La Corte Ue respinge i ricorsi sul Pacchetto Mobilità, tranne quello sull’obbligo di ritorno ogni 8 settimane
C’è una notizia importante che riguarda il Primo Pacchetto Mobilità.
La Corte di Giustizia Ue ha reso noto il suo parere su una serie di ricorsi presentati nei mesi scorsi da alcuni Stati membri per contestare alcune norme chiave del corposo impianto normativo, adottato nel 2020 per regolare il trasporto merci su strada anche dal punto di vista sociale.
I ricorsi hanno riguardato le disposizioni relative al distacco dei conducenti, le norme sui tempi di guida e di riposo e l’accesso al mercato.
La Corte Ue ha respinto tutti i ricorsi ma ne ha accolto uno, quello presentato da Lituania, Bulgaria, Romania, Cipro, Ungheria, Malta e Polonia, sull'obbligo di ritorno dei veicoli ogni otto settimane alla centrale operativa dell'impresa di trasporto.
Più nel dettaglio, la Corte ha annullato tale obbligo sostenendo che "il legislatore dell'Ue non ha dimostrato di disporre di informazioni sufficienti per consentirgli di valutare la proporzionalità di tale misura".
L'IRU, l'Unione del Trasporto su strada, sottolinea adesso la necessità di fare chiarezza, per comprendere se la sentenza renda impossibile nuovo tentativo di regolamentazione.
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