Martedì 23 Aprile 2024
area riservata
ASAPS.it su
Articoli 02/04/2003

La guerra dei prezzi: non sappiamo se vincerà l’ISTAT o l’EURISPES.Di certo sappiamo chi perde (e tanto): IL CITTADINO

La guerra dei prezzi: non sappiamo se vincerà l’ISTAT o l’EURISPES.Di certo sappiamo chi perde (e tanto): IL CITTADINO 

 

 

di Gianluca Galeotti

Vogliamo innanzitutto tranquillizzare il lettore sul contenuto delle righe che, bontà sua, andrà a leggere. Non vuole essere una semplice presa di posizione a favore di un colore o di un altro, come non vuole essere un dito puntato verso il metodo di elaborazione dei dati presentato da un Istituto di Statistica o da un altro.

 

 

 

Rimane in noi il disorientamento determinato dalla consapevolezza (amara) che tutto è cresciuto in modo palesemente e paurosamente maggiore rispetto alle previsioni che l’avvento dell’euro ci avevano presentato. E questo il semplice cittadino, il consumatore che esce dal supermercato, lo sente nelle sue tasche, dove sempre più spesso si infila la mano per cercare il portafogli che, di conseguenza, diventa sempre più leggero. I prelievi al bancomat si fanno sempre più fitti e la storica frase di Battisti "Al ventuno del mese i nostri soldi erano già finiti" diventa, per alcuni, un ottimistico traguardo da raggiungere. E questo, dicevamo, è il prezzo che abbiamo pagato per l’avvento della moneta unica, di per sé tanto forte (quasi inaspettatamente) di fronte al Dollaro, ma tanto debole nelle nostre tasche e nei nostri conti correnti. Sì perché buona parte delle colpe (se di colpe vogliamo parlare) sono da imputare al passaggio dalla lira all’euro, con tutti i contraccolpi psicologici che ne sono conseguiti. Prendiamo alcuni esempi di vita pratica per capire in cosa siamo stati "indotti all’errore" e abbiamo pagato:
maglietta t-shirt: #9; 10.000 lire / 10 euro / + 9.350 (differenza in lire)
scarpe a buon mercato: 60-70.000 lire / 60-70 euro / + 56.000 (differenza in lire)
Partita calcio balilla: 500 lire / 0,50 euro / + 500 (differenza in lire)
Sala giochi: 1.000 lire / 1 euro / + 930 (differenza in lire)
Gelato confezionato: 1.000 lire / 1 euro / + 930 (differenza in lire)
Sono, volutamente, esempi semplici e limitatissimi, estrapolati dalla vita comune della famiglia media per capire come, il più delle volte, nella conversione lira/euro siamo stati indotti a subire passivamente (forse senza rendercene del tutto conto) il raddoppio del prezzo di alcune cose.
Ma torniamo alla lotta dei prezzi in atto fra Istat ed Eurispes, due dei maggiori istituti di statistica che cercano di indirizzarci verso il vero senso della disfatta dei nostri borsellini.
Secondo l’Eurispes l’aumento dei soli generi alimentari registrato negli scorsi dodici mesi è stato del 30%, ben superiore al 3,8% registrato dall’Istat dal novembre 2001 al novembre 2002.
I metodi di rilevazione fra i due istituti sono abbastanza diversi, vediamo come fanno a rilevare l’aumento del prezzo del genere alimentare per eccellenza: IL PANE.

ISTAT: manda un rilevatore in ciascuno dei mille punti vendita che tiene sotto controllo la voce pane. Il totale dei punti, per tutte le voci presenti nel paniere, è di 29.000 esercizi. Il rilievo viene fatto una volta al mese e su un tipo specifico di pane, quello maggiormente consumato in quella rivendita. Ogni mese vengono segnalate le variazioni, sulla base delle indicazioni di 500 "rilevatori" presenti in 76 centri cittadini (80 da gennaio 2003).
EURISPES:
studia il comportamento e le abitudini di un campione rappresentativo di famiglie e, sulla base di questa ricerca, ha stilato un proprio paniere di 150 voci, contro le 568 dell’ISTAT. Per ogni prodotto (es. il pane) ha registrato i prezzi più alti e quelli più bassi in 180 comuni, grazie all’ausilio di 200 rilevatori. Alla fine, calcolata la media, si indica la variazione di prezzo nell’arco del tempo di registrazione dei dati. Vediamo ora se le due metodologie hanno rilevato in modo univoco l’aumento del prezzo:
ISTAT #9; + 2,5%
EURISPES + 19,55%
Sembra incredibile che ci sia un divario tanto grande fra due statistiche. Assomiglia tanto alla differenza di "numero partecipanti allo sciopero" fonte Sindacato — fonte Ministero.
Fonte EURISPES — Misurazioni aumenti su un paniere di 150 prodotti (contro i 164 ISTAT)
L’inflazione nelle città (Fonte EURISPES)
Oltre 100mila abitanti + 34,6%
Piccole città + 27,2%
Italia Centrale + 44%
Nord + 33%
Sud + 25%

COS’E’ IL PANIERE?

Il paniere, così chiamato, è l’insieme dei prodotti e dei servizi su cui l’ISTAT rileva la variazione dei prezzi. Non è sempre uguale, anche lui si adegua alla evoluzione del costume di vita e delle esigenze del consumatore. Infatti da gennaio il paniere è stato rivoluzionato, con l’entrata di 36 nuove voci, l’uscita di 21, la modifica di 50 e l’inserimento di nuove città campione, per un totale di 80 capoluoghi di provincia. Alcune novità riguardano l’uscita di prodotti difficilmente reperibili (ad esempio alcuni tipi di pesce surgelato), a favore di prodotti largamente più fruibili dal consumatore, come il petto di pollo o il pesce d’allevamento. Anche questo senza lesinare polemiche fra ISTAT, EURISPES ed Associazioni di consumatori, sempre pronte ad analizzare se le cifre conferiscono al problema il giusto peso o siano in qualche modo lavate e pulite per renderle presentabili ad una utenza ormai satura, non disponibile ad ulteriori sacrifici. Non vogliamo addentrarci in discorsi di economia, di politica o di pura statistica. Come avevamo detto ad inizio articolo, il nostro è stato un seguire la donna che si reca al mercato per verificare quanto spende, come spende, se ci sono abusi e se è il caso di protestare. Ci siamo accorti di essere in presenza di una "macedonia" composta da tutti questi "frutti" raccolti dalla pianta della moneta unica, che apprezziamo per la sua importanza e per la sua forza, ma che ha indotto ad errori di valutazione, facili guadagni e disoneste "combine" . Noi però non siamo andati per strada ad intervistare. Ci è bastato vedere "certi" telegiornali che, a fronte di documentate crisi dei consumi, determinate anche dall’aumento dei prezzi, hanno ostinatamente "cercato" e "trovato" chi gli ha fornito le risposte di giusta euforia per un mercato all’insegna dello "spendiamo tutto". Noi non crediamo ai venti troppo forti che portano quasi sempre tempesta e gelo. Ci limitiamo a seguire le brezze che quotidianamente investono i cittadini che, ancora una volta, sono i terminali di tutti i mali. "E io pago!!!" diceva il comico. E non aveva torto! 



di Gianluca Galeotti

da "Il Centauro" n. 75
Mercoledì, 02 Aprile 2003
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK