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Notizie brevi 18/03/2004

I forzati del camion

Da "Il Manifesto.it"
I forzati del camion
La Cgil denuncia gli abusi sugli autisti: certificati falsi per farli lavorare più ore. La rivolta dei tir è partita da Trento. La Filt Cgil è stata inondata di richieste di aiuto da parte dei camionisti. Il sindacato: istituzioni e forze dell’ordine non fanno abbastanza.

di STEFANO ISCHIA

Il meccanismo è semplice e diabolico: un camionista guida fino al limite di ore consentito dalla legge, poi la sua azienda gli fornisce un finto attestato di ferie o di malattia dal quale risulta che è tornato al lavoro proprio in quell’istante. Glielo spedisce via fax anche dall’estero, se serve. Così l’autista, che difficilmente si opporrà al diktat, dovrà rimettersi in viaggio saltando il riposo. E se la polizia lo ferma, sarà in regola. "Fino a due ore fa ero in malattia - dirà - ecco il certificato dell’azienda". Camionisti costretti a viaggiare ore e ore, oltre quanto consentito. Correndo il rischio di addormentarsi per la stanchezza, di uscire di strada, di essere un pericolo per sé e per gli altri. La denuncia viene lanciata dalla Filt Cgil di Trento, dove sono piovute negli ultimi mesi segnalazioni su segnalazioni da parte di autisti esasperati. I meccanismi messi in atto per eludere i controlli di polizia stradale e ispettori di lavoro sono sostanzialmente due: quello appena descritto, dei certificati falsi di malattia o ferie, oppure la manomissione del disco personale, il "cronotachigrafo", la scatola nera di cui ogni camion è provvisto. Fulvio Flammini e Antonio Beccati, dirigenti della Federazione lavoratori del trasporto di Trento hanno in mano prove inoppugnabili, dischi contraffatti e certificati di malattia fasulli. Sono decine le vertenze a sostegno dei lavoratori avviate dalla Filt negli ultimi mesi. Solo in marzo ha presentato alla procura della Repubblica tre esposti-denunce contro altrettante ditte di autotrasporti.

In Trentino sono oltre tremila i camionisti e, secondo la Filt, una parte considerevole subisce il prolungamento forzato dell’orario. Le segnalazioni c’erano sempre state, ma da dicembre un caso eclatante ha dato il via a una cascata di denunce. Petru Dragus, camionista rumeno dell’Arcese trasporti spa di Arco, una delle aziende leader in Italia, ha aperto le danze. Fax alla mano, ha spiegato che nel marzo del 2000, l’azienda gli aveva rilasciato tre dichiarazioni attestanti periodi di ferie/malattie mai goduti per un totale di 17 giorni. Quando dalla busta paga dello stesso mese risultava che era al lavoro.

Il 20 febbraio scorso la protesta di Dragus ha avuto eco anche a Radio a colori, Radio Rai1. Il conduttore Oliviero Beha ha sentito numerosi camionisti di tutt’Italia, costretti a saltare i turni di riposo, a lavorare ore e ore in più e al silenzio, per non subire angherie. Ma c’è un ulteriore motivo di preoccupazione, secondo Flammini, ed è l’inerzia dell’ispettorato del lavoro e delle forze dell’ordine: "Non c’è controllo efficace sul lavoro straordinario - spiega - servirebbero verifiche incrociate sui certificati di malattia e sulla busta paga. In Italia non viene fatto, mentre in Germania, ad esempio, sì. A inizio 2003 abbiamo denunciato la Fait trasporti di Rovereto all’ispettorato del lavoro, all’Inps, all’Inail, alla finanza, alla polizia e alla procura. Prove certe. È un anno che aspettiamo, non è successo niente".

"Gli abusi non si arrestano - conclude amaro il sindacalista Cgil - continuano ad arrivarci segnalazioni dai camionisti e le vertenze si moltiplicano. Ma il peggio è che i giudici danno ragione alle aziende. Nel 1997 l’ispettorato ha multato la Multipli Arcese di Trento. Questa ha messo in conto le sanzioni all’autista, che ha fatto ricorso. Il giudice, alla fine, ha dato ragione all’impresa sostenendo che il camionista dovrebbe ribellarsi al trattamento ingiusto. Cosa impossibile visto che le ritorsioni possono essere tantissime. Vorrei che i magistrati comprendessero che siamo di fronte a un’istigazione a delinquere imposta dal più forte: gli autisti hanno le mani legate, subiscono e devono stare zitti".
Giovedì, 18 Marzo 2004
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