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Notizie brevi 31/03/2004

La sicurezza al 3° salone nautico di Venezia

 

La sicurezza al 3° salone nautico di Venezia

Dal 6 al 14 Marzo Venezia ha ospitato il 3° Salone Nautico. Per nove giorni la nautica che coinvolge tutto l’adriatico e parte dell’est europeo si è raccolta nella città dei Dogi per mettere in mostra le attuali tendenze in tema di mare e di navigazione. Carlo Trevisan, amministratore delegato di Consormare SpA, la società che gestisce il salone l’ha presentato come "L’evento simbolo della marineria adriatica, la più importante vetrina per le aziende della filiera nautica dell’Alpe Adria, la maggiore manifestazione privata veneziana".
Il Salone nautico della città lagunare, oltre a mettere in mostra le tendenze nautiche adriatiche è stato anche l’occasione per parlare di sicurezza, in questo caso di sicurezza in acqua. Uno stand in particolare l’ha fatta da padrone: quello della Questura di Venezia che ospitava il Centro Nautico e Sommozzatori di La Spezia. Lo Stand era ripartito in due sezioni, quella posta all’interno e quella esterna. La prima permetteva di ammirare il materiale tecnico-operativo della specialità marittima e dei sommozzatori della Polizia. Nella sezione esterna invece erano posizionati due articolati con container. Uno di questi conteneva la camera iperbarica mobile, unica in Italia e con pochi simili in Europa e l’altro era adibito a vasca per immersioni. La camera iperbarica viene utilizzata per il trattamento delle malattie baro-traumatiche, come gentilmente illustravano i rappresentanti delle Forze dell’Ordine presenti, spiegando anche come vengono trattate le malattie da decompressione, la loro sintomatologia e la cura. Il container utilizzato come vasca per immersioni permetteva di ammirare alcune prove tecniche con robot telecomandati, quelli utilizzati di solito per la ricerca di reperti storici od altri oggetti nei fondali marini e vere e proprie immersioni a cura del centro ligure.
Il centro nautico e sommozzatori, presente con una delegazione al Salone di Venezia, appartiene alla Direzione Centrale Affari Generali della Polizia di Stato, fa parte dei reparti speciali e ha sede a La Spezia. Il personale, altamente professionale è impegnato in tutte le missioni che richiedono la presenza di reparti speciali. Si va dal soccorso di persone coinvolte in incidenti in mare, nei laghi, nei fiumi, fino alla ricerca di reperti antichi nei fondali marini. Tutti i grandi interventi nel mare partono dal centro ligure, che grazie ad una perfetta organizzazione consente ai suoi uomini di raggiungere il luogo indicato in tempi brevi. Nel caso di particolari eventi, programmati, per esempio manifestazioni marine e gare in cui è richiesto il loro intervento, è possibile gestire la copertura in modo più attento e dettagliato. Come dice il proverbio, prevenire è meglio che curare, così quando è possibile anticipare la tragedia e l’incidente la sezione sommozzatori di La Spezia, composta da circa 50 addetti, è chiamata a gestire il territorio controllando i natanti e le imbarcazioni. I loro interventi sono richiesti anche in caso di incidente stradale con ripercussioni per i passeggeri nei laghi, nei fiumi e ovviamente nei mari. Le stagioni dell’anno incidono sulla mole di lavoro dei nostri sommozzatori, quando si avvicinano i mesi caldi e i primi bagni la situazione si complica, aumentano le imprudenze dei bagnanti e quindi i pericoli.

Esercitazione con i cani per salvataggio a mare

I sommozzatori della Polizia di Stato vengono impiegati anche nella ricerca di reperti storici abbandonati nelle acque italiane. Molti sono gli interventi per il recupero di tale materiali data la ricchezza del nostro paese per ciò che riguarda i materiali antichi.

Alcuni dei famosi casi di cronaca italiana li hanno visti come protagonisti, la ricerca dei corpi o il reperimento di indizi sono stati i loro compiti primari.

Al Salone Veneziano si è parlato di sicurezza anche grazie alla presenza della

"Scuola Italiana Cani Salvataggio", tra le più grandi organizzazioni nazionali dedicate alla preparazione dei cani e dei loro conduttori, le così dette unità cinofile. Nata nel 1989 da una idea del suo fondatore ed attuale direttore, Ferruccio Pilenga, la Scuola Italiana Cani Salvataggio viene impiegata per l’addestramento di cani di tutte le razze con qualità marine e un peso superiore ai trenta chili per il salvataggio nautico.

La delegazione canina della scuola presente al salone ha dimostrato grandi capacità di soccorso, mettendo in mostra specifiche qualità di salvataggio nei confronti dell’uomo. Alcuni figuranti, fingendo di annegare in situazioni comuni, come i normali giochi acquatici con palloni, venivano portati in salvo dal cane che riusciva ad individuare il pericolo in mezzo alla normalità, in mezzo a tante persone che, fingendosi ignare del pericolo a loro vicino, si comportavano come se nulla stesse accadendo. Il cane riesce ad effettuare movimenti e manovre che l’uomo da solo non riuscirebbe a fare, basti pensare, ad esempio, alla capacità di recuperare più persone contemporaneamente, di avvicinarsi ad una scogliera con mare mosso, a recuperare persone ustionate da branchi di meduse (il cane è praticamente indenne dalle punture dei loro tentacoli). Inoltre l’aiuto del fedele amico dell’uomo permette al soccorritore di effettuare già in acqua la respirazione artificiale ad un asfittico, risparmiando minuti preziosi mentre il cane, autonomamente provvede al trasporto verso riva. Qualsiasi cane addestrato riesce ad offrire un "servizio" di rimorchio sotto carico per almeno 30 minuti e ciò è più che sufficiente per concludere una operazione di salvataggio (o perché possano giungere i soccorsi "di rinforzo"). Nella prova pratica effettuata al Salone di Venezia i cani trascinavano fino a riva 5/6 persone a bordo di piccoli gommoni, riuscendo quindi a portarli in salvo, certo nella finzione, ma molto simile alla realtà.
Angelo Brunello

Mercoledì, 31 Marzo 2004
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