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Notizie brevi 26/10/2022

Stefano Guarnieri: «Basta morire sulle strade. Nel nome del mio Lorenzo parlo ai ragazzi come lui»

Firenze, perse il figlio nel 2010. I progetti per la sicurezza nella sua città: «Non esistono auto impazzite o strade killer, il problema è sempre il guidatore»

Aveva diciassette anni e mezzo Lorenzo quando la notte del 2 giugno del 2010, a Firenze, fu investito e ucciso da un uomo che guidava ubriaco e drogato. Da allora il papà, Stefano Guarnieri, la mamma Stefania e la sorella Valentina hanno cercato di salvare più vite possibili sulle strade d’Italia. Hanno creato un’associazione, hanno organizzato una campagna di sensibilizzazione nelle scuole e nelle università e sono riusciti a cambiare un paradigma: chi provocava incidenti mortali non è una persona incosciente o distratta, ma un omicida. Grazie alla famiglia Guarnieri e all’allora premier Matteo Renzi, il Parlamento italiano ha approvato la legge sull’omicidio stradale che prevede pene sino a diciotto anni di carcere.

Lei e la sua famiglia siete riusciti trasformare il dolore per la perdita di un figlio nella salvezza di tante altre persone. Quante ne avete salvate?
«Difficile dirlo. A Firenze la nostra organizzazione, insieme con il Comune e altre associazioni, ha lanciato il progetto David grazie al quale, stando ai dati del 2019, la mortalità sulle strade della nostra città è calata del settantatré per cento in nove anni. Siamo andati nelle scuole a spiegare ai ragazzi come comportarsi, abbiamo aperto loro gli occhi riguardo ai pericoli della strada. E siamo riusciti a rendere più sicure le infrastrutture. A livello nazionale, la legge sull’omicidio stradale ha contribuito a far diminuire di almeno un venticinque per cento gli incidenti stradali mortali. Lo abbiamo fatto per gli altri, ma abbiamo avuto un grande beneficio anche per noi».

Può questo impegno lenire il dolore?
«Lo lenisce, ma non lo cancella. Direi che t’insegna a conviverci. Ho letto la testimonianza del padre di Francesco (Luca Valdiserri, ndr) e vi ho trovato quella forza e quella determinazione che abbiamo avuto anche noi per cercare di combattere questa strage quotidiana nel nome di nostro figlio. È la strada giusta per andare avanti. Non deve più accadere di morire in questo modo e sono certo che in futuro, come ho giurato a mio figlio, non succederà più».

In che modo si può fermare la strage?
«Gli anglosassoni hanno una regola. La chiamano della triplice E: Education (l’istruzione), Enforcement, (il rispetto delle leggi e il controllo) ed Engineering, ovvero l’ingegneria per rendere più sicuri mezzi di trasporto e infrastrutture».

Lei è un ingegnere: che cosa si potrebbe fare per avere infrastrutture e mezzi di trasporto sicuri?
«Le nuove auto sono sempre più sicure grazie agli Adas (Advanced driver-assistance system), i sistemi di guida semi automatici che aiutano ad evitare pericoli e incidenti. Ci sono sistemi che, leggendo i segnali stradali, adeguano la velocità dell’auto di conseguenza, per esempio. Ce ne sono poi altri che fanno frenare l’autovettura in presenza di pedoni e ostacoli. Poi c’è l’alcol-lock, un sistema che percepisce se il guidatore è in preda all’alcol. Ma vanno resi obbligatori e non facoltativi. Così come vanno potenziati gli autovelox».

Eppure sugli autovelox ci sono molte polemiche. Che cosa ne pensa?
«Gli autovelox sono indispensabili, ma vanno collocati nei punti giusti e a volte questo non accade. Sono una forma di controllo, ma i controlli scarseggiano. Noi contiamo cinquecentomila alcol test all’anno fatti su un totale potenziale di trentanove milioni di persone che hanno la patente. Se facciamo i calcoli, per controllarle tutte servirebbero settantotto anni. Poi c’è anche un problema di linguaggio».

Linguaggio?
«Sì, anche nei media. Non esistono auto impazzite o strade killer, ma guidatori. Sta per uscire un libro dell’associazione su questo argomento. Lo porteremo nelle scuole, ma anche nelle redazioni per cambiare le cose».

da corriere.it


Intervista del Corriere della Sera a Stefano Guarnieri: «Non esistono auto impazzite o strade killer, il problema è sempre il guidatore».  Come dargli torto? (ASAPS)

Mercoledì, 26 Ottobre 2022
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