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Notizie brevi 26/10/2018

Patente moto, cambia la prova pratica con equilibrio e ostacolo ad alta velocità

Le autoscuole temono ritardi negli esami a causa della carenza di aree di test

Cambiano le regole per entrare in possesso della patente di guida di tipo A, A1 e A2, che consente di mettersi “al manubrio” di una moto. Come si evince dal decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in vigore dal 27 ottobre, il numero delle prove pratiche passeranno da sei a tre, come già avviene per le patenti di grado superiore, e saranno più impegnative. Il cambiamento dell’esame deriva dall’adeguamento a una direttiva Europea del 2013.

Le tre prove pratiche serviranno a dimostrare le proprie capacità di rimanere in equilibrio a bassa velocità e di schivare un ostacolo (a 50 km/h); la terza prova, che non cambia,è di guida nel traffico aperto, e serve a comprovare di saper interpretare al meglio la segnaletica stradale. 

Nella prima prova, riferisce l’Unione nazionale delle autoscuole (Unasca), il candidato deve effettuare uno slalom e, subito dopo, un passaggio in un corridoio stretto, impiegando non più di 15 secondi di tempo. “È possibile ovviamente impiegare più tempo – spiega il segretario dell’Unasca, Emilio Patella – ma già 15 secondi sono una buona sfida per riuscire a rimanere in sella”. 

Il secondo esercizio, invece, consiste in uno slalom a cui fa seguito la prova più difficile: evitare un ostacolo, che simula un pedone che attraversa sbadatamente la strada o un’auto che invade la corsia occupata dal motociclista all’improvviso, con successiva frenata e arresto completo del veicolo. Il tempo massimo di svolgimento della prova non deve essere superiore a 25 secondi.

Da sottolineare che il test deve essere portato a termine marciando a una velocità non inferiore a 50 km/h e non più 30, come avveniva in passato. Un adeguamento imposto da una direttiva comunitaria del 2013. “Questo esercizio, se da un lato è molto più difficile, dall’altro garantisce molto di più la sicurezza perché per superarlo occorre avere molta padronanza del mezzo”, spiega Michele Moretti dell’Associazione nazionale ciclo motociclo e accessori (Ancma). 

Tuttavia, secondo Emilio Patella, molte autoscuole e motorizzazioni civili non sono attrezzate per poter ospitare le prove: “Occorrono aree lunghe 90-100 metri per 30 di larghezza, e non tutti le hanno. Il rischio è di un forte rallentamento delle prove d’esame”. 

Dello stesso avviso Moretti, secondo cui l’inadeguatezza di molte strutture potrebbe creare un collo di bottiglia nello svolgimento degli esami con, addirittura, possibili ripercussioni anche sulla vendita dei motoveicoli: “Auspico che, ora che il decreto entra in vigore, finalmente le strutture pubbliche e private si dotino degli spazi sufficienti per poter svolgere questi test. In questa direzione abbiamo sollecitato i comuni a rendere disponibili queste aree”.

di Omar Abu Eideh
da lastampa.it

Venerdì, 26 Ottobre 2018
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