Conferenza
del traffico di Riva del Garda Gli infortuni della strada in dettaglio di Roberto Rocchi |
"La
mobilità delle cose tra ritardi strutturali e competitività
del sistema dei trasporti". E’ stato questo il tema portante della
59esima conferenza del traffico e della circolazione, organizzata dall’Automobil
Club d’Italia, che si è svolta come di consueto a Riva del Garda
ed ha visto la partecipazione di tutti i soggetti, istituzionali e non,
che nel nostro Paese si occupano di circolazione e di sicurezza stradale.
Il calendario degli eventi, ricco e di ottimo livello, si è concentrato
attorno ad una serie di dibattiti che hanno toccato i temi di più
stretta attualità nel settore dei trasporti: la mobilità
delle cose, il trasporto delle merci pericolose, la diversione modale,
i nuovi percorsi di educazione stradale, la prevenzione nel settore del
trasporto merci, il mobility manager e naturalmente il monitoraggio dell’incidentalità
stradale.
Basti
pensare che nel corso del 2001 gli incidenti stradali sono stati complessivamente
235.142, oltre 6.000 in più dell’anno precedente, pari ad un incremento
percentuale del 2,7 per cento. Anche il numero di vittime mortali è
salito a 6.682 (+ 0,5 per cento), mentre quello dei feriti ha raggiunto
quota 334.679, che rappresenta una percentuale superiore al 4 per cento.
Di nuovo si sono dimostrate le strade urbane quelle più pericolose
(sulle stesse si è verificato il 76 per cento dei sinistri stradali),
seguite dalle strade provinciali (17,7 per cento) e dalle autostrade (5,8
per cento).
La
coscienza comune (e le strategie politiche), pertanto, dovrebbero comprendere
in questo modo come occorra stimolare da subito l’adozione di efficaci
misure di protezione, che in primo luogo potrebbero concretizzarsi nella
realizzazione di infrastrutture e di servizi riservati all’utenza debole.
Non a caso, è il commento dell’Istat, il processo di invecchiamento
comporta spesso una riduzione delle capacità uditive, visive
e motorie, che rende così l’anziano più a rischio rispetto
agli altri utenti della strada.
Esaminando il dato assoluto degli incidenti con quello che riguarda tutte le ore del giorno, invece, è l’intervallo a cavallo tra le 17 e le 19 a registrare il maggior numero di sinistri stradali (oltre 18.000), mentre dalle ore 7 del mattino la percentuale cresce costantemente (naturalmente ciò è dovuto al maggior numero di vicoli in circolazione nelle ore diurne ed in particolare nelle ore in cui la maggior parte degli italiani si recano al lavoro). Per questo motivo, una più incisiva e convinta politica del trasporto collettivo, apparirebbe tanto auspicabile quanto dovuta. Considerando invece le principali festività dell’anno, eccezion fatta per le domeniche, è interessante notare come l’indice di mortalità sia pari al 4,7 per cento contro la media nazionale del 2,8 per cento; ciò dimostra la più elevata pericolosità degli incidenti che avvengono nei giorni di festa (Capodanno, Epifania, Pasqua, Ferragosto, ecc…). Un’ultima considerazione ci pare opportuno sottolinearla sulla qualità dei dati raccolti. Grazie ad un’intesa tra Aci ed Istat, è stato avviato un programma informativo di monitoraggio, con l’intento di attuare ogni possibile iniziativa volta al recupero sistematico delle informazioni ritenute mancanti o soggette ad errore. Tale programma, avviato lo scorso anno, ha avuto i primi risultati proprio in occasione della rilevazione degli incidenti stradali dell’anno 2001. In particolare, è stato rilevato come la più attenta raccolta delle informazioni abbia messo a fuoco alcune gravi lacune, che fino ad oggi comportavano una sottostima dei sinistri stradali di almeno il 10 per cento (dunque negli anni passati sono giunti dati imprecisi per difetto). Le città di Modena e Genova si sono rivelate maggiormente precise nell’invio delle informazioni (circa il 70 per cento dei records trasmessi erano privi di errore). A metà strada, con una percentuale del 50 per cento di records esatti, sono state le province di Trapani, Ravenna, Palermo, Biella, Cagliari, Catania e Bologna. Le città con la più alta percentuale di informazioni errate, invece, sono state Enna, Ragusa, Reggio Calabria ed Arezzo. In questo contesto, lo diciamo con profonda amarezza, la Polizia Stradale ne è uscita alquanto malconcia. Esaminando i dati inviati da ciascun organo di polizia, infatti, oltre il 50 per cento delle informazioni trasmesse dalle polizie municipali erano prive di errore. Fra i modelli inviati dalla Polizia Stradale, invece, circa il 29 per cento degli stessi è risultato afflitto da una media di due correzioni. Ma da informazioni assunte da Asaps sembra che questa elevata percentuale non sia dovuta agli estensori ma ai meccanismi del doppio passaggio dei dati raccolti prima al Ced di Settebagni poi, successivamente passati, all’ISTAT. Mentre le amministrazioni locali, seppure con qualche ritardo, trasmettono i dati direttamente all’ISTAT. |