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Notizie brevi 17/05/2021

Bergamo, dopo la lite travolse due ragazzi fuori dalla discoteca. I giudici: «Fu omicidio volontario»

La Corte d’Appello di Brescia raddoppia la pena inflitta in primo grado: 11 e 4 mesi (più altri quattro mesi per guida in stato di ebbrezza) per Matteo Scapin. Ci fu un bisticcio tra i giovani e poi l’auto puntò la Vesta con Luca Carissimi e Matteo Ferrari, morti

La notte del 4 agosto 2019, fuori dalla discoteca Setai di Orio al Serio, la Mini si era fermata al semaforo rosso. La Vespa l’aveva raggiunta e il lunotto era andato in frantumi. Luca Carissimi e Matteo Ferrari, 21 e 18 anni, di Bergamo, una manciata di secondi dopo erano stesi sull’asfalto accanto alla loro moto. Luca è morto subito, l’amico cresciuto nello stesso quartiere, giusto a un paio di palazzi di distanza, il giorno dopo. Per il 35enne Matteo Scapin, che li travolse con l’auto appena danneggiata, ora la condanna è per duplice omicidio volontario. I giudici della Corte d’appello di Brescia hanno accolto l’ipotesi che il pm Raffaella Latorraca, con le indagini della polizia stradale, aveva sostenuto dal primo momento. La pena sale, dunque, a 11 anni e 4 mesi, più altri 4 mesi per la guida in stato di ebrezza.

È quasi il doppio rispetto ai 6 anni e 8 mesi stabiliti in primo grado dal giudice dell’udienza preliminare Massimiliano Magliacani, convinto che non ci fossero sufficienti elementi per non credere alla versione dell’imputato, cioè che si trattò di un incidente. Allora il pm chiese 18 anni, la Procura generale si è fermata a 16. «Fuori dal perimetro di Bergamo è omicidio volontario» osserva, sfinito, il padre di Matteo, Alessio Ferrari. Già in fase cautelare per le famiglie era stato un saliscendi dettato dalle diverse visioni dei giudici. Dopo tre giorni di carcere, il gip aveva riqualificato il reato in omicidio stradale e mandato Scapin ai domiciliari, misura a cui è tuttora sottoposto.

Il Riesame aveva invece dato ragione alla Procura, così la Cassazione, eccetto che per il carcere. Poi la sentenza del gup, il ritorno al colposo e l’impugnazione del pm e degli avvocati Dimitri Colombi e Francesca Longhi per le parti civili. In discoteca c’era stata una lite tra i due amici e Scapin, per la fidanzata di quest’ultimo. Si erano rivisti nel parcheggio, l’imputato si era allontanato, i due l’avevano inseguito e Matteo con il casco gli aveva spaccato il lunotto. Dai filmati il perito del Tribunale aveva notato un leggero scarto a destra, verso la moto, della Mini prima dell’impatto.

Anche per alcuni testimoni l’auto puntò la Vespa. «Soddisfazione non c’è — riprende Ferrari —. Matteo e Luca non torneranno e un terzo uomo si è rovinato la vita. Ma penso che i giudici abbiano fatto ciò che dovevano». Come ogni notte, anche nell’ultima Marco Carissimi, il papà di Luca, si è svegliato alle 4.20, l’ora in cui arrivò la notizia della tragedia: «È emersa la verità — dice —, questa sentenza ha messo in ordine le tessere del puzzle e ora guardiamo al futuro con un po’ più di fiducia». Silenzio dalla difesa di Scapin. Gli avvocati Andrea Pezzotta e Riccardo Tropea faranno ricorso in Cassazione. Sarà l’ultimo capitolo.

di Maddalena Berbenni
da corriere.it

Lunedì, 17 Maggio 2021
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