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Notizie brevi 20/02/2006

AUTOSTRADE DEL MARE: SEMBRA PROPRIO CHE IL VENTO SIA QUELLO GIUSTO. OGNI ANNO OLTRE UN MILIONE DI TIR IN MENO SULLE STRADE. MA ANCORA IL VENTO NON SOFFIA IN POPPA

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(ASAPS) ROMA – È sicuramente un dato confortante, ma bisogna fare di più: secondo gli ultimi rilevamenti del ministero dei Trasporti, infatti, sono circa 1 milione e 200mila i veicoli commerciali che nel 2005 sono stati dirottati su un altro tipo di autostrada, quella senza asfalto, quella che in Italia è davvero la strada più semplice da prendere: il mare. Una cifra che fa ben sperare e che conferma il crescente interesse da parte della logistica a questo diverso tipo di trasporto: più rispettoso dell’ambiente, più sicuro per i conducenti e per il traffico, più efficiente sul fronte della mobilità.
Il tutto con la conseguenza, gradita, di avere meno veicoli sulle autostrade della terraferma, che nonostante tutto sono sempre più intasate: proprio per questo ultimo particolare, secondo l’Asaps, è necessario fare di più. Stiamo parlando infatti di cifre ancora piccole e lo stesso ministero dei Trasporti conferma questo particolare indicando nel 4% del traffico complessivo quello che ha preferito l’imbarco su un traghetto rispetto al casello autostradale. Un dato positivo, però, perché dal 2000, quando la percentuale era ferma al 2%, è praticamente raddoppiato. È stato lo stesso ministro Pietro Lunardi a commentare i dati, intervenendo al convegno di Sviluppo Italia relativo proprio al programma “Autostrade del mare”, più spesso indicate come la nostra miglior futura risorsa anche dal capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi. La cosa che più sorprende, però, è che si tratta di una risorsa che può migliorare tantissimo anche con l’attuale flotta. Infatti la cosiddetta capacità di stiva e traffico è aumentata del 21% nel solo 2004, mentre il traffico che ha fatto ricorso alle navi è cresciuto del 37% rispetto al 2003. Ma solo riempiendo le stive oggi disponibili, si potrebbe ottenere un’ulteriore crescita del 50%. Ora serve dunque compensare la capacità logistica sulla terra ferma, innovando i sistemi viari e ferroviari di accesso alle aree portuali, eliminando i punti critici già individuati – detti “bottleneck”, “colli di bottiglia” – e garantendo una migliore circolazione. Lunardi ha precisato, nel corso del proprio intervento, che un elenco completo degli interventi sulle infrastrutture ritenuti di primaria importanza è stato inserito nell’allegato tecnico del Documento di Programmazione Economico-Finanziaria (DPEF) 2006-2009: servono 1.118 milioni di euro, di cui 590 milioni di euro per i porti localizzati nel Centro-Nord e circa 530 milioni di euro per i porti del Sud Italia. (ASAPS)


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Lunedì, 20 Febbraio 2006
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