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Bus travolse e uccise una donna, l'autista era in chat a luci rosse: la procura di Monza chiede il rinvio a giudizio per omicidio stradale

L'autista, si legge nella richiesta di rinvio a giudizio "non prestava adeguata attenzione alla guida, essendo impegnato in conversazioni scritte via Facebook"

Camminava a piedi Cristina Conforti, in pieno giorno in una via vicino all'ospedale Bassini di Cinisello Balsamo, nel Milanese. Erano le 15,30. Lui, l'autista dell'autobus, sorrideva con il cellulare in mano, con cui da oltre mezz'ora chattava per organizzarsi una serata "hot", e non l'ha vista. Quello che è accaduto dopo fu una tragedia. Lei travolta, l'inutile tentativo dei soccorritori di rianimare una vita strappata via da asfalto e pneumatici. Ora l'autista di quel bus di linea rischia il processo per omicidio stradale, con l'aggravante di essere stato impegnato al telefono al momento dei fatti.

La Procura di Monza ha chiesto il rinvio a giudizio di un autista Atm, italiano di 47 anni, che l'11 dicembre del 2020 ha investito e ucciso Cristina Conforti, 53 anni, a Cinisello Balsamo. Quando l'ha travolta, stava chattando con lo smartphone ed organizzando incontri a luci rosse, come ha stabilito una perizia disposta sul suo telefonino dalla pm di Monza Michela Versini. L'udienza preliminare dell'autista, che l'azienda di trasporti milanese ha già sospeso dalla guida destinandolo ad altre mansioni, è prevista per la prossima settimana.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini e confermato dalla perizia richiesta dal pm Versini, l'autista stava chattando sui social da circa mezz'ora con una persona, concordando prestazioni sessuali, quando ha travolto la donna.

 

L'autista, si legge nella richiesta di rinvio a giudizio "non prestava adeguata attenzione alla guida, essendo impegnato in conversazioni scritte via Facebook", tanto da "urtare con il pneumatico il cordolo in cemento del marciapiede, non accorgendosi della presenza del pedone", così "colpendola con il cristallo del parabrezza e proiettandola alla base dell'autobus" per poi investirla e "trascinarla fino alla fine della corsa", causandone il decesso.

"Non sapevamo neppure con quali parole spiegare ai familiari di Cristina l'utilizzo che questa persona stava facendo del proprio cellulare - ha detto Fernando Rosa, responsabile Giesse Risarcimento Danni di Monza, che assiste la famiglia - E' inaudito morire in simili circostanze; inizialmente sembrava solo una banale distrazione, invece è emerso qualcosa che non ci saremmo mai aspettati".

da milano.repubblica.it


 

Se è vero è il minimo. (ASAPS)
 

Lunedì, 20 Giugno 2022
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