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Notizie brevi 24/05/2018

Due morti e 25 feriti nell’incidente ferroviario tra un Tir e un treno a Caluso

Deceduti il macchinista e il conducente del mezzo. Alle 13 l’autista indagato verrà interrogato in Procura: c’è il giallo sulle autorizzazioni

Due i morti dell’incidente ferroviario accaduto poco dopo le 23,20 di ieri, mercoledì 23 maggio, sulla linea ferroviaria Torino – Chivasso – Ivrea. Uno è il macchinista del treno, Roberto Madau, 61 anni, di Ivrea. Fra pochi mesi sarebbe dovuto andare in pensione. L’altra vittima sarebbe l’autista del furgone di scorta che anticipava il passaggio dei due Tir che stavano effettuando un trasporto eccezionale e il primo dei quali centrato dal convoglio. Al momento, però, non si conoscono le sue generalità. I feriti sono 25, uno in condizioni gravissime (si tratta della capotreno, Morena Gauna, in coma farmacologico al Ct) e un codice giallo, entrambi trasportati al Cto; gli altri feriti, meno gravi, sono stati smistati nei vari ospedali del Torinese, tra Chivasso, Ciriè, il Giovanni Bosco e il Cto di Torino e Ivrea.

Operata la capotreno
La capotreno «è stata operata d’urgenza nella notte per stabilizzare la frattura al bacino. È ancora addormentata, ma si prevede un buon decorso». Lo spiega il dottor Maurizio Berardino, responsabile del Pronto soccorso dell’ospedale Cto di Torino, dove la donna è ricoverata. 

Una donna di 43 anni ha riportato una frattura alla gamba e verrà operata in mattinata. 

Le indagini
Intorno all’1 è arrivato il procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando, con lui il comandante del nucleo provinciale dei carabinieri di Torino, il colonnello Emanuele De Santis, i vertici della Polfer. Sul luogo dell’incidente è stata organizzata una vera e propria task force. I vigili del fuoco hanno coordinato i soccorsi, ogni dettaglio viene vagliato e ancora non si sa quando il treno deragliato, con le tre carrozze fuori dai binari e le ultime due rimaste in carreggiata, potranno essere rimosse. «Mi hanno detto che ci vorranno due, forse tre giorni» scuote la testa Maria Rosa Cena, il sindaco di Caluso che sta organizzando assieme ai pompieri e alla protezione civile la macchina operativa. L’emergenza è stata coordinata da 118 e Città della Salute.

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L’interrogatorio
Verrà interrogato intorno alle 13 in procura a Ivrea, Darius Zuius, 39 anni, l'autista lituano indagato per disastro ferroviario colposo. Dalle prime verifiche sarebbe risultato negativo all’alcoltest. Dovrà rispondere alle domande del procuratore capo, Giuseppe Ferrando e chiarire cosa è accaduto e se è vero che il passaggio del bilico è avvenuto con le sbarre del passaggio a livello che si stavano abbassando.

La questione delle autorizzazioni
Altra questione assai delicata. Da Rfi, seppure in via informale, arrivano conferme circa l'assenza di autorizzazioni ai trasportatori dei due mezzi speciali coinvolti nell'incidente. In casi del genere dovrebbe esserci del personale specializzato Rfi a dirigere la manovra di passaggio o, in casi più complessi, addirittura la sospensione temporanea del transito dei treni. In sostanza, ieri, i due bilici, scortati dai due furgoni (su uno di questi, il primo, viaggiava la seconda vittima) sarebbero transitati lungo la statale come fosse stato un passaggio qualunque. «Valutiamo ogni ipotesi e pista, anche questo è un aspetto che dovremo chiarire» taglia corto il procuratore capo, Giuseppe Ferrando. Anche perché, se gli autisti avessero comunicato il loro transito lungo la tratta, cambierebbe tutto anche sotto il profilo delle responsabilità penali.

Le testimonianze
L'autista del secondo Tir, quello che seguiva il primo centrato dal treno, racconta la dinamica dell'incidente. Arriva dalla Repubblica ceca, parla male l'italiano e si arrangia con un po' di francese, ma riesce a spiegare che cosa è accaduto. «Andavamo a 5 all'ora, pianissimo, le luci del passaggio a livello erano verdi, ma quando il mio collega era in mezzo le sbarre si sono abbassate, le luci erano rosse ed è arrivato il treno. Sarà durato tutto pochi secondi». Alle prima luci dell’alba le divise dei vigili del fuoco sono ancora qui. Dalle finestre di una villa a poche decine di metri da dove si è fermato il locomotore filtrano ancora le luci accese. «E chi va a dormire, siamo tutti sotto choc. Pochi metri e il treno ci travolgeva tutti».

Il collega del ferroviere deceduto
Ci sono i racconti. Ci sono le testimonianze. Come quella di un collega della vittima: «Povero Roberto, ancora pochi mesi e sarebbe andato in pensione, è una tragedia immane». O come quella di Paolo Malgioglio, 23 anni, di Torino. Era diretto ad Aosta, viaggiava sul primo convoglio: «Ad un certo punto è diventato tutto buio. Poco distante da me c’era una donna, la capotreno, mi chiedeva di aiutarla. La sentivo che diceva: “Non sento più le gambe, non respiro, aiutami”. E’ stato terribile, ho visto la morte in faccia».

di Giampiero Maggio
da lastampa.it


Un disastro sul quale si dovranno indagare bene le cause. “Da Rfi, seppure in via informale, arrivano conferme circa l'assenza di autorizzazioni ai trasportatori dei due mezzi speciali coinvolti nell'incidente. In casi del genere dovrebbe esserci del personale specializzato Rfi a dirigere la manovra di passaggio o, in casi più complessi, addirittura la sospensione temporanea del transito dei treni. In sostanza, ieri, i due bilici, scortati dai due furgoni (su uno di questi, il primo, viaggiava la seconda vittima) sarebbero transitati lungo la statale come fosse stato un passaggio qualunque. “ (ASAPS)

Giovedì, 24 Maggio 2018
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