Le motivazioni? L’auto era in sosta e non in movimento quando gli agenti della Polizia stradale hanno accertato l’irregolarità. Inoltre, la multa non è stata contestata direttamente, ma inviata a casa. E qui sorgono nuovi dubbi. Infatti, stando alla giurisprudenza in materia di codice della strada, pare proprio che il fatto che un’auto sia in sosta al momento dell’accertamento non sia un motivo valido per annullare la contravvenzione. Una vettura in sosta in un’area pubblica, infatti, è considerata esattamente come una in circolazione. E anche per quanto riguarda la contestazione, è sì vero che diversi comandi di Polizia locale e stradale abbiano la consuetudine di convocare il proprietario dell’auto nei casi in cui la mancata revisione non sia stata contestata immediatamente, ma è anche vero che non pare illegittimo il comportamento della Stradale di Sondrio, che ha inviato al domicilio della signora il verbale. Insomma, c’è chi convoca il diretto interessato prima di contestare la violazione, ma si tratta di una sorta di cortesia, non di un atto dovuto. Tutto questo, come detto, è il frutto delle ricerche fatte attraverso canali istituzionali. Ed è possibile, ad onor del vero, che le motivazioni che hanno portato ad accogliere il ricorso del vice prefetto vicario di Sondrio risultino, comunque, legittime e fondate. Tutta la vicenda, però, è quanto meno fastidiosa, visto il ruolo ricoperto dalla protagonista e i dubbi che sorgono spontanei.