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Giro di vite svizzero sulle frodi sull'adblue: 7.400 euro di multa e divieto di circolazione totale
da uominietrasporti.it

In Svizzera piacciono i treni più dei camion. Ma soprattutto non vengono tollerati i camion che fanno i furbetti. Prova ne sia che ormai da dieci anni è stato creato un reparto di polizia specializzato proprio nel contrasto agli abusi nel trasporto pesante di merci, chiamato Schwerverkehrs Kompetenzzentrums (letteralmente Centro di competenza per controlli sul trasporto pesante). E proprio una delle pattuglie di questo Centro due giorni fa ha fermato lungo la autostrada A9, vicino a Martigny, un camion con targa bulgara e condotto da un macedone. E dopo una verifica generale sul veicolo, prima è venuta fuori una violazione del regolamento sui tempi di guida e di riposo, con il tachigrafo segnava nell’arco della giornata una guida di 14 ore e 48 minuti.

La verifica più complicata, condotta all'interno di una speciale officina, è stata effettuata però sull’impianto del veicolo in cui avviene il post trattamento dei gas di scarico per ripulirli, tramite una “doccia” di Adblue, di emissioni inquinanti.

Gli agenti hanno trovato un dispositivo collegato al circuito elettrico che di fatto disattivava la centralina che governa l’iniezione di Adblue e quindi di fatto ne risparmiava il consumo, facendo però tornare a un livello Euro 0, un veicolo Euro 6. Peraltro, fonti interne al Centro di polizia riferiscono che, nell’ultimo anno, sono stati circa un centinaio le frodi scoperte sui sistemi di controllo dell’Adblue. Ma aggiungono pure – e questo è l’aspetto più interessante – che ultimamente le frodi non passano più attraverso gli emulatori (acquistabili su internet o anche in alcune aree di servizio con qualche decina di euro), ma avvengono direttamente sul software della centralina e quindi per certi versi sono ancora più complicate da individuare. 

Fatto sta che gli agenti del Centro, scoperta la frode, hanno usato il pugno di ferro. L’azienda di autotrasporto è stata multata con una sanzione di 8.370 franchi svizzeri, l’equivalente di 7.385 euro. Inoltre, il veicolo è stato posto sotto sequestro fino a quando non verrà riportato alla sua dotazione originale, rimuovendo gli impianti utilizzati per la frode. In più, l’amministrazione doganale provvederà a riconteggiare la tassa sui veicoli pesanti, in quanto quella versata dal veicolo bulgaro era parametrato alla classe euro scritta sul libretto e non su quella reale in termini di emissioni. Da ultimo è stato inviato alla stessa azienda un paricolare foglio di via: un provvedimento amministrativo che impedisce ai veicoli del suo parco veicolare di circolare sulle strade svizzere.

da uominietrasporti.it

Mercoledì, 13 Marzo 2019
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