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Notizie brevi 30/11/2018

Come e perché decarbonizzare i trasporti europei entro il 2050
da sicurstrada.it

Impiegare idrogeno ed elettrocarburanti solo in assenza di alternative, puntare tutto da subito su energie rinnovabili e infrastrutture, con un approccio olistico alla decarbonizzazione: il monito contenuto nella ricerca della European Federation for Transport and Environment

I trasporti sono una delle questioni climatiche più delicate a livello mondiale. In Europa è il primo settore per emissioni di gas serra, a cui va imputato il 27% delle emissioni totali.

L’inquinamento provocato dai trasporti sta causando malattie e morti premature di centinaia di migliaia di europei e la stessa Europa spende oltre 200 miliardi l’anno nelle importazioni di petrolio per alimentare i suoi sistemi di mobilità. Spostare le voci di spesa dall’importazione di petrolio agli investimenti in tecnologia e in forme di mobilità più sostenibile, non solo contribuirebbe a contenere e ridurre l’inquinamento dei trasporti e le emissioni di diossido di carbonio, ma porterebbe grandi vantaggi economici.

Parte da questa importante premessa il rapporto How to decarbonise European transport by 2050 (scaricabile sotto in pdf), appena pubblicato da Transport & Environment (abbreviazione di European Federation for Transport and Environment). La Federazione è un punto di riferimento in Europa per le organizzazioni non governative che operano nel settore dei trasporti e dell’ambiente e uno dei principali promotori della mobilità sostenibile.

Il report raccoglie alcuni studi che dimostrano – dati alla mano – come i trasporti possono e anzi devono essere decarbonizzati entro il 2050 ed evidenzia quali conseguenze positive questo processo porterebbe per gli oltre 500 milioni di cittadini. Negli ultimi anni, si evidenzia nel rapporto, molte città europee stanno avviando politiche – spesso molto ambiziose e coraggiose – di contenimento della domanda verso forme di mobilità classiche e inquinanti, a favore di modalità di trasporto più sostenibili. Tuttavia, la contrazione della domanda può solo ridurre le emissioni. Se si vuole raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione totale, tutte le modalità di trasporto, dalle auto agli aeroplani, dovranno impiegare fonti di energia a emissioni zero.

Lo studio sostiene che l’unica forma di energia a emissioni zero in grado di alimentare i trasporti senza impatto – e soprattutto su larga scala – sia l’elettricità. Decarbonizzare l’intera economia europea dovrà quindi richiedere l’adozione di un approccio olistico, ma allo stesso tempo graduale per tutti i settori e seguendo percorsi diversi, così come saranno diverse le implicazioni che si otterranno nel sistema energetico globale.

A meno che non venga trovato in fretta il modo di aumentare esponenzialmente la possibilità di avere a basso costo grandi quantità di energia a zero emissioni, questo rimarrà uno dei principali problemi da risolvere per soddisfare il fabbisogno di energia pulita. Questo significa che sarà importante adottare azioni verso la decarbonizzazione focalizzate su percorsi il più efficienti possibile. In quest’ottica – si afferma nel report – data la bassa efficienza di idrogeno ed elettrocarburanti, questi dovrebbero essere usati solo quando non esiste nessuna alternativa possibile. Saranno necessari piuttosto investimenti molto ingenti nel settore delle energie rinnovabili, ma anche nelle infrastrutture per il trasporto dell’energia.

Gli studi e i modelli presenti nel report hanno evidenziato anche che se si vuole raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nel 2050, questo processo deve iniziare immediatamente. Procedere come si ipotizza adesso, con lenti progressi fino al 2030 e step molto rapidi dopo il 2030, rende il raggiungimento del risultato molto più difficile e la quantità di carbonio emessa nel frattempo potrebbe contribuire a superare la fatidica soglia di aumento di 1,5° della temperatura terrestre, portandoci a sfiorare i 2°, con i possibili scenari catastrofici che molti studiosi stanno delineando da tempo.

A proposito dei trasporti su terra, nello studio emerge che per raggiungere la decarbonizzazione totale nel 2050, l’ultima auto con motore a combustione interna dovrebbe essere venduta non più tardi del 2035. Tasse sui carburanti più alte e investimenti nelle infrastrutture stradali, accompagnate dallo sviluppo del car sharing e il passaggio dalla mobilità motorizzata all’incentivazione di altre forme di trasporto, potrebbero portare alla riduzione del numero di veicoli in circolazione, con evidenti benefici in termini di vivibilità delle città.

Nel 2050 – auspica la Transport & Environment – dovrebbe essere vietata la circolazione sulle strade tutte le macchine con motore a combustione.

Analizzando i trasporti aerei, il report afferma che rinunciando all’uso del carburante fossile nel settore dell’aviazione, passando ai combustibili sintetici e ai biocarburanti avanzati, l’impatto dei voli sul clima potrebbe essere ridotto drasticamente. Oggi, infatti, è già possibile produrre elettrocarburanti a emissioni zero e biocarburanti sostenibili e impiegarli immediatamente utilizzando le infrastrutture esistenti. Gli elettrocarburanti sono prodotti combinando idrogeno con anidride carbonica, ma per farlo in modo sostenibile l’idrogeno deve essere prodotto utilizzando l’elettricità rinnovabile e la CO2 catturata direttamente dall’aria.

Per quanto riguarda la decarbonizzazione del settore navale, le navi alimentate a batteria sono la soluzione più efficiente, immediata e sostenibile per i viaggi a corto raggio all’interno dell’UE. Mentre, i viaggi più lunghi necessitano di idrogeno liquido e ammoniaca liquida prodotta con elettricità a emissioni zero. I trasporti marittimi e aerei sono settori dove è alta la richiesta di carburanti a idrogeno e sintetici. Se tutte le modalità di trasporto fossero decarbonizzate usando carburanti sintetici, la sfida alla decarbonizzazione sarebbe persa in partenza per la grande quantità di energia pulita necessaria.

In conclusione – sostiene il report – decarbonizzare i trasporti è possibile, ma occorre muoversi in fretta attuando nuove politiche, leggi e regolamenti, in molti casi a livello europeo. Quanto più queste misure saranno ritardate, tanto più sarà difficile ottenere il risultato.

 Scarica il rapporto completo

 

da sicurstrada.it

Venerdì, 30 Novembre 2018
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