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di Giordano Biserni*
Campagna elettorale: Sicurezza stradale non pervenuta

Se c’è una materia nella quale le tante promesse elettorali non verranno sicuramente deluse è la sicurezza stradale! Perché verrà attuato quanto promesso?? No, semplicemente perché nei programmi dei vari partiti non si parla affatto di sicurezza stradale, ma al massimo di sicurezza in generale e in modo abbastanza confuso. Neppure negli interventi dei leader dei partiti  e “colonnelli” vari, nei talk show e tribune politiche  abbiamo mai sentito pronunciare le parole “sicurezza stradale” con qualche straccio di proposta. Zero! Quindi come potremo rimanere delusi della mancata attuazione di un programma inesistente?
Diciamolo chiaramente la sicurezza stradale, dopo l’approvazione della legge sull’Omicidio stradale n.41/2016, è scivolata molto in basso nell’agenda politica del Paese, anzi è quasi scomparsa del tutto.

Ma c’è ancora bisogno di occuparsi di sicurezza stradale? Beh se non viene preso in considerazione un problema che causa ancora 9 morti e oltre 700 feriti tutti i giorni sulle strade,  c’è proprio da preoccuparsi. Anche il Capo della Polizia in una sua circolare del 7 febbraio scorso ha certificato che l’andamento della sinistrosità stradale nel 2017 ha effettuato una secca inversione di tendenza rispetto ai positivi risultati degli anni precedenti al 2015, con un aumento della mortalità secondo le prime stime dell’Istat del 7,5% nel primo semestre 2017. Incremento confermato al 2,7% su tutto lo scorso anno sulla base dei soli rilievi della Polizia Stradale e dei Carabinieri ai quali si dovranno poi aggiungere i rilievi, per altro prevalenti, delle Polizie Locali. Anche il 2018 è iniziato con picchi di sinistrosità mortale veramente preoccupanti.

Ma avevamo già capito la piega del disinteresse sulla materia da tempo. Su quali basi? La politica si defilata completamente basti pensare che la riforma del CdS approvata alla Camera l’8 ottobre 2013 è andata poi ad infrangersi nelle secche delle commissioni del Senato senza vedere la luce nei 4 anni successivi di questa legislatura. Le proposte per approvare norme più severe per l’indiscriminato e incontenibile utilizzo del cellulare alla guida - la “sbornia del terzo millennio” - con la previsione finalmente della sospensione della patente alla prima violazione, lanciate prima in estate e poi con l’inserimento delle modifiche nella legge di stabilità, hanno trovato un muro.
Possiamo poi continuare con l’attacco ormai sistematico e organizzato a tutti i sistemi di controllo della velocità che seppur con qualche utilizzo disinvolto da parte di alcuni comuni, ora sono continuamente “sotto esame” per la cartellonistica che li deve annunciare con sentenze veramente sorprendenti, creative  e molto “comprensive” da parte di alcuni Giudici di pace. Insomma si sta rischiando di buttare il bambino con l’acqua sporca. Lo stesso etilometro inizia ad essere sotto attacco come dimostrano certi articoli di stampa e trasmissioni televisive di notevole ascolto.

Potremmo continuare evidenziando come le scellerate scelte politiche degli ultimi 10 anni hanno indebolito fortemente gli organici delle forze di polizia e hanno portato la polizia italiana a conseguire il record europeo dell’anzianità media, sui 47/50 anni.
Le pattuglie della Polizia Stradale,  tanto per citare alcune cifre, in 10 anni, dal 2008 al 2017, sulle strade statali e provinciali (dove la mortalità raggiunge i picchi massimi!) sono passate da 287.605 a 229.987, cioè  63.724 in meno all’anno  con un calo del 21,7%, come dire 174 pattuglie in meno al giorno! Nonostante la (giusta) chiusura notturna e festiva dei distaccamenti, nonostante la chiusura definitiva di una ventina di reparti.

Con la messa sotto “esame” continuo degli strumenti di accertamento della velocità e dell’alcol, col calo costante delle pattuglie, con una rete stradale che su alcune statali è a sua volta produttrice di fattori di rischio, crediamo che l’obiettivo dell’UE di un ulteriore calo del 50% dei morti sulle strade dal 2010 al 2020, ormai lo possiamo archiviare.
Aggiungiamo poi che il PNSS dal 2014 non è più finanziato e anche la indispensabile riforma delle Polizie Locali non sembra trovare convinti sostenitori.
Intanto la politica ha altro da fare che occuparsi di questi 3.283 morti all’anno sulle strade che si ostinano a non calare.
Ci rimane solo la consolazione che almeno le promesse elettorali in questo caso  non verranno tradite solo e semplicemente perché i politici non le hanno neppure fatte.

 

*Presidente ASAPS

 

Venerdì, 16 Febbraio 2018
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