Venerdì 29 Marzo 2024
area riservata
ASAPS.it su
Articoli 22/07/2022

di Lorenzo Borselli*
Il fine settimana horribilis del 2022: 42 morti sulla strada in 72 ore
La Specialità diventa marginale, coordinamento inesistente, fondi spariti. E dire che dimezzando la sinistrosità avremmo un piccolo PNRR ogni anno, tutto per noi

 

(ASAPS) – Li avete letti i dati dei nostri osservatori? Nel fine settimana tra il 15 e il 17 luglio c’è tutto quello che non vorremmo vedere: 42 vittime di cui 20 motociclisti, 13 automobilisti, 2 autotrasportatori, 3 pedoni, 3 ciclisti e 1 conducente di quad. Non abbiamo idea di quanti siano i feriti, perché contarli è troppo difficile anche per noi, né di quanti tra essi porteranno per sempre i segni di questo sciaguratissimo weekend.
Non ce ne vogliano le Istituzioni, ma qui si sta sbagliando davvero tutto: dov’è finito il law-enforcement? Dove sono le campagne per la sicurezza stradale? Dove sono i rinforzi, le strategie mirate, il prezioso (e mai veramente raggiunto) coordinamento tra polizie locali e statali?
Niente, è tutto lettera morta. E si vede.
E i dati? Ma sapete che mentre l’ASAPS stilava il bollettino, quello “ufficiale” del Servizio Polizia Stradale parlava di “appena” 17 decessi? Tra 17 e 42 sono 25. Tanti.
Dove sono finiti? Sono forse morti trasparenti?
No, il problema è solo tragicamente più semplice: il Servizio Polizia Stradale conteggia solo gli incidenti rilevati dalla Polizia Stradale e dai Carabinieri. Mancano, non per colpa sua, i rilievi effettuati dalle Polizie Locali. I dati sono stati richiesti più volte, anche di recente, con la richiesta in questo senso all’ANCI. Per ora risultato zero, i dati delle Polizie Locali non sono disponibili. Ma interessa ai comuni fornirli?

Partiamo da Grosseto: giovedì 14 luglio (quindi in una giornata che non appartiene alla nostra osservazione) tre ciclisti sono rimasti uccisi in un incidente innescato, pare, dal malore di un anziano, che ha travolto un’intera comitiva di velocipedi. Il bilancio complessivo è da attacco terroristico, con quattro vittime, tra cui il conducente dell’auto finita sul gruppo, sei feriti di cui uno gravissimo.
In uno scenario del genere avremmo voluto vedere i Centauri in prima fila, ma non è stato possibile, perché su 100 operatori che dovrebbero essere in servizio nella provincia, ripartiti tra Sezione e i tre distaccamenti, gli effettivi sono appena 63, tra cui molti non più idonei ai servizi esterni (e con età media 52 anni), come leggiamo in un comunicato del sindacato SIULP, stessa sigla che, per inciso, è intervenuta pochi giorni fa in ordine alla mancanza di etilometri alla Sottosezione Autostradale di Altedo (A13, Bologna). Una battaglia storica portata avanti anche da ASAPS qualche anno fa che riuscì a mobilitare perfino Striscia la notizia con Valerio Staffelli che intervistò il presidente.
Ai quadri nazionali dei sindacati, però, vorremmo far notare che il loro “silenzio” proprio in ordine alla soppressione dei nostri uffici territoriali ha avuto il sapore di un accondiscendente assenso.

Un evento infortunistico come quello di Grosseto, si sa, è difficilmente evitabile, ma quasi tutto il resto di ciò di cui abbiamo letto grazie ad articoli di stampa e referenti è frutto di colpa, innescata da distrazioni, ebbrezze e spericolatezze.
O la somma di tanti di questi atteggiamenti, che solo una politica di presidio delle strade, con finalità preventive e repressive, può realmente contrastare.
Sorda per il clamore della pandemia, della guerra in Ucraina, dell’ennesima crisi di governo o di quella economica che piega la società e, diciamocelo, anche inerte per una sorta di assuefazione, la gente nemmeno ci fa più caso.
E sapete perché? Perché l’attenzione è bassa. Incappare in un posto di controllo è un’eventualità così tanto remota che anche il più onesto dei cittadini, ormai, interpreta la paletta come un attentato alle libertà costituzionali, una multa come un atto persecutorio, un autovelox come la sfacciata gabella buona solo a far cassa.
Chi siete…? Cosa portate…? Sì, ma quanti siete…? Un fiorino!
Non parliamo poi degli etilometri, ché se vai in un qualsiasi altro paese europeo lì sì che si riga dritto, mentre da noi, “…sì, ma andate ad arrestare i delinquenti…”.
È l’asticella: così bassa che in materia di lavoro e di circolazione stradale si è ormai all’anarchia (ma nel senso più odioso che il termine può evocare).
Pensate che ora, con i miliardi del PNRR che avrebbero potuto rappresentare un vero toccasana per contrastare la “violenza professionale” e quella “stradale” e le conseguenti morti bianche, veniamo a sapere che i bilanci sono stati così azzerati che strumenti come l’autovelox o gli etilometri potrebbero non essere più sottoposti alla necessaria revisione periodica. Per non parlare degli ispettori del lavoro, pagati una miseria e così pochi che a volte un datore di lavoro nemmeno sa che esistono.
E i tutor? Funzionano? A noi risulta che le attivazioni siano rarissime, così come sporadici, al punto di essere del tutto inutili, sono i controlli mirati, di quelli che un tempo erano la regola, come i servizi per la repressione del fenomeno delle stragi del sabato sera.
La Polizia Stradale metteva in atto dispositivi così efficienti che nel giro di qualche anno avevamo assistito a radicali cambiamenti di mentalità e di numeri.
Oggi, invece, la trasgressione è la regola.
La morte lo è altrettanto, in maniera del tutto proporzionale.

I distaccamenti chiudono. “Non rendono”, ci viene detto. Che te ne fai di un posto di polizia stradale che fa una pattuglia al giorno, quando va bene?
Ma scusate? Perché non ci mandate del personale invece di tenerlo tutto nei reparti mobili?
Temete un colpo di Stato? Temete per la tenuta dell’ordine pubblico?
Ci sono Sezioni di Polizia Stradale che faticano a tenere aperti gli Uffici e molti degli operatori in servizio se ne vogliono andare, perché stare con gli stivali sotto alla scrivania del piantone, checché se ne dica, non è che piaccia poi così tanto sapete?
E dire che con la privatizzazione delle scorte a carico eccezionale e delle gare ciclistiche (inorridiamo ancora al solo pensiero) e con la chiusura notturna di molti reparti, era stato garantito che le pattuglie sarebbero aumentate. Invece no. Se vi dicessimo quante riusciamo a farne oggi, sareste voi i primi a dire che è giunta l’ora di staccare la spina per tutta la Specialità (ammesso che  possa dirsi tale una forza di polizia che opera ormai solo in autostrada).
E dei quarantadue morti del fine settimana, che dite?
E vedremo i dati del 2021 che verranno diffusi dall’ACI il 26 luglio. Ma sono quelli del 2022 che ci preoccupano molto, sulla base proprio dei report stilati dalla tenacissima ASAPS.
Vi interessano solo finanze e spread?
Ok. Allora ne approfittiamo per rammentare che solo nel 2019 i costi sociali totali per l’incidentalità stradale ammontano a circa 16,9 miliardi di euro, ufficialmente l’1% del PIL nazionale. “Ufficialmente”, perché secondo altre stime (quella ad esempio di Stefano Guarnieri, dell’associazione Lorenzo Guarnieri), la stima veritiera è esattamente doppia, quindi 33,8 miliardi e 2% di PIL.
Il PNRR, se tutto andrà bene, prevede l’integrazione di oltre 200 miliardi di euro di provenienza europea: basterebbe dimezzare la sinistrosità per avere una consistente fetta di  PNRR all’anno, tutto per noi, interamente made in Italy.
Ma si vede che è così che vi sta bene e se nemmeno il denaro conta, allora fate bene a chiuderci tutti. Il futuro del poliziotto è il manganello. (ASAPS)

*Ispettore della Polizia Stradale e consigliere nazionale ASAPS
 


La schietta e a volte dura analisi sulla difficile situazione della sinistrosità stradale nella quale neppure 42 morti (20 motociclisti) in un fine settimana rilevano. La sicurezza stradale non conta. Un articolo di Lorenzo Borselli Ispettore della Polizia Stradale e consigliere nazionale ASAPS

 

>SOSTIENI LE BATTAGLIE DELL’ASAPS PER LA SICUREZZA STRADALE
CON LA TUA DONAZIONE ALL’ASSOCIAZIONE

 

 


 


 
 

Venerdì, 22 Luglio 2022
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK