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Notizie brevi 30/01/2019

Sara Scimmi uccisa a 19 anni da un Tir in Toscana: per il pm «era in posizione anomala»

Qualcuno l'aveva aggredita, abbandonandola poi su quella strada maledetta? Lì, Sara Scimmi, 19 anni, era stata investita e uccisa da un camionista che invece di fermarsi era fuggito. Ma le ipotesi sulle quali fino a oggi hanno lavorato gli investigatori, si sono concluse con un nulla di fatto: la procura di Firenze ha chiesto al gip l'archiviazione delle indagini per omicidio volontario relative alla morte della ragazza il 9 settembre 2018 a Castelfiorentino (Firenze).

OMICIDIO STRADALE
Il fascicolo era stato aperto dopo un altro relativo all'incidente stradale per fare luce sulla possibilità ulteriore che qualcuno avesse potuto portare la giovane sul luogo dell'investimento, magari dopo averla aggredita.  Ma nessuno degli accertamenti investigativi avrebbe dato sostegno a questa ipotesi. Invece sull'incidente stradale la procura ha chiuso le indagini sul conducente di un tir, 49enne residente nel Pisano, accusato di aver travolto la ragazza. Al camionista sono contestati omicidio stradale colposo e fuga a seguito di omicidio stradale. L'uomo andava oltre il limite di velocità e si sarebbe accorto troppo tardi - a distanza di 30 metri - della ragazza. Dopo un tentativo di frenata di circa quattro secondi, l'avrebbe travolta ma poi - anziché fermarsi - proseguì la corsa.

NON VI FU ALCUN ATTO VOLONTARIO
Gli accertamenti che hanno portato alla richiesta di archiviazione delle indagini per omicidio volontario hanno riguardato l'esame dei filmati girati dalle telecamere di una stazione di servizio ad alcune centinaia di metri dal luogo dell'incidente, più le testimonianze di alcuni giovani che si trovavano dentro e fuori la discoteca dalla quale la 19enne si era allontanata poco prima di essere investita, e i risultati dell'autopsia. Le telecamere, secondo gli inquirenti, non avrebbero ripreso il passaggio di Sara Scimmi perché la polizia giudiziaria avrebbe estrapolato solo i 15 minuti precedenti all'incidente, quando la giovane era già passata.

LA RICOSTRUZIONE
Almeno una testimone invece avrebbe raccontato di averla vista camminare in mezzo alla carreggiata, e di essere stata costretta a sterzare con la sua auto per non investirla. Per la ricostruzione degli investigatori, Sara sarebbe uscita dalla discoteca e si sarebbe incamminata da sola verso casa, procedendo lungo la carreggiata. Intorno alle 3.24 del mattino, dopo circa sette minuti di camminata, si sarebbe accasciata a terra poiché in stato di ubriachezza - accertato dai test medici -, e sarebbe stata investita dal Tir.

MA C'E' UN GIALLO
In base all'autopsia, tutte le ferite presenti sul corpo della giovane sarebbero compatibili con l'investimento da parte del mezzo pesante. Le indagini non avrebbero chiarito invece il destino di un orologio e di un anello, indossati dalla 19enne nelle foto scattatele in discoteca ma mai trovati sul luogo dell'incidente né nelle vicinanze. Non solo. Per il pm quando Sara fu investita era in una posizione anomala, cioè era distesa sulla carreggiata.

L'INTERROGATIVO
Resta aperto, spiega la procura nella richiesta di archiviazione del fascicolo per omicidio volontario, «l'interrogativo circa le modalità con cui Sara ebbe a trovarsi in quella anomala posizione». Secondo il referto dell'autopsia, al momento della morte la giovane aveva nel sangue un tasso alcolemico di 1,74 grammi per litro, «concentrazione - si legge nella consulenza medico legale - in grado di determinare importanti alterazioni dello stato psico-fisico in termini di reattività, risposta agli stimoli e coordinazione». 

LA RABBIA DELLA SORELLA
«Vergogna», «gli assassini sono al pub e gli incompetenti negli uffici». Anche così si sfoga su Fb Giulia Scimmi dopo aver appreso della decisione della procura di Firenze di chiedere l'archiviazione dell'inchiesta per omicidio volontario sulla morte della sorella Sara, trovata deceduta dopo esser stata investita la notte del 9 settembre 2017 a Castelfiorentino (Firenze).

IL SOSPETTO
La sorella è convinta che Sara sia stata uccisa volontariamente e in vari post accusa gli inquirenti di non aver fatto abbastanza per individuare un'auto, a suo dire sospetta, che si allontana e di non aver effettuato accertamenti su tracce di Dna maschili trovate sotto le unghie di Sara.

E chiede perché tali tracce genetiche non siano state comparate con due profili. «Dopo un anno non avevano chiesto le celle telefoniche e glielo abbiamo dovuto dire noi», scrive. Criticato il pm «per averci trattati da criminali», «non ci ha neanche voluto incontrare chissà perché». E rivolta alla sorella: «Ti hanno ammazzata, diffamata, uccisa ancora, sei morta con il terrore negli occhi».

da ilmessaggero.it

Mercoledì, 30 Gennaio 2019
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