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Notizie brevi 16/08/2018

Il piccolo Samuele e le altre vite spezzate sulla via del mare: ecco chi sono le 39 vittime accertate

Le famiglie di Genova e Pinerolo in partenza per le vacanze sterminate dal crollo. Tra i morti anche un cuoco cileno e sua moglie. All’obitorio lo strazio dei parenti

 

Nell’utilitaria scura precipitata sui binari della ferrovia di Fegino in mezzo ai bagagli, i poliziotti delle volanti trovano l’ombrellone da spiaggia avvolto nel cellophane, il secchiello e la paletta. C’è pure un telefonino sul cruscotto che squilla all’impazzata. «Mamma», è la scritta che appare sul display. Dall’altra parte del filo c’è una nonna, disperata, che tenta di parlare con la figlia. Nessuno tra gli agenti se la sente di rispondere. A pochi metri di distanza, in mezzo ai binari, coperti da tre lenzuola bianche, ci sono i corpi di una famiglia intera, distrutta da una tragedia infinita: mamma, papà e figlio. Erano appena partiti dalla loro abitazione di Voltri per raggiungere il porto e imbarcarsi su un traghetto. Roberto Robbiano, 44 anni, tecnico informatico che lavora per l’azienda Selt, la moglie Ersilia Piccinino, di 41, e il loro piccolo Samuele, di 9 anni, sarebbero dovuti partire per una vacanza in Sardegna. Tanto che Roberto ieri sera aveva pubblicato sul suo profilo Facebook una foto dell’isola ripresa dall’alto. Non hanno fatto in tempo. 

Il conto dei 39 morti identificati potrebbe drammaticamente salire. Tra i dispersi c’è una famiglia di Oleggio. L’ultimo contatto segna le 11.10 di martedì,ieri,registrato da Whatsapp. Poi solo squilli senza risposta e, con il passare del tempo, il terrore che una coppia di Oleggio con una bambina di 9 anni sia stata risucchiata nel crollo del viadotto. Sono Cristian Cecala con la moglie Dawna e la figlia Kristal. «Erano su quella strada, diretti all’Elba dalla zia che non li ha visti arrivare a destinazione. Dovevano imbarcarsi a Livorno alle 17», raccontano i familiari. Il fratello si è recato negli ospedali di Genova, ha chiesto notizie. Finora nulla. Le immagini delle macerie davanti agli occhi, quel telefono che non risponde da troppe ore e i loro tre nomi nell’elenco dei dispersi. Il romeno Marian Rosca, che vive a Parigi, autista per la ditta di traslochi Alba Demenagements, era dato per disperso, ma è stato identificato ed è vivo, in rianimazione. 

Il ponte dell’autostrada è crollato. E lo scenario è apocalittico. Sotto le macerie ci sono tre colleghi che stavano scaricando con i loro mezzi materiale di risulta all’interno dell’isola ecologica e in un altro impianto di raccolta dei rifiuti quando sono stati travolti dal crollo del ponte: Mirko Vicini, 31 anni e Bruno Casagrande 35, entrambi del Ponente genovese, erano due precari. Dopo mesi di disoccupazione avevano trovato un contratto stagionale ad Amiu ed erano felici, sognavano un futuro migliore. Accanto a loro ieri mattina c’era anche Sandro Campora, 53 anni, prossimo alla pensione. 


Tra le vittime c’è anche una famiglia pinerolese: si tratta di Andrea Vittone, 49 anni nato a Venaria, e della convivente Claudia Possetti, 48 anni, e i due figli di lei, Camilla, di 12 anni, e Manuele Bellasio di 16, giovane ciclista. La loro auto era in transito sul ponte. Manuele era una giovane promessa della mountain bike e faceva parte dell’associazione sportiva ciclistica «Brike Bike» di Bricherasio. «Abbiamo appena appreso che nella tragedia di Genova il nostro giovane atleta Manuele Bellasio risulta essere tra le vittime insieme alla sua famiglia - si legge nella pagina Facebook dell’associazione -. Tutto il team si stringe attorno ai famigliari per questa ingiusta perdita. Ciao Manu buone pedalate tra le nuvole». 

 
Elisa Bozzo, 34 anni, di Busalla viaggiava su una Opel nera. Capelli biondi, fisico da modella, su Facebook si faceva chiamare «la Ely». Sono stati gli amici ieri a lanciare l’appello sui social network. Una speranza spazzata via nella tarda serata. 

Tra le vittime ci sono anche quattro cittadini francesi. Partiti da Montpellier erano diretti all’imbarco per la Sardegna. Sono stati identificati grazie a un orecchino e a un braccialetto: si chiamano Nathan Gusman, 20 anni, Melissa Artus di 22 e Nemati Alizè Place di 20 e William Pouza Doux, di Lione, 22 anni. Erano diretti ad un raduno di musica elettronica e avevano cercato compagni di viaggio su Facebook. Il ministero francese degli Esteri inizialmente aveva diffuso un bilancio di tre vittime. «Restiamo in contatto con le autorità italiane al fine di determinare l’eventuale presenza di altri francesi fra le vittime», scrive in un comunicato. L’ultimo messaggio su Facebook di William è quello in cui il ragazzo offre un posto in auto per recarsi al festival tecno.


Francesco Bello, 41 anni, è stato trovato all’interno di un’Audi A3 nel greto del Torrente Polcevera. Anche lui si era messo in viaggio per una vacanza. Andrea Cerulli, 48 anni, era un portuale della Culmv, molto conosciuto negli ambienti del tifo genoano. Si stava recando a Voltri per il turno di lavoro quando la sua auto è stata inghiottita dal cedimento della struttura. Un ponte che percorreva ogni giorno. Increduli i colleghi della Culmv che lo aspettavano al porto, alcuni dei quali si sono sfogati sui social: «Vi meritate una denuncia voi della manutenzione di Autostrade, sempre chiusa per lavori la corsia a destra del ponte Morandi. Vergognaaaaaaaa». Andrea Cerulli era padre di un bambino e grande appassionato di calcio: tifoso sfegatato del Genoa, era un assiduo frequentatore della gradinata nord di Marassi, dove si riuniscono i tifosi rossoblu più «caldi». Affranti, parenti e amici hanno portato una maglietta e una sciarpa del Genoa alla camera mortuaria dell’ospedale San Martino per metterla nella bara. 

Anatoli Malai era un trasportatore di origine rumena, di 44 anni. Marjus Djerri e Edy Bokrina, invece, erano sul furgone Qubo della EuroPulizia. Dovevano effettuare alcuni lavori in una ditta di Rapallo. Sono stati estratti della macerie davanti a mamma, papà e mogli.

Quattro ragazzi di Torre del Greco, ieri sera dati per dispersi, sono stati ritrovati dai vigili del fuoco fra le macerie: si tratta di Giovanni Battiloro, 29 anni, Matteo Bertonati, 26, Gerardo Esposito, 26, e Antonio Stanzione, 29 anni, diretti prima a Nizza, poi a Barcellona. Tra le vittime del crollo del ponte Morandi ci sono anche gli autotrasportatori Gennaro Sarnataro, napoletano di 43 anni, che stava rientrando in Italia dalla Francia.

Juan Carlos Pastenes, 64 anni, faceva lo chef. Originario di Santiago del Cile, viveva a Genova da più di trent’anni: stava viaggiando in auto insieme alla moglie Nora Rivera e all’amico Juan Figueroa, 60 anni. Tra i morti ci sono anche Carlo Erazzo Trujillio, di 27 anni, con la fidanzata Stella Boccia, 24 anni, entrambi di Arezzo; Luigi Matti Altadonna, 35 anni, originario di Borghetto Santo Spirito; Henry Diaz, 30 anni, di origini colombiane ma residente a Uscio, Angela Zerilli, 58enne di Milano, e Giorgio Donaggio, imprenditore savonese, dato inizialmente per disperso. Donaggio, era campione italiano di moto trial, aveva 57 anni, era originario di Genova ma residente a Toirano e con un cantiere navale ad Andora, si stava recando a Santa Margherita Ligure a lavoro a bordo di una Volvo xc60 bianca quando la struttura è improvvisamente collassata nel vuoto. 

Identificati anche Vincenzo Licata, 58 anni, nato ad Agrigento; 29 anni, di Genova; Alberto Fanfani, 32 anni, anestesista di Firenze, con la fidanzata Marta Danisi, 29 anni, infermiera originaria di Sant’Agata di Militello, che lavorava all’ospedale di Alessandria. Di Arquata Scrivia, vicino Alessandria, è anche Alessandro Robotti, classe 1968: il suo corpo è stato ritrovato, non quello della moglie Giovanna Bottaro, di 43. Erano andati al mare a Varigotti e dovevano tornare a casa ieri nel pomeriggio, ma ad Arquata Scrivia non sono mai arrivati. Lui è già stato riconosciuto in mattinata dai familiari, lei era stata inizialmente data per dispersa, poi è stata identificata tra le macerie nel torrente Polcevera. Robotti, figlio di un medico, è stato titolare della Farmacia comunale di Arquata. Appassionato astrofilo, faceva parte del gruppo arquatese che organizzava serate per vedere le stelle e, di recente, per ammirare l’eclissi di luna. «Ora potrai vedere le tue amate stelle da vicino», il commento degli amici di Facebook. Giovanna Bottaro aveva invece lavorato come impiegata da Lerma Gomme, officina di Capriata d’Orba. 


Crollo ponte, cosa sappiamo e cosa ancora no


Le liste tragiche 


Al primo piano del padiglione delle Specialità del San Martino è stato allestito l’obitorio. Dietro una paratia mobile sono state allineate tutte le salme. A pochi metri di distanza, oltre la paratia, decine di persone attendono notizie. Alcuni sono venuti di persona all’ospedale per capire se un loro parente è ricoverato. E nell’obitorio procedono le operazioni di identificazione dei cadaveri. L’operazione è straziante e al tempo stesso complicatissima. Sono pochi i dettagli per riconoscere alcuni dei corpi; una fede nuziale di un uomo sposatosi solo da pochi mesi, un piercing al naso e un braccialetto per dare il nome a una ragazza. Altri elementi studiati sono le targhe delle auto e gli oggetti trovati all’interno.

 

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Gli psicologi del San Martino prendono nota dei presenti nelle sale di attesa. Poi li confrontano con le liste delle persone decedute di cui si conoscono le generalità. Mano a mano che procede l’operazione i familiari vengono contattati uno ad uno. Per tutti quelli che attendono il proprio turno sono attimi di pura angoscia. Poi il dolore, immenso e indicibile. Un urlo di lacrime che rimbomba per tutta la corsia. E la città.

 

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Il testimone: “Sono andato giù con il ponte, non so che cosa mi ha salvato”




di Pablo Calzeroni, Tommaso Fregatti, Noemi Penna, Letizia Tortello
genova

da lastampa.it



C’è pure un telefonino sul cruscotto che squilla all’impazzata. «Mamma», è la scritta che appare sul display. Dall’altra parte del filo c’è una nonna, disperata, che tenta di parlare con la figlia. Nessuno tra gli agenti se la sente di rispondere. A pochi metri di distanza, in mezzo ai binari, coperti da tre lenzuola bianche, ci sono i corpi di una famiglia intera, distrutta da una tragedia infinita: mamma, papà e figlio. (ASAPS)

Giovedì, 16 Agosto 2018
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