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Articoli 05/08/2003

Il Traffico dei rifiuti liquidi: Il territorio come spugna delle attività criminali

Il Traffico dei rifiuti liquidi:
Il territorio come spugna
delle attività criminali


a cura del Dott. Maurizio Santoloci

I recenti fatti di cronaca sul problema rifiuti hanno posto in evidenza alcuni dei più rilevanti aspetti della situazione di vera emergenza in questo settore.
Ed offre lo spunto per una riflessione di approfondimento su un aspetto spesso sottovalutato o sconosciuto ed oggi enfatizzato dalla importantissima inchiesta di Spoleto sul traffico di rifiuti liquidi.
Inchiesta tra le più importanti e significative degli ultimi anni nel settore delle grandi illegalità connesse alla gestione freaudolenta dei rifiuti. E ci consente di avere conferma - purtroppo - del fatto che il traffico dei rifiuti liquidi è, se possibile, peggiore e più devastante del traffico dei rifiuti solidi!
L’utilizzazione agronomica degli affluenti di allevamento, comunemente conosciuta come fertirrigazione, è una pratica che da anni genera equivoci interpretativi e forzature applicative tutte convergenti a ritenere una generalizzata deregulation della pratica in questione.
>Con la contestuale tendenza a renderla esente e zona franca dalle normative sull’inquinamento (sia da quella in materia di rifiuti che da quella in materia di scarichi). #9;
Dopo i vari filoni "classici" di smaltimento illegale e recupero fittizio che maschera gestioni illecite in materia dei rifiuti, anche il settore della fertirrigazione ha trovato - come era prevedibile ed inevitabile - facile apertura d’ingresso per coloro che tendono a smaltire stavolta rifiuti liquidi mascherandoli giuridicamente dietro il paravento (soltanto apparentemente) innocuo della utilizzazione agronomica degli affluenti di allevamenti.
Utilizzando il paravento formale della fertirrigazione, resa praticamente esente da ogni forma di controllo grazie a decennali tendenze alla deregulation applicativa, sotto uno strato di liquami zootecnici, che secondo alcuni può essere sostanzialmente gettato sui terreni in modo praticamente quasi libero, si nascondono in realtà quantitativi inverosimili e devastanti di rifiuti liquidi pericolosi di ogni tipo che finiscono anch’essi per essere "utilizzati agronomicamente" e cioè riversati su terreni di comodo che diventano gigantesche discariche abusive di liquami.

Discariche abusive che vengono disseminate lungo percorsi di centinaia di chilometri da una regione e, dunque, con un sistema ormai collaudato che consente di fatto di far scomparire liquami i quali, al contrario dei rifiuti solidi che comportano qualche difficoltà in più perché sono visibili e devono essere almeno sotterrati, i liquidi si assorbono da soli nel terreno e quindi l’azione è facile e priva di rischi.
Il sistema non è certo limitato giacché la fertirrigazione è una pratica che si presta in modo fin troppo chiaro a tali forme di illegalità occulta.
Non solo, ma anche quando non si raggiungono situazioni similari con l’invasione metastatica di forme criminali, e anche se non vi sono mischiati rifiuti chimici aziendali, si tratta sempre di una pratica ad elevatissimo impatto ambientale che veicola sulla crosta terrestre quantitativi inverosimili di liquami che in se stessi e per loro natura sono potenzialmente devastanti per l’ambiente se il loro spargimento non viene curato in modo parco, disciplinato e, soprattutto, controllato e controllabile.
Dunque, come per le terre da scavo soggette a esenzione normativa per legge dal regime dei rifiuti, si è verificato puntualmente quanto temuto (vedi caso Priolo) e cioè il fatto che insieme a quantitativi enormi di terre-non rifiuti si sono mischiati rifiuti pericolosissimi destinato a reinterri fraudolenti in zona franca dal regime di controllo del sistema del decreto n. 22/97, così anche l’utilizzazione agronomica degli affluenti da allevamento costituisce una pratica che non va sottovalutata sia in se stessa per il rilevante carico inquinante che apporta già per sua natura, sia perché è fonte di invasione da parte di attività a forte stampo delinquenziale che possono utilizzare tale pratica per riversare sui terreni anche liquami di ben peggiore natura.
Esiste comunque poi un problema capillare diffuso di una microillegalità connessa allo spargimento dei liquami sui terreni che, pur non essendo organizzata ed associata, pur essendo limitata a livello territoriale ed operata da singoli individui o aziende di fatto, rappresenta nella sua somma generale una rete capillare e fitta di piccoli episodi di riversamenti illegali che valutati nel loro insieme quotidiano, ripetitivo e sistematico, e soprattutto resi invisibili da coperture giuridiche interpretative, provocano un danno rilevantissimo sul territorio i cui effetti sono decuplicati da anni ed anni di pratica impunità elevata ormai a diritto acquisito. Ogni spargimento entra direttamente nei cicli degli ecosistemi naturali con un effetto domino sulle acque sotterranee e comunque sugli equilibri del sottosuolo che appare devastante e silente nello stesso tempo e che produce l’inquinamento irreversibile delle risorse potabili sotterranee. Un danno ambientale inenarrabile e dalle conseguenze catastrofiche che produrrà i suoi effetti in modo sistematico nei prossimi anni.
Va sottolineato che questi liquami sono assoggettati totalmente ed inevitabilmente alla disciplina sui rifiuti e sugli scarichi.
Tutto il ciclo di questo liquame è inserito in questa disciplina, dall’inizio alla fine.
Infatti se, come è uso comune e diffuso, il liquame proveniente dall’allevamento (insediamento industriale) viene riversato in una vasca a tenuta, avremo un rifiuto liquido di acque reflue disciplinato come deposito temporaneo entro il decreto n. 22/97 sui rifiuti. #9;
Tale deposito sarà inevitabilmente ed assolutamente soggetto al registro di carico e scarico.
Consegue che tutto questo prodotto deve essere trasportato via dopo che ha raggiunto in vasca i limiti quantitativo/temporali del deposito temporaneo tramite l’ordinario sistema di trasporto dei rifiuti. E’ assolutamente inevitabile che il trasporto avvenga sempre e comunque con il formulario di identificazione verso un sito dedicato e classificato come impianto trattamento rifiuti liquidi conto terzi ai sensi del decreto n. 22/97.
La disciplina della fertirrigazione che si inserisce in questo viaggio ha poi le sue regole e se queste non vengono rispettate il soggetto va incontro allo smaltimento illegale di rifiuti liquidi penalmente sanzionato in modo forte. #9;
Dunque il problema è vasto e grave.
Bravi gli investigatori che hanno individuato un filone di indagine importante e significativo.
E questo ci induce a sottolineare che controlli capillari e soprattutto approfonditi - su strada soprattutto - sono essenziali e vincenti per contrastare tutte le forme di illegalità emergenti nel campo del traffico dei rifiuti, ora anche e soprattutto liquidi.
Affinché il territorio non diventi, o non continui ad essere la spugna assorbente dei liquami tossici e devastanti riversati a flusso incontrollato da mani criminali che stanno corrompendo la crosta terrestre sulla quale viviamo (e le acque che beviamo). In ogni regione, perché nessuno può dirsi esente da tali forme di illegalità che certamente non sono "targate" ed esteriorizzate (e sono quindi silenti ed invisibili) ma che, seppure "non si vedono" (come qualcuno ingenuamente sostiene) esistono e sono in mezzo a tutti noi (e distruggono l’ambiente senza confini di danno).

*Magistrato
Membro ex Commissione
Ministeriale Ecomafia



di Maurizio Santoloci

da "Il Centauro" n. 79
Martedì, 05 Agosto 2003
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