Volterra, 26 febbraio 2018 - Offese alla Polizia via Facebook. Così un giovane di Volterra, appena venticinquenne, è finito a processo. Il giovane, difeso dall’avvocato Arianna Tabarracci – che sta portando la vicenda ad una positiva conclusione –, è arrivato in tribunale a Pisa per rispondere del reato di diffamazione per aver «offeso l’onore e il decoro del personale del commissariato della polizia di Stato di Volterra tramite l’uso del social».

Secondo la Procura di Pisa, all’esito delle indagini coordinate dal pm Sisto Restuccia, l’imputato avrebbe qualificato con termini non adeguati – definendoli anche «sbirri» e «terroni» - il personale della polizia aggiungendo anche che gli agenti «si dovrebbero vergognare a rovinare le serate ai ragazzi in quel modo». Il riferimento sarebbe stato fatto in relazione a controlli effettuati dai poliziotti in un locale molto frequentato dai giovani che aveva organizzato una particolare iniziativa.

Ma per quei post su Facebook scattò la querela da parte dei poliziotti in difesa della divisa che indossano e del lavoro che svolgono quotidianamente in favore dell’intera comunità. Il reato immediatamente contestato è stato quello della diffamazione a mezzo internet: la sussistenza della comunicazione a più persone si presume nel momento stesso in cui il messaggio offensivo viene inserito su un sito che, per sua natura (come il social), è destinato ad essere visitato da un numero indeterminato di persone in breve tempo.

I fatti sono del 2015 e le persone offese sono i sei poliziotti che quella sera – a cui le frasi oltraggiose si sarebbero riferite – avevano svolto servizio di pattuglia anche nel locale. Il processo è arrivato al dibattimento davanti il giudice Raffaella Poggi dopo l’opposizione (senza richiesta di riti alternativi) presentata dall’imputato al decreto penale di condanna emesso dal gup Giulio Cesare Cipolletta.

Ma in aula, nei prossimi giorni, dovrebbe scoppiare ufficialmente la pace senza arrivare ad una sentenza: l’imputato ha provveduto ad offrire un risarcimento del danno di mille e 200 euro (bonifico già effettuato) alla Polizia di Stato con tanto di scuse ai sei agenti che furono destinatari delle offese e che ritirano quindi la querela. La lezione di vita e di comportamento, di fatto c’è già stata e, assistito dall’avvocato Tabarracci il giovane può così evitare una condanna penale sempre sconveniente, anche se lieve. Il prossimo passaggio in aula, quindi, dovrebbe essere solo un mera formalità.

di CARLO BARONI
da lanazione.it