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Notizie brevi 20/05/2019

Treviglio, Gabriele Raffa ucciso da un’auto, il suo messaggio vocale: «Sono sul tratto di strada più brutto» |L’audio|Il video

Il messaggio di Gabriele Raffa agli amici nel tardo pomeriggio del 5 maggio dimostra quanto fosse consapevole della pericolosità della strada, dove non esistono illuminazione e pista ciclabile: ma è l’unica via tra Casirate e Treviglio
La bicicletta di Gabriele Raffa, la sera del 5 maggio

Gabriele Raffa sapeva che quella strada era pericolosa. Lo sapeva talmente bene che pochi istanti prima di essere travolto nell’incidente che gli è costato la vita ha spedito un messaggio vocale preoccupato agli amici, che ora lo ascoltano come ultima testimonianza di un ragazzo morto a soli 15 anni.

La strada è via Lodi, il tratto di statale da Casirate a Treviglio. Il punto più pericoloso per i ciclisti è quello in cui devono lasciare il vecchio tracciato per immettersi in mezzo al traffico e attraversando la nuova strada con una visibilità scarsissima e le auto che sfrecciano, e poi viaggiare sul ciglio della carreggiata senza alcuna protezione.

>Treviglio, ecco il tratto di strada pericoloso in cui è morto Gabriele

Il cuore di Gabriele Raffa ha smesso di battere ed è ripartito solo dopo 20 minuti di massaggio cardiaco. Trasportato in elicottero all’ospedale Niguarda ha lottato per giorni tra la vita e la morte. Giovedì 9 la donazione degli organi e il decesso. Due giorni dopo, al funerale, la chiesa di San Pietro non è riuscita a contenere le tante persone che gli hanno dato l’ultimo saluto. C’erano i compagni del liceo Don Milani di Romano, c’erano i ragazzi della Pallanuoto Treviglio in cui Gabriele aveva militato, c’erano gli amici dell’oratorio.

>Falciato a 15 anni da un’auto
Il vocale: spero non mi investano

Proprio tra i suoi coetanei nei giorni seguenti ha iniziato a rimbalzare di cellulare in cellulare la voce di Gabriele. Era l’ultimo messaggio vocale che l’amico aveva spedito via WhatsApp, poco prima di arrivare all’incrocio di via Lodi, agli amici che lo stavano aspettando a Treviglio.

Poche parole, con il tono spavaldo e un po’ scanzonato dei suoi anni, dietro il quale si sente il tentativo di esorcizzare la paura. «Adesso sto tornando da Casirate — si sente —. Sono nel tratto più brutto, devo passare in mezzo alla strada, sperando che non mi mettano sotto perché se no... addio vita». Parole che ora mettono i brividi.

Già un anno fa i residenti di via Lodi avevano lanciato un appello al sindaco Juri Imeri e avevano incontrato l’assessore ai Lavori pubblici Basilio Mangano sollecitando una messa in sicurezza. L’incrocio e la strada sono di pertinenza della Provincia ma al Comune tocca l’illuminazione, che non c’è. Nel piano delle opere è prevista la realizzazione di una pista ciclabile che, in programma dal 2015, è slittata di anno in anno: nel 2019 è stata spostata ancora e adesso è fissata al 2020.

La Provincia, per voce del consigliere delegato Mauro Bonomelli, sostiene di non avere avuto segnalazioni dal Comune di Treviglio sulla messa in sicurezza. «È un discorso tecnico e non ha riguardato gli organi politici: a volte sono contatti anche solo telefonici che non finiscono al protocollo — ribatte Mangano —. La pista ciclabile fa parte del programma di mandato ed è nel piano delle opere, tanto che c’è uno studio di fattibilità». L’assessore esclude accelerazioni: «L’incidente è un caso che esula e non entro nella dinamica. Di sicuro non facciamo le opere su sollecitazione ma andremo avanti con il programma».

da corriere.it


 

La triste  testimonianza del ragazzo che aveva coscienza netta di quanto fosse rischiosa quella strada. Angosciante l’audio del ragazzo. “Poche parole, con il tono spavaldo e un po’ scanzonato dei suoi anni, dietro il quale si sente il tentativo di esorcizzare la paura. «Adesso sto tornando da Casirate — si sente —. Sono nel tratto più brutto, devo passare in mezzo alla strada, sperando che non mi mettano sotto perché se no... addio vita». Parole che ora mettono i brividi.”

Lunedì, 20 Maggio 2019
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