Il pirata della strada che uccise il nuotatore Sponsiello: «Voglio tornare in carcere, in comunità si lavora troppo»
L'affidamento in prova ai sevizi sociali? «Troppo lavoro, meglio il carcere». Si è fatto arrestare dai carabinieri di Besana Brianza, il 38enne brianzolo Filippo Di Benedetto, condannato nel luglio 2020 a sette anni e quattro mesi con il rito abbreviato per aver investito con la macchina e ucciso il 22enne di Civate (Lecco) Chetra Sponsiello la sera del 17 maggio 2019, lungo la Statale 36 a Monza.
L'uomo stava scontando la pena con la misura alternativa alla detenzione in una comunità. «Non ci lasciano respirare, meglio la cella di tutto quel lavoro», avrebbe riferito ai militari, che lo hanno riportato in carcere. La sera in cui è avvenuto l'omicidio stradale, il 22enne Sponsiello era sceso dall'auto per constatare i danni dopo un tamponamento. Sulla scena dell'incidente era arrivata a gran velocità una Opel Corsa che lo aveva travolto.
Di Benedetto, pregiudicato, aveva negato di essere alla guida ma le successive indagini lo avevano smentito. In particolare, un testimone aveva detto di averlo visto al volante e poi allontanarsi dal luogo del sinistro. I poliziotti avevano trovato gli stessi vestiti indossati dall'uomo quella sera, descritti dal testimone. L'indagato, la sera del fatto era ubriaco, e inoltre non aveva mai conseguito la patente.
Condannato a 7 anni e quattro mesi per omicidio stradale e pirateria. “L'uomo stava scontando la pena con la misura alternativa alla detenzione in una comunità. «Non ci lasciano respirare, meglio la cella di tutto quel lavoro», avrebbe riferito ai militari, che lo hanno riportato in carcere.
Non lo lasciano respirare?! L’unico che non è stato lasciato a respirare è la sua povera vittima, il 22enne che ha travolto e ucciso. Il conducente che non lo “lasciano respirare” era ubriaco, senza patente e si era dato poi alla fuga! (ASAPS)