di Maria
Luisa Duso e Diego Neri
L’assalto, la fuga, l’inseguimento a tutta velocità e l’arresto di
due dei tre (o quattro) banditi. Tutto in un quarto d’ora. è accaduto
ieri mattina fra Dueville e l’autostrada A4, a cavallo fra le 12.20
e le 12.35. Dopo la rapina alla banca Popolare di Vicenza di piazza
Monza, fruttata 28 mila euro, sono finiti in manette due catanesi,
Marco Leanza, 27 anni, e Vincenzo Pappalardo, 35, che sono stati bloccati
vicino all’autogrill fra Vicenza ovest e Montecchio dalle pattuglie
della polizia stradale, aiutate dalle volanti. Sono invece riusciti
a fuggire, con metà del bottino, i loro complici. Sono le 12.20 quando
all’interno della filiale di Dueville, diretta da Alessandro Civelli
di Vicenza, ci sono 12 impiegati e sei clienti. All’improvviso entrano
due persone, sui 30-35 anni, vestite con giacca e cravatta. All’apparenza
sono normali clienti, ma quando si avvicinano alle casse, con le mani
piantate nelle tasche come a mostrare di nascondere un’arma, intimano
ai presenti di stare tranquilli e di non fare scherzi, perchÈ altrimenti
avrebbero fatto una strage. Dalle prime testimonianze armi non ne
sarebbero state viste. La coppia è molto decisa e si fa consegnare
tutto quanto c’è nelle casse, circa 28 mila euro. Quindi fugge rapidamente.
Nel piazzale ad attenderli c’è una Fiat 500 e gli impiegati la vedono
fuggire. Nel frattempo viene dato l’allarme e scattano le ricerche
coordinate di polizia, inizialmente con le volanti e la Squadra mobile,
e carabinieri, della stazione di Dueville, del radiomobile di Thiene
e del radiomobile e del reparto operativo di Vicenza.
La 500 viene trovata subito dopo a Dueville in via Olimpia, a poche
centinaia di metri dalla banca. Risulta rubata nel Veneziano. Alcuni
testimoni perÚ notano fuggire due vetture: si tratta di un’auto di
grossa cilindrata, scura, e di una Fiat Uno verde, che si dirigono
verso il casello autostradale di Dueville dopo che i banditi si erano
suddivisi il bottino.
Sono minuti febbrili, in cui le centrali operative di 112 e 113 si
tengono in stretto contatto e lavorano in piena sinergia. Scatta il
piano antirapina che era stato predisposto dal questore Rotondi e
le due auto vengono localizzate lungo l’A31.
Ad inseguirle, ad alta velocità, i carabinieri e la polizia stradale,
che stava compiendo controlli lungo la Serenissima, che le due auto
hanno imboccato dirette verso Milano. I fuggitivi hanno deciso di
dividersi, e così pure gli inseguitori: mentre la berlina è uscita
al casello di Vicenza ovest e si è immersa nel traffico intenso, riuscendo
a far perdere le sue tracce ai militari, la Uno ha proseguito in A4
salvo venir raggiunta e chiusa dalla pattuglia della polstrada e dalle
volanti. Le due persone a bordo, che sarebbero quelle entrate in banca,
non hanno opposto resistenza. I poliziotti del vicequestore Antonio
Maccagnino e del commissario Anna Capozzo hanno ammanettato Leanza
e Pappalardo (il primo era già noto alle forze dell’ordine), e nell’auto
- rubata nel Veneziano - hanno trovato 13.850 euro (circa metà del
bottino della rapina) e un taglierino. Su disposizione del magistrato
sono stati portati in carcere: ora sono in corso accertamenti per
stabilire se siano stati coinvolti in altre rapine in banca.
I carabinieri del tenente Giovanni Scarpellini e del luogotenente
Marco Ferrante hanno fornito alla polizia tutte le informazioni raccolte.
Non è escluso che i banditi riusciti a fuggire possano a breve finire
nella rete.