"Basta morti in strada, basta morti in bici", la protesta davanti al ministero
La sicurezza stradale è un tema sempre più all’ordine del giorno del dibattito pubblico e stupirebbe il contrario, visto che non passa giorno senza settimana senza che abbia luogo la strage di cittadini in giovane età, più o meno famosi.
La manifestazione #Bastamortinbici #Bastamortinstrada
Per chiedere azioni urgenti le associazioni per la mobilità attiva si sono incontrate questa mattina, nella giornata di Santa Lucia, patrona della vista e degli invisibili, davanti alla sede nel Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per chiedere misure urgenti per fermare l strage quotidiana che si consuma sulle strade.
#Bastamortinstrada e #Bastamortinbici sono state le parole d’ordine dei manifestanti che hanno sfidato la pioggia e il freddo. I circa 100 manifestanti presenti hanno occupato simbolicamente la carreggiata per due minuti con striscioni e cartelli per rendere più visibile la protesta e chiedere al ministro Salvini più sicurezza per chi pedala.
Le richieste per la sicurezza stradale
Le richieste al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sono semplici: città a 30 km/h, più fondi per le ciclabili, subito la legge sulla distanza di sorpasso a 1,5 metri e politiche orientate alla Vision Zero.
Insomma, non esattamente in linea con le proposte avanzate ieri da Salvini che invece, faceva leva unicamente sull’aspetto coercitivo e, quindi sull’inasprimento delle pene per chi commette illeciti.
La coalizione ha fatto notare in un comunicato stampa che “velocità, distrazione e mancato rispetto delle regole da parte degli automobilisti sono tra le prime cause d’incidente stradale. La bici non è intralcio alla
circolazione, ma parte della soluzione per città più vivibili. E che occorre dare spazio e sicurezza alle persone, avvicinando Italia a standard europei”.
Il comunicato stampa è stato firmato da Legambiente insieme a FIAB, Touring Club Italiano, ACCPI, ANCMA, ASviS, Clean Cities Campaign, Fondazione Luigi Guccione, Fondazione Michele Scarponi, Associazione Io Rispetto il Ciclista, Associazione Lorenzo Guarnieri, Kyoto Club, Salvaiciclisti, Velolove e Vivinstrada a cui si sono unite anche le testate giornalistiche , La Nuova Ecologia e Bikeitalia.
Uno dei nodi principali e scatenante della protesta è stato ovviamente l’azzeramento dei finanziamenti per le piste ciclabili nella manovra finanziaria. Per gli anni 2023 e 2024 erano infatti previsti due finanziamenti da 47 milioni di euro (per un totale di 94 milioni) che oggi presentano la voce «definanziamento» e azzerano il «Fondo della ciclabilità» istituito dal governo Conte II nel 2019, in cui si prevedeva lo stanziamento di 141 milioni per il triennio 2022-2024 (47 all’anno) per la «realizzazione di zone a 30 km/h, corsie ciclabili, case avanzate e aree di sosta per biciclette».
Obiettivo Città 30
Le associazioni parte della coalizione hanno ricordato al MIT di avere firmato a luglio il Manifesto “Per Città 30 e strade sicure e vitali”, insieme all’ONU, all’ANCI e all’ACI, per dare priorità a tre punti urgenti: perseguire il modello delle “Città 30”, realizzando delle living streets; fare applicare il rispetto delle norme, attraverso la tecnologia e il nudging; prevedere una legge per l’assistenza alle vittime di violenza stradale.
Il blocco stradale a Porta Pia
Blocco stradale simbolico di un paio di minuti davanti al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a Porta Pia per ricordare al ministro Matteo Salvini che la strage stradale continua ogni giorno e c’è bisogno di politiche e azioni mirate per aumentare la sicurezza di tutti, in particolare degli utenti fragili della strada come appunto i ciclisti.
Numerose le associazioni schierate per dire "Basta morti in strada, basta morti in bici". Il tema sicurezza stradale sembra aver ripreso finalmente spazio dopo anni di silenzio quasi totale. (ASAPS)