Ricorda
che oggi non uccidere significa anche… osservare le norme del
codice della strada e riconoscere le proprie responsabilità;
ma soprattutto
non dimenticare,
perché la memoria sia monito.
È il messaggio che l’Associazione Italiana Familiari
e Vittime della Strada intende diffondere giorno 21 novembre,
in occasione della “Giornata del Ricordo” promossa dalla
FEVR (Federazione Europea delle Vittime della Strada) di cui
l’Associazione fa parte, con iniziative religiose e laiche.
1) Iniziative religiose
Saranno celebrate in tutta Italia Sante Messe non solo in
suffragio delle vittime, ma anche perché si preghi e si
rifletta per porre fine a questa moderna barbarie, che ogni
anno conta 8.000 morti, in maggioranza giovani, 20.000 disabili
gravi e più di 300.000 feriti. L’Associazione invita
tutti, autorità e cittadini, a partecipare ed a rafforzare
nei comportamenti l’impegno per la difesa dei valori, e distribuirà
volantini per sollecitare la riflessione.
2) Iniziative laiche
Le varie sedi prenderanno iniziative adeguate al territorio, e saranno
posti dei fiori o dei fiocchi rossi nei punti in cui sono avvenuti
degli incidenti stradali.
Ma l’Associazione, perché il ricordo sia monito,
intende lanciare un appello nuovo per incrementare il senso
di responsabilità in chi guida e per contrastare la sottovalutazione
del reato da parte delle istituzioni: facendo riferimento ad altri
paesi e secondo la logica della Patente a punti propone che
venga scritto sulle patenti di coloro che hanno ucciso sulla strada
con responsabilità grave: “Questo guidatore ha ucciso
una persona”. Una proposta che facendo sentire il peso
dell’azione compiuta, pone al centro dell’attenzione il
sacrificio della vita sulle strade come un fatto ingiusto e sollecita
il colpevole a rieducarsi, a cambiare comportamento, a rispettare
la vita.
L’Associazione chiede la collaborazione dei mezzi di comunicazione,
per trasformare questo appello in una campagna di sensibilizzazione
sociale e promuovere ovunque, specie nelle città dove
l’Associazione ha proprie sedi, un dibattito per riproporre
i diritti delle vittime e dei loro familiari, ancora oggi negati,
e le responsabilità delle istituzioni nell’insicurezza
stradale.
Una Giornata che sia ricordo e monito: non si può
scommettere a favore della vita se si dimentica il peso del suo
sacrificio e nel contempo si sottovalutano le responsabilità
di chi la distrugge. Riconoscerle, dando anche ad esse una valenza
sociale, è già un deterrente contro la strage stradale.
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