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L’INCIDENTE MORTALE
Sara e Jessica uccise sull’A28, «Niente risarcimento alle bimbe»: no al patteggiamento per l’investitore

Conegliano, Dimitre Traykov è accusato di aver provocato l’incidente in cui morirono le due cugine
Sara Rizzotto, 26 anni e Jessica Fragasso, 20

«Questo risarcimento è totalmente indipendente dalla richiesta di patteggiamento. L’offerta economica, aggiuntiva rispetto a quello che sarà liquidato alle persone offese dalla assicurazione del veicolo, non è stata proposta dall’imputato per ottenere sconti sulla pena ma solo per testimoniare la propria vicinanza a chi porterà per tutta la vita il segno di quell’incidente». Era il 29 aprile quando Gianni Massanzana, uno dei legali di Dimitre Traykov, si era speso per spiegare come i 70 mila euro che l’imprenditore aveva messo sul tavolo come risarcimento per le due piccole, rimaste orfane di madre, fosse soltanto un gesto di buona volontà. Il 61enne bulgaro era agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per aver tamponato e ucciso in A28, il 30 gennaio scorso, le due cugine trevigiane Sara Rizzotto, 26enne di Conegliano, e Jessica Fragasso, 20enne di Mareno di Piave, e ferito le due figlie di Sara. Cinque giorni dopo la Procura di Pordenone aveva però rifiutato la proposta e il processo si avviava lungo la strada del rito abbreviato, che consente all’imputato di godere di un sconto pari ad un terzo della pena totale.

Avanti con l’abbreviato
Lunedì 24 maggio il colpo di scena: inoltrata nuovamente l’istanza di applicazione della pena, questa volta a 5 anni contro i 4 e 8 mesi della prima volta, il Procuratore della Repubblica di Pordenone aveva messo come condizione per prendere in esame la richiesta di patteggiamento il fatto che i soldi promessi venissero effettivamente versati. Traykov, accusato di omicidio stradale plurimo aggravato dalla guida in stato di ebbrezza (era stato trovato positivo all’alcol con 1,23 grammi per litro) e dalla fuga dopo l’incidente, si è tirato indietro. E così, oltre al patteggiamento, è svanito anche il risarcimento volontario. Si va quindi avanti con il rito abbreviato: il 21 giugno verrà sentito un testimone della difesa mentre il 28 dello stesso mese si arriverà alla sentenza.

Lo schianto e la fuga nei campi
È questo quanto successo nell’udienza celebrata il 24 maggio di fronte al giudice per l’udienza preliminare friulano Monica Biasutti, chiamata a giudicare i fatti di quella sera di gennaio quando, lungo la A28, tra Villotta e Azzano Decimo, Traykov avrebbe tamponato la Fiat Panda a bordo della quale si trovavano le due giovani e le figlie di Sara, di due anni e nove mesi, rimaste ferite ma che fortunatamente non hanno riportato lesioni tali da essere in pericolo di vita. E ora sono senza mamma. Il bulgaro avrebbe dovuto provare in autostrada un furgone, ma la velocità elevata sarebbe stata la causa della tragedia. Traykov, dopo l’incidente, avrebbe abbandonato il suo mezzo incidentato e si sarebbe dato alla fuga in mezzo ai campi, come confermato da un dipendente di Autovie Venete, che lo avrebbe visto scavalcare il guardrail. L’imprenditore verrà poi arrestato, nella sua abitazione a Pordenone, dagli agenti della Polstrada. All’esame alcolemico avrebbe accusato un tasso nettamente superiore al limite consentito, che però, secondo la difesa, sarebbe il risultato di una assunzione successiva all’incidente, fatta per calmarsi dopo il sinistro. Le famiglie di Sara e Jessica (rappresentate dagli avvocati Enrico D’Orazio, Giuseppe Gulli e Alessandra Nava), parti civili, hanno presentato richieste di risarcimento per oltre 3 milioni di euro.

di Denis Barea
da corrieredelveneto.corriere.it
 

Venerdì, 27 Maggio 2022
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