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La tragedia di Marco e Giorgio, due famiglie distrutte dal dolore: chi guidava non aveva la patente

Marco Rossi è morto tra le fiamme delle Renault Clio che guidava senza però aver mai conseguito la patente. L’amico 18enne Giorgio Botti è spirato poche ore dopo, in ospedale.

Non aveva mai conseguito la patente eppure - nella tragica notte tra giovedì e venerdì - Marco Rossi era al volante della Renault Clio che prima si è schiantata contro un muro di via Brescia a Lumezzane, poi è stata avvolta dalle fiamme. Un inferno di fuoco e lamiere: il 31enne - originario di Gardone Val Trompia e di casa a Villa Carcina - è morto sul colpo; i tre amici che viaggiavano con lui sono stati estratti dalle lamiere dai carabinieri, che non hanno esitato a gettarsi tra le fiamme per trarli in salvo. Ma uno di loro non ce l’ha fatta: Giorgio Botti, 19 anni da compiere il prossimo agosto, è spirato poco dopo il ricovero al Civile di Brescia. Il 18enne di Sarezzo aveva riportato ustioni gravissime sul 90% del corpo e a nulla sono valsi i disperati tentativi dei medici di salvargli la vita. Gli altri due amici, tutti residenti in Valtrompia, sono ricoverati in gravi condizioni al Civile e al Centro grandi ustionati di Verona: per fortuna, non sarebbero in pericolo di vita.

La schianto e poi l’incendio  

Resta il dolore straziante di due famiglie distrutte in pochi drammatici istanti, poco prima della mezzanotte di venerdì: i 4 amici stavano trascorrendo una serata di festa nei locali della zona, quando la Clio è uscita di strada, andando a sbattere contro alcuni tubi del gas che corrono paralleli a via Brescia. Un impatto violento: il serbatoio della Clio si è rotto ed ha cominciato ad uscire benzina e in pochi secondi l’auto è stata avvolta dalle fiamme.
La drammatica scena sotto gli occhi di una pattuglia dei carabinieri: pochi minuti prima avevano intercettato l’utilitaria procedere a velocità sostenuta e sbandare lungo Piazzale Europa, in direzione del centro del paese, e avevano poi deciso di fare inversione per seguirla. Non avrebbero avuto il tempo di provare a fermarne la corsa: il 31enne Marco Rossi ha perso il controllo della macchina poco dopo aver svoltato in via Brescia. 

Carabinieri tra le fiamme 

I militari non hanno esitato: sono scesi dalla macchina di servizio e si sono lanciati tra le fiamme, cercando di estrarre tutti gli occupanti, ma sono riusciti a trarre in salvo solo i tre passeggeri, tra cui Giorgio Botti. Il 31enne di Villa Carcina è invece stato liberato dalle lamiere solamente dopo che i vigili del fuoco di Brescia e i volontari del distaccamento di Lumezzane hanno domato il rogo. Per lui non c’era ormai più nulla da fare. 
Cresciuto a Gardone Val Trompia, Marco Rossi si era trasferito a Villa Carcina da poco tempo e lavorava come meccanico. "Ciao Marco, la passione dei motori ti ha tradito - scrive un amico sui social - eri un ragazzo molto audace e sempre pronto ad aiutare tutti. Ma il destino era lì che ti aspettava. Ho perso un meccanico e un amico”.

Due famiglie distrutte dal dolore 

Il sottilissimo filo di speranza a cui erano aggrappati la mamma e la sorella di Giorgio si è spezzato poche pore più tardi, al Civile di Brescia dove il 18enne è spirato nella mattinata di venerdì. Un dolore indicibile per la famiglia Botti, che si aggiunge ad un altro dramma lacerante: nel 2016 Diego, il padre di Giorgio, aveva perso la vita in un tragico incidente sul lavoro, avvenuto all’interno dell’azienda di Lumezzane dove lavorava. Sono centinaia i messaggi di cordoglio e le testimonianze d’affetto rivolti alla mamma e alla sorella del 18enne, che non aveva ancora finito la scuola: era uno studente dell’Itis di Gardone.  Studente e sportivo: fino al 2019 aveva giocato nelle giovanili dei Centurioni rugby di Lumezzane, che lo hanno ricordato con un post sui social. “Tutta la società è vicina alla famiglia per la prematura perdita”, si legge sui social.
I suoi sogni e i tanti, tantissimi, progetti su un futuro ancora tutto da scrivere sono andati distrutti in pochi terribili istanti, in una sera qualunque d’estate.

da bresciatoday.it

 

Lunedì, 27 Giugno 2022
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