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Notizie brevi 24/09/2004

dal “Corriere della Sera” del 23 settembre 2004 Motorini: il rebus della targa e il silenzio del ministero

dal  “Corriere della Sera” del 23 settembre 2004
Motorini: il rebus della targa e il silenzio del ministero

«Lo sappiamo, siamo in attesa anche noi». Solo questo vorrebbe dire, senza aggiungere altro, il funzionario del servizio di polizia stradale del ministero degli Interni. Ma siccome pare poco, prosegue: «Sappiamo che non è ancora stata attuata la nuova norma sulle targhe dei motorini, entrata in vigore dal primo luglio, ma non possiamo dire altro. Bisogna aspettare che il ministero delle Infrastrutture emani le direttive, sperando che lo faccia al più presto». Sotto il linguaggio della burocrazia la voce tradisce qualche perplessità. «Siamo consapevoli che in caso di assenza della legge possono verificarsi problemi, ma non possiamo sostituirci a chi ha il compito di far emanare le direttive» precisa il funzionario. Lui si occupa di sicurezza non di trasporti. La questione riguarda sei milioni e mezzo di persone, tutti quelli che possiedono uno scooter, oggi, in Italia (a Roma sono circa 700 mila). Secondo una modifica al codice della strada (art. 97), dal primo luglio i ciclomotori devono venire registrati alla pari degli altri veicoli. Avere una targa vera e propria (più grande, come le moto), un numero di immatricolazione rilasciato dalla Motorizzazione e il «certificato di circolazione» con le caratteristiche del veicolo.

Quest’ultima è una novità importante per quei sei milioni e mezzo di persone, per la maggior parte ragazzi. Il certificato di circolazione, infatti, dovrà anche specificare se il veicolo è abilitato o meno al trasporto di due persone. Targa, immatricolazione e certificato avrebbero dovuto entrare in vigore assieme al patentino - l’altra innovazione al codice della strada - dal primo luglio. Per rendere operativa la norma serve soltanto un decreto attuativo, ma da allora nessuna disposizione è stata emanata, né richiesta alcuna proroga.

«Ci domandiamo il perché di questa disparità - dice Giordano Biserni, presidente dell’Asaps (associazione amici della polizia stradale) - perché il patentino sì e le targhe no? In generale, comunque, ci sembra che le nuove norme siano ben lontane dall’essere state completate e la sicurezza è ancora tutta da raggiungere».

Tutto era pronto, lo dicono anche i concessionari: «Noi - spiega Valentino Nardi, uno di questi- avevamo già ordinato gli accessori per montare la nuova targa, più grande. I fornitori erano pronti a consegnarceli. Poi, all’improvviso, non si è saputo più niente».

Un pezzo del decreto pare svanito nel nulla.

La nuova, incompiuta, norma del codice della strada, aveva anche altre finalità, come quella di dare origine a una banca dati con il numero dei motorini in circolazione. Ma non sono i numeri a preoccupare la polizia stradale, ora che la nuova legge è entrata in vigore senza che nessuno possa farla vivere. «I ciclomotori sono una fetta importante del traffico, e quella da cui derivano più sinistri- ricorda ancora Biserni- gli agenti della stradale sono seriamente in difficoltà a questo punto».

Dice Ernesto Forino, vice presidente dell’Asaps: «Il vero problema di questo vuoto legislativo è la sicurezza. Che cosa devono fare gli agenti della polizia stradale con la vecchia legge decaduta ma senza disposizioni per la nuova? Devono multare chi circola con la vecchia targa? E chi riceve la multa, in queste condizioni, non ha diritto a fare ricorso?».

A questo e al resto, finora, il ministero dei Trasporti e delle infrastrutture non ha dato risposta.
 

Ilaria Sacchetto

Venerdì, 24 Settembre 2004
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