Per
lo spot dell’Adsl Alice di Telecom, dopo le polemiche della Polizia Stradale, ora insorge anche il mondo del cinema Pubblicità contestate Tutti contro Valentino |
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Valentino
Rossi non trova pace. Prima l’associazione amici e sostenitori della Polizia
Stradale insorge contro la famosa pubblicità della Telecom
per l’Adsl Alice in cui lui guida come un pazzo. Ora per la seconda puntata
della campagna pubblicitaria si tira addosso le ire dell’industria del
cinema: l’Anica ha chiesto la sospensione immediata dello spot di RossoAlice
con Valentino Rossi. L’invito dell’industria del cinema è rivolto
alla Telecom Italia: lo spot di RossoAlice con Valentino Rossi presenta
"un’immagine falsa e denigratoria del cinema, con sale cinematografiche
deserte, sporche e chiaramente in disuso; un’immagine non assolutamente
corrispondente alla realtà". Dunque, sostiene l’Anica, "va immediatamente
sospeso dalla programmazione negli slots pubblicitari delle emittenti
italiane".
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Rossi e il suo tipico scaramantico |
La
richiesta è contenuta in un telegramma inviato dall’avvocato Gianni
Massaro, presidente dell’ANICA, tra gli altri, al presidente di Telecom
Italia Marco Tronchetti Provera, ai responsabili di RossoAlice, nonché
ai presidenti di Rai, Mediaset e La7, al ministro Urbani e ai presidenti
delle Autorità Garanti per la Concorrenza ed il Mercato e per le
Comunicazioni, Tesauro e Cheli e al ministro della Comunicazione, Maurizio
Gasparri.
"Lo spot, che compone una campagna integrata con il già criticato annuncio pubblicitario con la moto di Rossi lanciata a tutta velocità, mostra infatti sale cinematografiche, discoteche e sale giochi deserte e in evidente stato di abbandono, tutto a vantaggio di uno schermo di computer dal quale si possono scaricare, come esplicitamente sollecitato, film, musica e giochi gratis per un mese". Lo spot, sostiene l’Anica, contiene anche "l’incitamento, preciso ed inequivocabile, rivolto ai giovani ad abbandonare il consumo di cinema in sala ed a porre sostitutivamente in essere un comportamento illecito, volto a realizzare la finalità di usufruire di film e di musica senza alcun rispetto per i diritti e gli interessi dei titolari, cioè imprese ed autori. Incitamento, comunque, ad un comportamento vietato e ulteriormente sanzionato dal recente Decreto Urbani approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 12 marzo". Nello stesso telegramma l’Anica si è riservata ogni iniziativa giudiziaria ed amministrativa nel merito, ritenendo lo spot "gravemente lesivo per tutto il settore cinematografico". |