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Notizie brevi 16/04/2020

Gaia e Camilla investite a Corso Francia, la superperizia: “Genovese non le poteva vedere”

Questi i risultati della superperizia sul tragico incidente di Corso Francia in cui sono morte le 16enni Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann: Pietro Genovese non poteva vedere le ragazze, ma se avesse rispettato i limiti di velocità, l’incidente non si sarebbe verificato e le ragazze sarebbero ancora vive.

Pietro Genovese non poteva vedere Camilla Von Freymann e Gaia Romagnoli, ma se la velocità della sua automobile fosse stata entro i limiti di legge, non le avrebbe investite e uccise. Questi i risultati, stando a quanto riportato da Messaggero e Corriere della Sera, della superperizia eseguita dal dottor Mario Scipione, nominato dal pm Roberto Felici proprio per far luce sul tragico incidente avvenuto lo scorso 21 dicembre su Corso Francia a Roma.

"Se avesse rispettato i limiti di velocità, Gaia e Camilla si sarebbero salvate"

Un'automobile bianca che precedeva quella di Genovese ha rischiato di investire le due ragazze, che stavano attraversando la strada fuori dalle strisce pedonali (o almeno così sostiene il perito). Subito dietro, come detto, c'era l'automobile di Genovese, partita con il semaforo verde. Il ragazzo ha superato l'altra macchina e non ha potuto vedere Gaia e Camilla: "È evidente che nelle fasi antecedenti due secondi dall'impatto, né Genovese né i pedoni potevano reciprocamente avvistarsi. Il Genovese era soggetto al verde veicolare per 52 secondi, al giallo per quattro secondi e al rosso per 34 secondi. I pedoni erano soggetti al verde pedonale per 26 secondi al giallo per quattro secondi e al rosso 60 secondi", si legge sulla perizia. L'impatto avviene, secondo il perito, "a circa 18 metri e 14 metri rispettivamente dall'inizio e dalla fine del passaggio pedonale posto nell'intersezione con via Flaminia". Le telecamere "riprendevano Genovese iniziare lo spostamento dalla corsia centrale verso quella di sinistra per superare un veicolo bianco rimasto ignoto che lo precedeva nella corsia centrale".

"In conclusione Genovese poteva scorgere la presenza dei pedoni solo dopo avere affiancato l'autovettura ignota e quindi la sua mancata reazione a fronte della situazione di pericolo è compatibile con l'avvistamento della Romagnoli e della von Fryedmann in un tempo nell'ordine di un intervallo psicotecnico in orario notturno che la letteratura scientifica quantifica in poco più di un secondo", scrive ancora il perito. Non poteva vedere le ragazze, ma la sua auto procedeva a una velocità di 90 chilometri all'ora e l'impatto non si sarebbe verificato se Genovese avesse rispettato i limiti e viaggiato a 50 chilometri orari. La sua vettura sarebbe arrivata sul luogo dell'impatto 1,5 secondi dopo e Gaia e Camilla si sarebbero salvate.

L'avvocato Bongiorno: "Dimostreremo che Gaia e Camilla attraversavano sulle strisce"

L'avvocato Giulia Bongiorno, legale della famiglia Von Freymann, è convinta che le due ragazze stessero attraversando sulle strisce pedonali e ha dichiarato ai microfoni di Fanpage.it: "Stiamo lavorando alla nostra bozza di consulenza che documenta come le ragazze nell'attraversare la strada hanno tenuto una condotta corretta e che erano sulle strisce pedonali". Secondo la maxiperizia, come detto, Gaia e Camilla avrebbero attraversato corso Francia qualche metro dopo le strisce di attraversamento pedonale in corrispondenza del semaforo.

da fanpage.it


Dice il perito: “Non poteva vedere le ragazze, ma la sua auto procedeva a una velocità di 90 chilometri all'ora e l'impatto non si sarebbe verificato se Genovese avesse rispettato i limiti e viaggiato a 50 chilometri orari. La sua vettura sarebbe arrivata sul luogo dell'impatto 1,5 secondi dopo e Gaia e Camilla si sarebbero salvate.” E magari conta qualcosa anche lo stato di ebbrezza. (ASAPS)

Giovedì, 16 Aprile 2020
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