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Articoli 12/04/2019

Unione Europea, la sicurezza stradale non progredisce
Nel 2018 solo l’1% in meno di vittime rispetto al 2017: in Italia 50 morti per milione di abitanti, in Inghilterra solo 28.
La questione delle priorità

Foto da today.it

(ASAPS) BRUXELLES, 12 aprile 2019 – La violenza stradale non recede granché in Europa, e la colpa è anche di stati come l’Italia, in cui si è perso il senso delle priorità. Perché? Proviamo a spiegarvelo: in Europa, secondo i dati della Commissione, diffusi qualche giorno fa, il numero di vittime nel 2018 è di “circa” 25.100, appena l’uno per cento in meno rispetto al 2017, mentre i feriti gravi superano 135.000: in pratica 5 feriti gravi ogni morto. Si tratta di dati non ancora definitivi, anche per colpa dell’Italia, che trasmette i propri numeri con ritardo, puntualmente incompleti (ad esempio privi dell’incidenza di alcol e droghe), di “circa” un anno. Siamo polemici? Certamente.
In Italia abbiamo saputo solo a luglio 2018 cos’è successo nel 2017: 3.378 morti, 95 in più rispetto alla precedente rilevazione (+2,9%), e 246.750 feriti complessivi: eppure, gli etilometri restano stoccati nei centri di revisione periodica, i precursori scarseggiano, i controlli antidroga restano minimali e il numero delle pattuglie della Polizia Stradale sulla rete ordinaria continua a diminuire, dovendo adempiere ai crescenti obblighi previsti nei contratti con le società autostradali, nonostante gli organici siano sempre più ridotti e gli effettivi siano sempre più anziani.
Parlavamo di priorità, no? ebbene: nei giorni scorsi, per un derby di pallacanestro in una città di provincia, dove i tifosi convenuti erano circa 300, la questura ha previsto 115 operatori oltre a 8 tra funzionari della Polizia di Stato e ufficiali dei Carabinieri. Nella stessa giornata, nella stessa città, una persona in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacenti investiva e uccideva una ragazza. Dunque, a proposito delle priorità, riteniamo di aver già risposto.
Per colpa anche di Stati come il nostro, dunque, l’UE non riesce a fare meglio, ed oggi nelle 28 nazioni che compongono l’Unione si contano 49 vittime della strada ogni milione di abitanti, con differenze che lasciano stupiti e che dimostrano quanta differenza possa fare l’avere la sicurezza stradale in testa alle priorità delle agende governative, siano esse centrali o locali: nel Regno Unito ci sono 28 morti ogni milione, in Danimarca 30, in Irlanda 31 e in Svezia 32. In coda troviamo la Romania, con 96 vittime per milione di abitanti, preceduta dalla Bulgaria (88), dalla Lettonia (78), dalla Croazia (77) e dalla Polonia (76). L’Italia, che ha però contribuito allo studio con i dati del 2017 e con una previsione per il 2018, è contraddistinta da una mortalità di 50 persone per milione di abitanti. Chi vuole approfondire, può farlo cliccando qui. L.B. (ASAPS)
 


A proposito di priorità e controlli stradali: ebbene nei giorni scorsi, per un derby di pallacanestro in una città di provincia, dove i tifosi convenuti erano circa 300, la questura ha previsto 115 operatori oltre a 8 tra funzionari della Polizia di Stato e ufficiali dei Carabinieri. Nella stessa giornata, nella stessa città, una persona in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacenti investiva e uccideva una ragazza. Dunque, a proposito delle priorità, riteniamo di aver già risposto. (ASAPS)

 

Venerdì, 12 Aprile 2019
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