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Articoli 02/09/2003

Pubblicità auto, attenti all’inganno

Il garante delle telecomunicazioni: il prezzo offerto deve comprendere tutte le spese

Pubblicità auto, attenti all’inganno

Il garante delle telecomunicazioni:
il prezzo offerto deve comprendere tutte le spese


di Ugo Terracciano (*)

Niente inganni per chi compra l’auto. Il prezzo offerto in pubblicità deve comprendere tutte le spese, evitando che l’acquirente possa essere gravato di altri oneri a sorpresa. Questo il parere dell’Autorità per la Garanzia delle telecomunicazioni, alto organismo creato a difesa degli utenti di giornali, radio e televisione nonché, data la vasta portata dei mass media, dei consumatori in generale.
L’asterisco in miniatura con tanto di precisazioni in minuscolo, scritte fitte fitte, possono ben salvare la forma, ma a garanzia della sostanza si devono poter leggere tutte le indicazioni di dettaglio per calcolare il prezzo finale. Altrimenti il messaggio pubblicitario è ingannevole e scattano le pesanti sanzioni del decreto legislativo n. 74/92 (modificato dal D.leg.vo 67/2000).
Attenzione alla pubblicità fotografica, poi, perché se è subliminale, se si nasconde tra le pieghe di un servizio di moda, o di costume, se da quell’auto scende il noto calciatore o il cantante di grido, sono guai seri per giornalista ed editore.A risvegliare l’interesse dell’Autorità per le comunicazioni sono ordinariamente le associazioni dei consumatori, ma sempre più spesso sugli inserti pubblicitari di quotidiani e rotocalchi si posa la lente di ingrandimento di qualche attento lettore che, ritagliato con le forbici il "pezzo" incriminato, prende carta e penna e spedisce il tutto con un bell’esposto alla Presidenza del Consiglio da cui l’organismo di controllo dipende. E’ successo così, per esempio per la pubblicità della Ford focus apparsa su una pagina di un quotidiano locale ferrarese (Del. 352/01/CONS del 12.9.2001).
Un attento lettore dopo essersi scervellato a far tornare i conti sul prezzo del prestigioso veicolo, messo in promozione pubblicitaria, si è accorto che la cifra finale non tornava: impossibile dunque capire il costo finale del veicolo su strada. Di qui il sospetto di pubblicità ingannevole poiché non risultavano evidenziate con esattezza le condizioni di vendita aggiuntive come ad esempio la tassa IPT, le spese di rottamazione di altra vettura e così via.
Ad esposto inoltrato, in automatico, scatta la procedura prevista dal decreto 74/92 che prevede, in linea con un consolidato principio di difesa, la partecipazione anche dell’agenzia pubblicitaria incolpata. Oggetto di indagine, nel caso di Ferrara, le versioni e gli allestimenti cui si riferivano i prezzi pubblicizzati; i prezzi effettivamente praticati alla clientela nei saloni per la Focus ed il numero di auto vendute, distinguendo sulla base della versione e dell’allestimento; eventuali condizioni di vendita per ottenere il prezzo pubblicizzato (esempio necessità di rottamare un altro veicolo). Non basta: sotto esame sono finiti pure i dettagli come le condizioni alle quali veniva incluso nel prezzo pubblicizzato anche il climatizzatore; la durata delle offerte propagandate e l’eventuale proroga nel tempo; la pianificazione generale della campagna dei messaggi promozionali in questione andando a ricercare tutti i quotidiani su cui la formula era stata pubblicata e quelli pronti per pubblicarla in futuro. Come si vede un’indagine in piena regola, dettagliata e pignola. Il tutto per concludere che effettivamente il lettore ferrarese aveva visto giusto. L’impostazione complessiva del messaggio, è questa la regola che se ne deduce, non deve lasciare intendere, in assenza di ulteriori specificazioni, che il prezzo indicato nell’offerta sia comprensivo di tutte le spese, quando poi in realtà l’utente rischia di essere gravato da altri costi (come la tassa IPT e il costo di rottamazione). Più complicato l’esame del caso "Smart Cabrio" sollevato da un consumatore infastidito dal servizio fotografico messo a corredo di un articolo sul periodico "Gioia" dove una famosa attrice, oggetto della servizio giornalistico, veniva immortalata mentre scendeva dal mini bolide targato Daimler Chrysler.
Sotto inchiesta in questo caso sono finiti il fior fiore di giornalisti e fotografi attinti dal terribile sospetto di avere occultamente promosso più che la bellissima attrice la graziosa automobilina.
Anche in questo caso l’indagine si è svolta a 360°, ma sul terreno più impervio ed accidentato della pubblicità occulta. La domanda di fondo, però, risultava semplicissima: quell’auto nella foto era funzionale al gusto ed alla personalità dell’avvenente attrice, oppure rispondeva a finalità squisitamente promozionali del veicolo medesimo. La Daimler Chrysler si è chiamata fuori con una lunga ed articolata memoria; la giornalista si è associata alle considerazioni espresse dalla potente casa automobilistica, il fotografo, da parte sua, ha escluso ogni maliziosa deviazione rispetto al proprio intento artistico di raffigurare l’attrice nel suo più naturale modo di essere.
D’altra parte l’auto era stata affittata in loco, non si trattava di un modello nuovo ma già lanciato da mesi a livello pubblicitario e, cosa più importante, era una piccola passione dell’attrice oggetto del servizio fotografico. Ed infine, su un set così piccolo cosa si poteva mettere di meglio che una minuscola Smart ?
Ne desumiamo un’altra regola: non rappresenta pubblicità occulta l’esposizione di un bene che si contestualizza con le finalità giornalistiche dell’articolo di stampa.
Parere assolutorio, quindi, questa volta dell’Autorità delle Comunicazioni (Del. 5/02/CONS del 9.1.2002) e la piccola Smart si è salvata.
Attenti alla pubblicità ingannevole ed alle sirene dei messaggi subliminali. L’auto è un pezzo di ferro, un mezzo di locomozione, uno strumento. Non cedete al fascino patinato delle quattro ruote più costose del mondo.
 

 

* Funzionario della Polizia di Stato
Comandante della Polizia Municipale di Forlì

 

 

 

Una bellissima auto d’epoca



di Ugo Terracciano

da "Il Centauro" n. 79
Martedì, 02 Settembre 2003
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