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Sbirri Pikkiati 13/08/2018

Il racconto
Torino, vigilessa presa a pugni in centro: «Era così violento che ho temuto di dover sparare»

L’agente era intervenuta in difesa di due ragazze che l’uomo stava importunando. Lui ha reagito colpendola selvaggiamente: «Ho trovato la forza per rialzarmi, per girarlo e metterlo a terra. Nonostante tutto l’ho arrestato io»

«In quel momento non so cosa sia avvenuto. Non ricordo dove mi abbia colpita prima. Non ho visto nulla. Mi sembra di avere il vuoto. Solo alla fine ho sentito qualcosa, penso fosse l’ultimo pugno. Quello per cui sono qui, ridotta così». Distesa su una barella davanti alla sala visite del pronto soccorso del Mauriziano di Torino, arrivata con codice giallo, poi mutato in verde, la vigilessa Roberta (che non vuole farsi fotografare, né dare dettagli di sé, «preferisco non comparire», dice timidamente), due ore dopo l’accesso, ha già consumato sette pacchetti di ghiaccio secco. Ha il naso rotto, gonfio e bluastro e le duole la testa. Tiene gli occhi semi chiusi e spinge il ghiaccio contro il livido. Dà subito l’idea di una persona forte, ma è spaventata. È stata aggredita e ferita da un uomo in via Roma, in pieno centro, tra la folla di turisti. Tre passanti sono intervenuti riuscendo a immobilizzare l’uomo, sono poi arrivate sette pattuglie della municipale e un’ambulanza.

«Ho temuto di dover sparare»


In 23 anni di servizio al comando Mirafiori — di cui 13 passati al Nucleo nomadi, non proprio una passeggiata — «una cosa simile – ammette — non mi era mai successa». «Era talmente violento che c’è stato un attimo in cui ho temuto di dover sparare», confessa. «Perché era l’unico modo per bloccarlo», aggiunge, mentre i ricordi, piano piano, iniziano a ricomporsi: «Poi sono arrivati in due, tre passanti. E sono stati fondamentali. In tre lo abbiamo bloccato. Uno dei due era più grosso di lui. A volte il destino aiuta. Siamo abituati a sentirci sempre insultare, ma questa volta non è andata così ed è stato bello rendersene conto». Roberta, dopo le botte, non si è persa d’animo. Perché anni di lavoro in contesti difficili l’hanno abituata a reagire. «Ho trovato la forza per rialzarmi, per girarlo e metterlo a terra. L’ho ammanettato io, l’arresto l’ho fatto io», afferma orgogliosa.

Intervenuta in difesa di due ragazze

La donna non conosce l’identità né i trascorsi di chi l’ha colpita — circostanze ancora non chiare nemmeno per gli inquirenti — ma il fiuto che in anni di indagini e vita di strada ha affinato la porta a ipotizzare che non si tratti di un paziente psichiatrico vero e proprio. «Non so chi sia, ma mi è parso, più che un matto, un violento», afferma. E aggiunge: «Anzi, sicuramente un violento, uno di quelli che lo è con le donne». «Io e la collega siamo intervenute perché stava infastidendo due ragazze — spiega la vigilessa — e quando ha visto me e la collega ha infierito senza motivo». Ma dove ha trovato Roberta, dopo che era stata colpita più volte, sanguinante, il coraggio per alzarsi e fare le manovre giuste per mettere l’aggressore terra? «È mestiere», è la risposta secca della donna, che prima di tentare di alzarsi dalla barella, dopo un pomeriggio di attesa in pronto soccorso, si limita ad aggiungere: «Siamo addestrate per questo. Mi creda, è soltanto esperienza».

di Elisa Sola

da corriere.it

 


Ancora una agente della Polizia Municipale colpita con estrema violenza, ma è riuscita a bloccare l’energumeno. Anche alcuni cittadini sono intervenuti in soccorso della poliziotta. (ASAPS)


 

Lunedì, 13 Agosto 2018
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