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di Lorenzo Savastano*
LOTTA AL RICICLAGGIO: LA “TELA DI PENELOPE”
DELLA BLACK LIST EUROPEA

L’adozione di una black list da parte dell’Unione Europea contenente gli Stati terzi le cui legislazioni anti-riciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo appaiono carenti rispetto ai parametri della V Direttiva, pare essere un percorso sempre più in salita, anche a causa delle forti resistenze di importanti potenze economiche, le quali verrebbero gravemente penalizzate dall’inclusione. L’Italia, tuttavia, ha già mostrato sensibilità al fenomeno, adeguando – in anticipo rispetto a Bruxelles – i propri standard interni alle minacce provenienti da Paesi ad elevato rischio riciclaggio

1. La V Direttiva europea anti-riciclaggio
La IV Direttiva UE(1) anti-riciclaggio, al fine di rafforzare il sistema europeo anti-money laundering – coutering terrorism financig (AML-CTF), impone l’emanazione di una lista di Stati terzi ad “alto rischio”, in quanto affetti da carenze strategiche nelle loro legislazioni nazionali AML-CTF.
La prima lista di questo genere è stata emanata nel 2016 ed aggiornata regolarmente. Tuttavia, l’adozione della V Direttiva UE anti-riciclaggio(2), che ha ampliato i criteri di valutazione della compliance AML-CTF di giurisdizioni di Stati terzi, ha fatto sorgere l’esigenza dell’elaborazione di una nuova lista coerente con i nuovi – e più stringenti – parametri...

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da il Centauro n. 226


Da il Centauro n.226 (ASAPS)

 

Lunedì, 24 Febbraio 2020
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