Martedì 08 Ottobre 2024
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di Lorenzo Borselli*
Belgio: guidi ebbro? Il rischio morte è più alto di 200 volte
In caso di condanna, da luglio, scatta la “guida vigilata”: tutti i condannati dovranno montare a proprie spese etilometro immobilizzatore
Per le super soglie potrà essere una sanzione accessoria perpetua

Mentre in Italia può capitare, come ha segnalato l’ASAPS, che i poliziotti finiscano sotto inchiesta per aver utilizzato, nell’esercizio delle proprie funzioni (ovviamente a loro insaputa), un etilometro non revisionato, negli altri Stati europei la lotta alla guida sotto l’effetto delle sostanze registra un innalzamento del livello di “enforcement”. In Belgio, dal primo luglio di quest’anno, entrerà in vigore una norma speciale del codice della strada che impone, a chi abbia già riportato una condanna per guida in stato di ebbrezza con tasso accertato superiore a 1,2 g/l, di montare sul veicolo un etilometro immobilizzatore, letteralmente “éthylotest antidémarrage”. Non è tutto: a decidere il periodo di “guida vigilata” sarà il giudice, che ai condannati per soglie da 1,2 a 1,8 grammi di alcol per litro di sangue imporrà l’uso dell’etilometro “bloccamotore” per un periodo fino a tre anni, mentre per chi supera quella soglia la misura potrà essere anche perpetua e, comunque, non inferiore ai tre anni.

I costi di installazione del dispositivo, che dovrà essere di tipo omologato, sono di 3.700 euro: quindi, molto cari.
Interessante vero? In Italia la norma potrebbe essere assimilata alle prescrizioni che il Giudice impone in sede di condanna ovvero dal Prefetto chiamato in causa sui periodi di sospensione della patente: ovviamente, le sentenze dovrebbero essere più celeri (molti processi finiscono addirittura con la prescrizione, visti i quattro anni previsti dal codice in materia di reati contravvenzionali). Torniamo al Belgio: ad ispirare questa nuova legge, votata dal parlamento lo scorso 8 febbraio, nasce con lo scopo di prevenire la recidiva di reati di questo tipo, che secondo l’istituto Vias – l’agenzia belga della sicurezza stradale – sarà ridotta del 75% rispetto all’uso di una sola pena tradizionale, anche di tipo accessorio.

Vias, che ha sostituito l’IBSR (Istituto belga per la sicurezza stradale) assorbendone in toto le funzioni, calcola che il tasso alcolico medio dei conducenti coinvolti in un sinistro stradale – sia esso con lesioni che con soli danni a cose – sia dell’1,7 g/l, ma il 42% di essi ha comunque soglie accertate pari o superiori all’1,8 e nella fascia anagrafica compresa tra i 40 e i 50 anni tale percentuale sale al 51%: più di un conducente ebbro su due.
Vias sostiene che per raggiungere nelle due ore la soglia di 1,8, siano necessari da 8 a 11 bicchieri: ricordiamo che, convenzionalmente, per bicchiere si intende una bevanda che contenga almeno 10 grammi di alcol puro, corrispondenti più o meno a 13 m/l.  Un boccale di birra, un bicchiere di whisky, di vino o altro, contengono all'incirca la stessa quantità di alcol e per questo è definito “bicchiere” o “unità di alcol”.

In caso di incidente nel quale siano coinvolti conducenti in stato di ebrietà con soglie pari o superiori a 1,5 g/l – la stima di Vias è conforme a quella dell’OMS e di altre agenzie – il rischio di morte si innalza di 200 volte: “inaccettabile”, ha tuonato il ministro federale della Mobilità François Bellot. “Questa legge – ha detto – costituisce un enorme passo avanti nella lotta alla sinistrosità alcolcorrelata e, quindi, una misura essenziale nella sicurezza stradale”.

In Belgio, ogni anno, si registrano circa 180 vittime su un totale di 5.000 incidenti stradali alcolcorrelati, mentre il numero medio di denunce per guida in stato di ebbrezza – tenetevi forte – è di 50mila: 10mila di essi hanno un tasso alcolemico superiore a 1,8 g/l.
“Cercare di ridurre queste percentuali con semplici campagne informative – dicono al Vias – non basta”. Ci hanno provato, ma con le buone non è servito. Dunque, la politica si è fatta carico del problema e nonostante le fortissime resistenze del paese la legge è passata al primo giro.
Ecco la politica che si fa seriamente carico del problema alcol alla guida e mezzi di contrasto a disposizione. Un auspicio che ASAPS coltiva da tempo, alla luce anche della metà degli etilometri disponibili sempre fermi per revisione!

L’ éthylotest antidémarrage dovrà essere installato su tutti i veicoli che il condannato si troverà a guidare una volta rientrato in possesso della patente: prima di avviare il motore, dovrà soffiare nel dispositivo e solo se il livello di alcol sarà inferiore a 0,2 (pari alla soglia legale) questo consentirà al propulsore di avviarsi. In caso contrario, il dispositivo consentirà prove ad intervalli regolari di 15 minuti. Restano in vigore, ovviamente, tutte le altre sanzioni accessorie: programma di disintossicazione, eventuale detenzione e periodi di sospensione. In caso di recidiva accertata, le sanzioni accessorie prevedono un minimo di squalifica dalla guida di tre mesi e quattro esami obbligatori, dei quali uno di tipo medico, uno psicologico, uno teorico e uno pratico: in pratica, si riprende la patente daccapo. (ASAPS)

(*) Vice Ispettore della Polizia di Stato – Responsabile nazionale della comunicazione di Asaps

 

 





A LEZIONE DI VERA SICUREZZA STRADALE (ASAPS)
Mentre da noi ancora si combatte per avere etilometri revisionati in tempi decenti, in Belgio, dal primo luglio di quest’anno, entrerà in vigore una norma speciale del codice della strada che impone, a chi abbia già riportato una condanna per guida in stato di ebbrezza con tasso accertato superiore a 1,2 g/l, di montare sul veicolo un etilometro immobilizzatore, letteralmente “éthylotest antidémarrage”. Non è tutto: a decidere il periodo di “guida vigilata” sarà il giudice, che ai condannati per soglie da 1,2 a 1,8 grammi di alcol per litro di sangue imporrà l’uso dell’etilometro “bloccamotore” per un periodo fino a tre anni, mentre per chi supera quella soglia la misura potrà essere anche perpetua e, comunque, non inferiore ai tre anni.

Giovedì, 24 Maggio 2018
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