Ucciso da un suv mentre era sul marciapiede, 18enne senza patente indagato per omicidio
Si sarebbe trovato alla guida del suv che lo scorso 9 febbraio ha travolto e ucciso Emmanuele Cleber Catananzi a Tor Bella Monaca. Ma, subito dopo l'incidente, sarebbe stato sostituito da sua madre, che si è assunta ogni responsabilità. È per questo che ora la procura di Roma ha iscritto il figlio 18enne nel registro degli indagati. Il giovane, che non aveva ancora conseguito la patente, è ora accusato di omicidio stradale come sua madre.
A indagare sul caso sono i vigili urbani del VI gruppo, che in queste settimane hanno cercato di ricostruire la complessa dinamica della carambola mortale. La BmwX4, che marciava su via dell'Archeologia, si è schiantata contro quattro auto in sosta, investendo Catananzi che si trovava sul marciapiede. La donna, ai vigili intervenuti sul posto, aveva dichiarato di trovarsi al volante del veicolo. Ma la spiegazione fornita agli agenti dalla 46enne, negativa ai test tossicologici e uscita illesa dall'incidente insieme a suo figlio, sarebbe risultata confusa e contraddittoria: "Ho perso il controllo della mia macchina". La donna aveva detto di aver effettuato una brusca manovra per evitare un'altra auto che si stava immettendo sulla strada. In realtà, come emerso dagli accertamenti, non ci sarebbe stato nessun altro veicolo in transito in quel momento.
Suo figlio 18enne, invece, aveva spiegato che in quel momento si trovava seduto sul posto del passeggero. Diversi testimoni, però, avrebbero riferito agli inquirenti di averlo visto alla guida del veicolo. Il 18enne non aveva nemmeno la patente. Ma l'auto su cui si sarebbe trovato a bordo sarebbe stata vista sfrecciare e compiere manovre azzardate prima della carambola mortale.
Erano emersi sospetti dopo i rilievi. La Polizia Locale ci ha voluto vedere chiaro ed ecco emergere la triste realtà di una mamma che vuole “proteggere” il figlio. Così ora gli indagati sono diventati due. (ASAPS)