di Lorenzo Borselli*
L’ASAPS si avvicina al suo trentennale: tanti i risultati conseguiti, ma la coscienza dell’Italia, in materia di sicurezza stradale, è ancora lontana da quella dei suoi partner europei
(ASAPS) – “Ne usciremo migliori”, ci piaceva ripetere in pieno lockdown. A dire la verità, non tutti credevamo a quelle parole però, un po’, ci speravamo. Prendete la strada, ad esempio: durante il periodo di confinamento, lo Stato aveva predisposto checkpoint dappertutto, dai centri urbani alle autostrade, alle statali più remote. Oggi invece, a dirla come un noto cantante, se ti fai “da Piumazzo a Sant’Anna Pelago”, di nuovo non vedi più nessuno con la paletta in mano.
Perché? Non poteva essere che la quarantena, veramente, ci avrebbe cambiato?
Attenzione: mica parliamo di uno stato di polizia: semplicemente, ci chiediamo perché non si voglia presidiare un territorio che è colpito, duramente, nella sua mobilità stradale da un’altra forma di pandemica letalità: la violenza stradale...
da il centauro n. 132