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Articoli 05/09/2003

“L’abbraccio più sicuro non è il tuo, pensaci”

Lo slogan del MO.I.GE (Movimento Italiano Genitori)) per la sicurezza dei bimbi in auto

“L’abbraccio più sicuro non è il tuo, pensaci”

Lo slogan del MO.I.GE (Movimento Italiano Genitori)) per la sicurezza dei bimbi in auto

 

 

di Roberto Rocchi

 

L’abbraccio più sicuro non è il tuo, pensaci”, così recita uno spot di recente lanciato dal Movimento italiano genitori (MO.I.GE.) in collaborazione con medici pediatri, traumatologi della strada, neonatologi e Polizia Stradale. A ben pensarci lo slogan è riuscitissimo, se si considera che l’oggetto del contendere è il trasporto dei bambini sull’auto.

 

Quanti di noi, infatti, vedono quotidianamente  genitori che trasportano i figli sulle proprie gambe o li lasciano liberi di muoversi nei sedili posteriori dell’autovettura. Comportamenti rischiosi e di basso profilo prudenziale, che testimoniano la scarsa cura per i figli mista ad una lampante ignoranza delle principali norme della sicurezza stradale.

 

A confermarlo tristemente sono i dati infortunistici che riguardano questi piccoli utenti della strada: ogni anno in Italia, a causa della scarsa protezione in auto dei minori, muoiono più di 100 piccoli passeggeri, che diventano 1.400 in tutta Europa.

 

Secondo la Società italiana di traumatologia della strada, almeno 1.000 di queste piccole vittime si sarebbero salvate se correttamente allacciate ed altri 10 mila piccoli utenti non subirebbero alcuna lesione. Non è un caso se la Doxa, di recente, ha organizzato un sondaggio che ha coinvolto 2.000 soggetti patentati, ai quali è stata presentata una serie di domande proprio su questi temi.

 

Fra i risultati è emerso che nelle città, su 100 bambini fino ai 4 anni di età, ben 23 viaggiano completamente liberi senza fare uso di seggiolini o di cinture di sicurezza; la percentuale sale poi al 43 per cento se la fascia di età è portata agli 8 anni e addirittura al 48 per cento per i ragazzi fino a 14 anni. Analogamente, considerando il sondaggio fra coloro che risiedono fuori città, la percentuale di non utilizzatori dei sistemi di ritenuta è del 16 per cento per i bambini fino a 4 anni, del 33 per cento fino agli 8 anni e del 35 per cento fino a 14.

 

L’esperienza quotidiana e soprattutto quella che scaturisce fra gli operatori di Polizia Stradale, dice anche che resta alto il numero dei piccoli viaggiatori, trasportati sul sedile anteriore, fra le sole braccia dei genitori e seduti liberamente sulle gambe. Si tratta, naturalmente, di un comportamento pericolosissimo e che non tiene conto, ad esempio, di come un bambino che pesa soltanto 6 chilogrammi assume una massa di 150 chili se avviene un urto ad una velocità di 50 chilometri orari…!

 

Anche l’abbraccio più serrato ed affettuoso, dunque, diventa inutile quanto indice di poca benevolenza da parte di genitori consapevoli dei rischi che si corrono con tali comportamenti.

 

Ecco perché il MO.I.GE. ha avviato in grande stile una campagna di sensibilizzazione subito condivisa dalla Società italiana di traumatologia della strada e che dovrebbe essere appoggiata da tutti coloro che hanno a cuore la salute dei bambini.

 

A questo proposito è utile ricordare quelli che sono gli obblighi, previsti dal codice della strada, per il trasporto dei bambini fino a 12 anni di età e di statura inferiore ai 150 centimetri. Esistono seggiolini e sistemi di ritenuta suddivisi per classi.

 

Nella classe 0 rientrano tutti i bambini fino a 10 chilogrammi di peso e di età inferiore o uguale a 9 mesi. Nella classe 0+ rientrano i bambini fino a 13 kg e fino a 18 mesi. Nella classe 1 sono compresi i bambini da 9 a 18 chilogrammi  e di età non superiore a 4 anni. Nella classe 2, invece, il peso può raggiungere i 25 kg e l’età dai 3 ai 7 anni. Infine nella classe 3 (che comprende i cuscini adattatori per aumentare l’altezza del ragazzo), il peso va dai 22 ai 36 chilogrammi e fino all’età massima di 12 anni. Dopodiché scatta l’utilizzo delle normali cinture di sicurezza.

   


Bambino sospinto in avanti

   

Occorre poi anche sottolineare come il 40 per cento degli incidenti stradali che coinvolgono bambini avviene su tragitti inferiori ai 5 chilometri e questo la dice lunga sulle abitudini di molti conducenti-genitori che probabilmente ritengono che un percorso breve (ad esempio casa-scuola) sia poco pericoloso.

 

Fra le principali cause di infortunio dei bambini, inoltre, vi è l’errato uso dei dispositivi di sicurezza o l’utilizzo prematuro delle cinture per piccoli di età e altezza non confacente con l’ampiezza della stessa cintura di sicurezza.

 

In caso di incidente stradale, ci segnalano i verbali delle forze di polizia, il bambino non assicurato a un seggiolino o trattenuto dalle apposite cinture, viene talvolta catapultato in avanti col rischio di frantumare il parabrezza anteriore e di fuoriuscire dalla vettura.

 

Ricerche nel campo della sicurezza dei trasporti, hanno infine dimostrato come il corpo di un piccolo trasportato abbia maggiori probabilità di essere sbalzato in avanti in caso di sinistro, mentre l’utilizzo dei sistemi di ritenuta previsti dal codice stradale diminuisce questo rischio di almeno sette volte.

 

Cintura diagonale passa sotto il braccio

 


Seggiolino troppo lento

 

Cinture troppo lente

 


Cintura passa troppo vicino al collo

 

Foto tratte da "Info-Tec" - Ufficio Svizzero per la prevenzione degli infortuni



di Roberto Rocchi

Venerdì, 05 Settembre 2003
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