri ragazzi di provare la droga e questi rispondessero di no, il ragazzo negativo li prenderebbe in giro, chiamandoli fifoni; cosa che nessuno vuole sentirsi dire! Perciò il modello negativo è molto più facile da seguire, mentre quello positivo è lasciato da parte e creduto uno stupido. Ma sono proprio i leader positivi che, quando la situazione si fa critica, emergono e diventano veramente superiori agli altri. Per esempio, quando i giovani tornano, stanchi e frastornati, dalle discoteche, in automobile si crea una forte tensione di paura. Molte volte va a finire che la macchina è condotta dal leader negativo e gli amici trasportati, pur vedendolo in condizioni non idonee per la guida, non aprono bocca per timore di essere presi in giro. Così sono successi molti incidenti! E’ proprio in questi momenti che il leader positivo emerge riprendendo il conducente per farlo guidare in maniera corretta e, se questi non gli dà ascolto, il ragazzo cosciente fa fermare la vettura e scende ignorando le critiche dei suoi amici. A questo punto può chiamare tranquillamente chiamare a casa con il telefonino e farsi venire a prendere invece di rischiare la vita per colpa di uno sciocco che, forse inconsciamente, crede di poter disporre della vita dei suoi amici. Sicuramente i suoi genitori saranno più felici che andarlo a prendere vivo, anche in luogo distante dalla propria abitazione e di notte, piuttosto che trovarlo morto dopo un fatale incidente stradale. Questo è il ragazzo che si distingue realmente dagli altri, che ama la vita e non vuole perderla ?a causa? di qualche stupido insulto. Perciò, è proprio vero che in questi casi ? il vero debole e’ colui che si sente forte! Solo i ?forti? sanno rispettare i deboli! Michele Barbaro classe seconda, istituto tecnico industriale Fermi, Barletta


LA STAMPA

Castellani: grandi bevute per ogni medaglia d’oro

Chissà se il presidente del Toroc Valentino Castellani manterrà la promessa. Nei mesi prevedenti alle Olimpiadi durante l’incontro “Un colpo al cerchio e uno alla botte” a Serralunga d’Alba eveva accettato la scommessa: “se le Olimpiadi andranno bene dal punto di vista organizzativo e non ci saranno intoppi giuro che mi prenderò una sbronza per ogni medalia d’oro dell’Italia”. (*) Le cinque “ciucche” sono assicurata dalla fornitura ufficiale di Fontanafredda che ha offeto anche un super magnum ad ognuno dei “medagliati” azzurri. La cerimonia di consegna è avvenuta a Casa Italia dove l’azienda tosco-piemontese aveva l’esclusiva di servire i suoi vini ad atleti, giornalisti e ospiti

(*) Nota: «Ragazzi, boicottate i leader negativi»

 


IL GIORNALE DI VICENZA

La procura avvia inchiesta su due studenti universitari della città

«Ubriacata e violentata dal fidanzato e un amico»
Avvisi di garanzia per violenza carnale dopo la denuncia della ventenne
La vittima accusa: «Mi hanno attirata in una trappola; poi mi hanno bendata per umiliarmi»

di Ivano Tolettini

Avrebbe fatto bere la fidanzata, quindi l’avrebbe attirata in una trappola erotica, accompagnandola in un piedaterre bendata. Lì le ha fatto trovare un comune amico che li attendeva eccitato. Quindi la giovane, nel corso di un notte torrida alla quale si è sovrapposta una forte angoscia che l’ha spinta a rivolgersi alla polizia, ha fatto l’amore con entrambi. All’alba, quando è tornata a casa e si è confrontata con i genitori che si erano preoccupati non vedendola tornare, è scoppiata in lacrime sostenendo di essere stata abusata perché il suo ragazzo (ormai ex) e l’amico avrebbero approfittato del suo stato di inferiorità psicologica per soddisfare i loro istinti.
Per fare piena luce sui contorni di questa tormentata e squallida vicenda la procura della Repubblica ha inviato due avvisi di garanzia con i quali contesta la violenza sessuale aggravata. Il magistrato inquirente in base alla versione della presunta vittima ha steso un capo d’imputazione dal quale devono difendersi G.S., 22 anni, fidanzato della parte offesa (le iniziali sono a tutela della ragazza altrimenti identificabile) e l’amico C.C., di due anni più giovane, entrambi residenti in città e studenti universitari. Tra l’altro, il secondo è coetaneo della ragazza.
Nell’attesa dell’interrogatorio dei due giovani, l’attività investigativa si concentra sulla raccolta degli elementi per verificare il contesto in cui è stata denunciata l’ipotetica violenza sessuale. Si tratta di raccogliere riscontri a suffragio delle due tesi. Da una parte la giovane che afferma di essere stata violentata in maniera subdola e vigliacca, dall’altra i ragazzi che è facile intuire neghino le accuse così come sono state formulate.
I fatti risalgono a qualche settimana fa quando G.S. è uscito con la ragazza per una festa. Lei ha denunciato che l’avrebbe fatta bere con una certa insistenza per ridurre la sua capacità di volere e farle abbassare i freni inibitori.

Il giovane sarebbe stato d’accordo con l’amico - ma questo la ragazza l’avrebbe scoperto più tardi - di trovarsi più tardi in un’abitazione del capoluogo di cui egli ha le chiavi. Chiavi che la sera incriminata avrebbe avuto anche il secondo studente, il quale avrebbe atteso l’arrivo dei due fidanzatini per partecipare all’amplesso allargato.
La coppietta, infatti, dopo avere carburato a sufficienza si è diretta verso l’abitazione per stare nell’intimità. Quando la ragazza è entrata in casa l’amico l’ha bendata - lei consenziente - per renderla più complice di un giochetto erotico dall’esito scontato.
Fin qui siamo nell’ambito della sceneggiatura di un convegno hard tra ragazzi in cerca di emozioni. La vicenda ha preso una piega pesante quando è entrato in scena l’amico, il quale attizzato da quanto aveva più o meno assistito in presa diretta, avrebbe voluto partecipare al banchetto che a quel punto si è connotato di trasgressività.
Pare che il fidanzato abbia introdotto l’amico comune dicendo alla fidanzata: «Ho una sorpresa per te». L’affermazione sarebbe stata relativa al fatto che la giovane avrebbe detto al fidanzato che l’amico era interessante e gli piaceva.
Se i due avessero progettato, oppure l’abbiano improvvisata sul momento, la serata all’insegna della geometria variabile fa parte del quadro investigativo da approfondire. Di certo quando la ragazza all’alba è tornata a casa non stava bene. Era provata e alla madre ha raccontato quello che sarebbe accaduto. E cioè che sarebbe stata costretta a subire la congiunzione a tre perché gli amici avrebbero approfittato a turno della sua inferiorità psichica e fisica provocata dall’alcol. L’interrogatorio degli studenti, che rischiano parecchio, servirà a cominciare a delineare chi racconta la verità e che cos’è realmente successo. In ogni caso una storia che, con l’ingresso della magistratura, per i ragazzi avrà pesanti strascichi.


LA STAMPA

TRAVOLSE LE RAGAZZE PERCHE’ ERA UBRAICO?

ASTI

Nuove contestazioni ad Enzo Toso, 35 anni, l’oparaio edile di San Paolo Solbrito che la sera dell 26 febbraio 2005 tra Dusino e Valfenera travolse con la propria auto uccidendole due ragazze: Valentina Sicignano (15 anni) e Ludovica Del mastro (13). Nell’udienza preliminare di ieri mattina, a pochi giorni dalla silenziosa marcia di domenica scorsa sul luogo dell’incidente in ricordo delle vittime, il pubblico ministero Barbara Badellino ha modificato il capo di imputazione: all’accusa di duplice omicidio colposo si è aggiunta la guida in stato di ebbrezza. La decisione è dovuta ai risultati della consulenza medica depositata dagli avvocati Nizza e Pontaldo, legali dei genitori delle due ragazze che si sono costituiti parte civile nel procedimento. Nella relazione si fa riferimento all’esito degli accertamenti a cui Toso (aveva negato di essere ubriaco) venne sottoposto in ospedale circa tre ore dopo l’incidente (*) avvenuto poco doppo le 19. Il tasso alcolemico nel sangue era risultato di 0.48 grammi/litro con un limite fissato dal Codice della Strada di 0.5. Secondo la perizia però il dato sarebbe falsato dal tempo intercorso tra l’incidente ed il momento dell’accertamento: si ipotizza così che il tasso alcolemico al momento della tragedia fosse almeno il doppio di quello accertato in ospedale. Toso non sarebbe dunque stato in condizione di guidare. La violazione del limite di velocità (50 km/h) non sarebbe così l’unica causa dell’incidente. Il difensore di Toso, Aldo Mirate, ha intento chiesto di esaminare la consulenza. Il possibile stato di ebbrezza insieme al mancato accordo sul risarcimento dei danni (230 mila euro l’offerta dell’assicurazione, cifra lontanissima dalle richieste dei famigliari delle due ragazze) pare indurrà il pm Badellino a negare il patteggiamento della pena. La richiesta è ancora da formalizzare, ma la difesa pare fosse orientata a concordare due anni di reclusione con la condizionale (il Codice prevede pene tra i dodici nesi ed i cinque anni). All’eventuale condanna penale andrà aggiunta la pena accessoria della sospensione della patente. Senza patteggiamento la prossima udienza , il 23 maggio, dovrebbe così svolgersi con il rito abbreviato, sulla base degli atti a disposizione del gup Paolo Gibelli. Il quella data Paolo Toso, (ieri presente nell’ufficio del giudice accompagnato dal padre) potrebbe arrivare a palazzo di giustizia al volante di un auto. Scade oggi infatti l’anno di sospensione cautelare della patente disposta dalla Prefettura.

r. gon.

 

(*) Nota: la mancata rilevazione dell’alcolemia al momento dell’incidente crea notevoli difficoltà nell’accertamento della verità. In molti casi analoghi, dopo aver parlato con l’avvocato, ai guidatori è venuto in mente di aver bevuto dopo l’incidente. (Offerto da uno sconosciuto per tirarlo su, un mignon da collezione trovato in auto, al bar dell’ospedale...)


 

BRESCIAOGGI

TRENZANO. Il Gip conferma gli arresti dei sette stranieri che si sono massacrati a pugni e bastonate

Notte di violenza, il paese s’interroga

Il sindaco: «La rissa è un fatto isolato ma non abbassiamo la guardia»

Sorpresa mista a preoccupazione. È questo lo stato d’animo della comunità di Trenzano il giorno dopo la rissa selvaggia che fra due famiglie di stranieri. Un’esplosione di violenza che non trova precedenti nel paese dove gli stranieri vivono con un alto livello di integrazione. La zuffa, ha portato all’arresto di quattro albanesi e tre fratello marocchini. Tutti residenti a Trenzano. In paese sono conosciuti come grandi lavoratori rispettosi della legge. La gente fa fatica a capire perché si siano picchiati in modo tanto feroce. (*) «Sembravano persone tranquille, non hanno mai dato problemi - osserva una vicina di casa dei nord africani -: speriamo che l’episodio resti un fatto isolato».
Nel frattempo il Gip ha convalidato tutti gli arresti eseguiti dai carabinieri che hanno salvato la vita ad almeno uno dei contendenti ricoverato e piantonato in ospedale. Le indagini condotte immediatamente dopo l’arresto delle due famiglie non hanno fatto emergere novità: ad accendere la scintilla della violenza sembra sia stata una banale questione di precedenza in via Vittorio Emanuele. Una lite scoppiata per futili motivi considerato che la Opel Astra e la Volskwagen Golf su cui viaggiano gli stranieri non si erano neppure urtate.
Il sindaco Carlo Paderno sottolinea che la rissa non va interpretata come un campanello d’allarme: «Trenzano resta un paese tranquillo dove l’immigrazione non crea nessuna tensione sociale: ho parlato con i carabinieri che mi hanno confermato che l’episodio non nasconde una guerra fra gang di delinquenti. La lite è degenerata oltre le stesse intenzioni dei protagonisti. Forse - continua il primo cittadino -, ad amplificare la violenza è stato qualche bicchiere di birra di troppo e la casualità di avere a pochi metri di distanza un cantiere dove procurarsi armi improprie. Nulla di premeditato insomma». Il sindaco assicura tuttavia che il Comune non abbasserà la guardia.
«Abbiamo mobilitato i Servizi sociali per cercare di avvicinare le due famiglie e smorzare i toni di quella che potrebbe diventare una faida - conclude Paderno -: Trenzano continuerà ad essere un paese tranquillo dove tutti possono lavorare e vivere serenamente».

Giancarlo Chiari

 

(*) Nota: la gente fatica a capire perchè persone per bene si trasformano in rissosi attaccabrighe perchè, sentendo parlare solo bene dell’alcol, pensano che il problema stia nelle persone e non nell’alcol.


 

ADNKRONOS

Come nei film americani, con una mano reggeva il volante e con l’altra la bottiglia

FIRENZE, GUIDA UBRIACO E BEVENDO WHISKY: FERMATO DA MUNICIPALE

Gli agenti hanno sottoposto il conducente alla prova dell’etilometro: a fronte di un limite di 0,5 lui ha raggiunto 1,4
Firenze, 28 feb. - (Adnkronos) - Guidava con una mano e con l’altra reggeva una bottiglia di whisky. E’ quanto hanno visto gli agenti motociclisti della Polizia Municipale quando, questa mattina intorno alle 11, hanno affiancato un’auto che stava percorrendo viale Matteotti. Il conducente, L.G.C.R. di 64 anni, teneva il volante con una sola mano mentre con l’altra reggeva una bottiglia di whisky da cui beveva ripetutamente.
Gli agenti hanno fermato il veicolo e sottoposto il conducente alla prova dell’etilometro. L’esito e’ stato positivo: a fronte di un limite di 0,5 la concentrazione alcolemica riscontrato all’uomo e’ stata di 1,4. L.G.C.R. e’ stato quindi denunciato per guida in stato di ebbrezza. Oltre alla decurtazione di 10 punti, e’ scattata la sospensione della patente con ritiro immediato.


LA PROVINCIA DI SONDRIO

Il caso

Esplode la polemica politica, raccolta di firme della Lega. Procedimento disciplinare e ora indaga la procura Maghrebino picchiato in diretta: la gente difende l’Arma

ROMA È diventato un caso nazionale, non potevano mancare i giudici. «La Procura di Modena sta indagando. Abbiamo il filmato originale. Faremo tutto ciò che è in nostro dovere per accertare la realtà dei fatti, di come si sono svolti, anche di quello che non si vede nelle immagini». Così il Procuratore aggiunto della Repubblica di Modena, Manfredi Luongo, ha risposto ieri ai giornalisti sulla vicenda del video realizzato con un videofonino, e poi diffuso sul web, che riprende due carabinieri e un poliziotto mentre picchiano un maghrebino subito dopo il suo arresto, avvenuto il 19 febbraio a Sassuolo. Il marocchino è stato condannato a sei mesi per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, i due militari sono stati trasferiti, mentre il poliziotto che aveva chiesto il loro aiuto è ancora in servizio nella cittadina ceramica modenese. Ma il caso è esploso anche perché una parte della cittadina si schiera a fianco dell’Arma e raccoglie firme a sostegno, con l’appoggio della Lega Nord. La maggioranza, compatta, difende i carabinieri, con il Ministro Pisanu che assicura che «l’Arma non ha nulla da nascondere», il collega di governo Carlo Giovanardi che parla di «incredibile linciaggio» nei confronti dei militari e la Lega Nord che annuncia una raccolta di firme in loro favore. Dall’opposizione, invece, arriva una condanna unanime della vicenda, con i Ds che definiscono giusto il trasferimento dei carabinieri, il Prc che parla di violenza ingiustificata e il verde Paolo Cento che invita i cittadini a dire la loro sul suo blog. Ma il video che riprende i militari di Sassuolo mentre picchiano un immigrato marocchino, ha provocato anche la reazione del Cocer dei Carabinieri, da un lato, che si domanda «quante umiliazioni hanno dovuto subire i colleghi prima di reagire?» e, dall’altro, della Confederazione dei Marocchini in Italia, che chiede chiarezza sull’accaduto. «La cosa certa - ha detto il ministro Pisanu - è che l’Arma non ha nulla da nascondere. È il caso di parlare di un immigrato che si comportava male e che è stato invitato da un poliziotto ad un atteggiamento corretto. L’immigrato ha continuato a reagire male e il poliziotto ha chiesto soccorso ai carabinieri. Lì si sono verificati episodi che sono stati filmati e l’Arma ha provveduto subito ad aprire un’inchiesta». Ed ha aggiunto: «Certamente se ci saranno provvedimenti da prendere l’Arma li prenderà». Difende i carabinieri anche Giovanardi, che attacca: «Far passare per vittima un personaggio ubriaco, recidivo, violento e pericoloso che da tempo terrorizzava gli abitanti del quartiere, con il quale polizia e carabinieri, senza usare né armi né altri mezzi di offesa, hanno lottato a mani nude per quasi dieci minuti per riuscire a immobilizzarlo, va al di là di ogni limite». Mentre la Lega Nord di Sassuolo annuncia per sabato e domenica una raccolta di firme per manifestare solidarietà ai carabinieri trasferiti. Chiedono invece chiarezza i Ds, con Aly Baba Faye, responsabile immigrazione della direzione del partito che invita a chiarire, anche perché, dice, «di questi tempi lo spettacolo del pestaggio contribuisce ad alimentare la sindrome di Abu Ghraib». Secondo il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, la vicenda «non deve fornire il pretesto per atti di intolleranza, né può compromettere il percorso di integrazione in un’area fra le più prospere e civili del Paese».


IL GAZZETTINO (VI)

EVOLUZIONI STRADALI

Ubriaco, marciava contromano nel viale

Viaggiava a sinistra perchè inglese? No, perchè ubriaco. Ieri, all’1, in viale de Gasperi, una "pantera" della Polizia ha incrociato una vettura che marciava verso il centro della città contromano. I poliziotti l’hanno subito fermata. Era una Bmw con due uomini a bordo. A colui che guidava sono stati chiesti i documenti: si trattava di A.G., 44 anni, di Grigno. Il trentino appariva alticcio, ma si è rifiutato di sottoporsi al test alcolimetrico. Gli agenti gli hanno ritirato la patente e sequestrato il mezzo e l’hanno denunciato per guida in stato di ebbrezza.


 

CORRIERE ROMAGNA

Un futuro per il Villaggio

Ravenna - La fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo Celso ed Anna Frascali, dopo 21 mesi di commissariamento ha un nuovo consiglio di amministrazione. Il prefetto Umberto Calandrella (il secondo da destra nella foto Fiorentini) ha nominato ieri il cda, ringraziando tutti gli enti e le istituzioni che hanno collaborato alle designazioni dei consiglieri, ritenuti di alto profilo sotto l’aspetto morale, tecnico - professionale e istituzionale.Al commissario prefettizio Mauro Morelli il compito di illustrare le attività compiute nell’arco del periodo di gestione straordinaria, finalizzate al risanamento economico dell’Ente e al suo rilancio istituzionale. Ieri nel corso della presentazione del nuovo cda, il prefetto ha avuto parole di elogio per l’attività svolta dal commissario e dai suoi collaboratori. Molte difficoltà sono state superate grazie alla disponibilità e alla collaborazione del Comune, delle banche e del ceto creditorio in genere, nonché del mondo imprenditoriale ravennate. Il prefetto nell’augurare buon lavoro al nuovo consiglio di amministrazione si è detto certo che i fini altamente sociali della fondazione continueranno ad essere all’attenzione di tutte le forze economiche e istituzionali dell’intero territorio ravennate, per le quali l’Ente costituisce un qualificante punto di riferimento per l’attività che svolge in un contesto particolarmente delicato quale è il recupero di persone bisognose di assistenza.L’attività della Fondazione Nuovo Villaggio del fanciullo è come noto indirizzata al recupero e inserimento sociale di soggetti con problemi di tossicodipendenza e psicologici.Il commissario Morelli ha illustrato anche il progetto residenziale che si propone il recupero di giovani alcolisti non solo nella provincia di Ravenna ma dell’intero territorio nazionale. La Regione Emilia Romagna ha già concesso all’Ausl di Ravenna il proprio nulla osta necessario per l’avvio del centro sperimentale all’interno della Fondazione.Nel dettaglio, il consiglio di amministrazione è composto da: Giuseppe Paolo Belletti, indicato dalla Lega Coop di Ravenna e dalla Confcooperative Unione Provinciale di Ravenna e nominato presidente; da Alberto Fogli, vice presidente, indicato dall’associazione Industriali della Provincia di Ravenna. Consiglieri: Marina Chiaravalli, designata dall’amministrazione comunale di Ravenna, Angelo Cimillo, in rappresentanza dell’Ausl di Ravenna, Andrea Bassi, indicato dalla Camera di Commercio di Ravenna e Giovanni Gagliardi, proposto dal consiglio dell’Ordine degli avvocati di Ravenna.


IL MESSAGGERO (MARCHE)

Se l’auto va come un aereo  
In superstrada “fotografati” ad oltre 200 all’ora 

MACERATA Fotografata a 215. Era una Porsche, di quelle con il conducente dall’acceleratore pesante. Un bolide a due ruote è invece stato fermato mentre sfrecciava a 210 chilometri orari. Ci sono anche tante Mercedes e Bmw di grossa cilindrata, immortalate a 180-190, tra le duemila multe con l’autovelox che ogni anno la Polizia stradale eleva sulle strade maceratesi.
Di solito i “piloti” sono rappresentanti, agenti di commercio. Si corre di più in superstrada con punte massime che superano i 200 e una media di 140 (30 chilometri sopra il limite di 110). Ed è anche grazie alla presenza dell’autovelox che la velocità si è ridotta. Lo testimoniano le stesse macchinette: fino a un anno fa la velocità media era di 180-190 chilometri orari. Che gli automobilisti sono più disciplinati lo si vede anche dai tempi dei servizi: fino a un anno fa per scattare un rullino di 36 foto ci volevano venti minuti, adesso ci vogliono tre ore.
«Per non incappare nell’autovelox basta andare piano», dice un ispettore di polizia. La Polizia stradale non ha bilanci da ripianare. La prevenzione, in tutta Europa, si fa anche con l’autovelox e i numeri (su incidenti e vittime della strada) dicono che funziona. «Se il nostro lavoro riesce a salvare anche una sola vita, tutte le polemiche sono sterili replica Claudio Tamagnini, segretario provinciale del Siap, sindacato italiano appartenenti polizia Ricordiamoci che a 200 ci va un aereo Cessna, chi viaggia a quelle velocità è un pazzo. E spesso si unisce lo stato di ebbrezza. Sono queste le persone che provocano gli incidenti, non l’autovelox che invece li previene». E sentire queste parole da Tamagnini, da sempre molto critico sull’autovelox, fa riflettere. «Agguati? Vederla in questo modo è populismo. E forse qualche amministratore pubblico va a caccia di pubblicità. L’autovelox, che non deve essere una nuova gabella, è uno strumento che serve a controllare gli eccessi della velocità. E’ testato e quando scatta c’è poco da fare, sono “sentenze” inappellabili». Multe fino a 357 euro per le autovetture e 714 euro per i mezzi pesanti, 10 punti in meno e ritiro immediato della patente, che è poi il dramma più grande per chi lavora. «Secondo me continua Tamagnini sarebbe meglio andare a cercare chi evade le tasse, si farebbe un bene maggiore alla società».
Poi però ci sono le storture. Gli autovelox disseminati in superstrada come cluster bomb. I comuni di Montecosaro, Morrovalle, Corridonia (ma non lo usa sulla “Val di Chienti”), Caldarola, Belforte del Chienti e Camerino, senza nessun coordinamento, prevedono servizi in superstrada. E succede di tutto, a tutti. Una poliziotta, tempo fa, è tornata a casa con due multe prese nell’arco di 20 chilometri.
Contro l’uso abnorme degli autovelox tre liste civiche (Città Viva, Uniti per Macerata e Comitato Menghi) hanno presentato un esposto al prefetto. Ieri sul caso è intervenuto l’assessore provinciale Dario Conti: «A volte l’autovelox è necessario, ma non se ne può fare un uso indiscriminato come avviene in superstrada. Non vanno nascosti dietro siepi, guard-rail, segnali».

R. Em.


IL MESSAGGERO (UMBRIA)

Senza permesso, rumeno rimpatriato 

Un’ora dopo aver ascoltato la sentenza del giudice nel suo processo celebrato con il rito della direttissima, quel giovane rumeno trovato dalla Polstrada a fianco di un suo connazionale in viaggio sulla nuova via Flaminia nei presi di Trevi è stato accompagnato alla questura di Perugia per essere espulso dall’Italia. Era stato arrestato perchè senza permesso di soggiorno e il giudice lo ha condannato a sei mesi di carcere, pena sospesa perchè è intercorsa l’espulsione dal territorio nazionale. Il suo connazionale, che era alla guida dell’auto ma in stato di ebbrezza, ha avuto la patente ritirata.


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (LECCE)

La difesa di Giuseppe De Luca, accusato dell’omicidio De Matteis, chiede una perizia 

«Ha ucciso, ma non era in sé»
«Al momento del delitto era incapace di intendere e di volere» Alcol e droga avrebbero amplificato i disturbi della personalità

«Ha ucciso, ma non era in grado di intendere e di volere». La difesa di Giuseppe De Luca, il 19enne leccese, in carcere per l’omicidio avvenuto davanti al bar leopardi, gioca la carta del vizio di mente. L’uso di sostanza stupefacenti e di alcol avrebbe amplificato i disturbi della personalità. I difensori del giovane leccese, gli avvocati Pasquale Corleto e Francesca Conte, hanno depositato sul tavolo del sostituto procuratore Giovanni Gagliotta l’istanza di incidente probatorio. Chiedono che sia disposta una perizia che accerti se De Luca, al momento dell’omicidio di Fabrizio De Matteis, di Cavallino, era capace di intendere e di volere. Il magistrato, proprio nei giorni scorsi, ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini. L’accusa di omicidio pende non solo sul capo di De Luca ma anche su quello di Sergio Palazzo, 25 anni, di Lecce e di un minore. L’omicidio risale al 3 maggio del 2005. Fabrizio De Matteis era all’interno del bar Leopardi insieme con alcuni amici. Nel locale, anzi sulla porta del porta, stava Giuseppe De Luca. Sarebbero stati i suoi apprezzamenti rivolti nei confronti di alcune amiche di De Matteis ad accendere la reazione di quest’ultimo. Ci sarebbe stato uno scontro prima verbale poi fisico. E per dare man forte a De Luca sarebbero intervenuti anche alcuni suoi amici. Le telecamere a circuito chiuso del bar hanno permesso di ricostruire la scena. De Matteis sarebbe riuscito a difendersi da sè colpendo a calci e pugni gli aggressori. Finché, però, non è stato immobilizzato dal minore, colpi al capo con il coperchio metallico di un posacenere da Palazzo e, infine, ferito mortalmente con un coltello da De Luca. Le immagini mostrano il giovane mentre sferra i colpi e, poi, quando infila in tasca il taglierino. De Luca è in carcere dal 9 maggio scorso. Ma già nel corso del primo interrogatorio, quello di garanzia, ha ammesso gli addebiti, ma ha negato qualsiasi volontà di uccidere spiegando di non ricordare quasi nulla dei fatti commesso avendo agito sotto il micidiale effetto di alcol e di cocaina.


IL MESSAGGERO (CIVITAVECCHIA)

CANINO 
Rissa tra tunisini: un accoltellato 

di ALBERTO SALVATELLI

Finisce a coltellate una rissa scoppiata tra extracomunitari tunisini. E’ accaduto l’altra notte a Canino dove uno dei tre giovani è rimasto a terra ferito gravemente alla testa e al viso e una volta accompagnato all’ospedale gli sono stati dati 40 giorni. Sul posto dello scontro, in centro, sono subito arrivati i carabinieri della locale caserma che ora stanno ricostruendo l’accaduto in base alle testimonianze raccolte. Uno dei tunisini è stato arrestato ed è finito in carcere con l’accusa di lesioni gravi. La rissa sarebbe scoppiata per gli alcolici che i tre avevano acquistato e che non si sapeva chi li doveva pagare. Una volta in strada due di loro hanno iniziato a litigare animatamente prima con le parole e poi con le mani. Mentre se le davano di santa ragione uno di loro ha estratto il coltello dalla tasca e ha vibrato alcuni colpi contro lo stesso connazionale ferendolo gravemente alla testa e al volto, il ferito è caduto a terra in un lago di sangue fino al punto di far temere il peggio. Gli stessi carabinieri della stazione di Canino arrivati immediatamente sul posto hanno trovato il tunisino in una pozza di sangue temendo per la sua vita. Con l’ambulanza del 118 l’uomo è stato trasportato all’ospedale di Tarquinia dove è stato medicato con molti punti. I carabinieri intanto avevano subito bloccato il colpevole arrestandolo per lesioni gravi, la cosa strana è che i due litiganti, a quanto pare fossero ottimi amici,

Giovedì, 02 Marzo 2006
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